25 novembre 2022/ Uscire dal pensiero del nemico

Uscire dal pensiero del nemico

25 novembre 2022

La giornata della gentilezza, la giornata mondiale dei diritti del bambino, la giornata della pace, la giornata della memoria, la giornata della terra, la giornata della disabilità…perfino la giornata mondiale del povero, la giornata internazionale contro la guerra, la giornata mondiale del migrante e del rifugiato… e poi la giornata internazionale contro la violenza sulle donne…Tutte giornate e ricorrenze create a tavolino da quello stesso sistema di potere che poi si arroga il diritto di decidere della nostra vita e delle nostre scelte.

Ce n‘è per tutti i gusti, per tutte le occasioni e per tutte le ragioni. Peccato che la gentilezza il neoliberismo non sappia neanche dove stia di casa dato che propaganda arrivismo e carrierismo spietato, che l’attenzione ai bambini sia un grande business che riguarda pannolini, vestitini, giocattoli…oppure indottrinamento attraverso libri per l’infanzia per abituare all’obbedienza e alla delega, psicologi e farmaci, vaccini obbligatori e scuole-parcheggio. E’ addirittura destabilizzante ascoltare i discorsi pelosi di tutela che questo sistema porta avanti verso di loro messi a confronto con la violenza che attuerà su questi esseri umani quando saranno adulti: potranno morire di fame e dormire sotto i ponti e sarà comunque colpa loro. Vogliamo parlare della giornata della memoria che significa stravolgimento della storia e propaganda del pensiero unico? O della giornata internazionale contro la guerra che significa invece legge del più forte e inneggiare alla Nato e all’occidente portatore di pace e di tutela di diritti mentre l’industria delle armi è un asse portante delle nostre così dette democrazie?

Vogliamo parlare della giornata internazionale contro la violenza sulle donne?

Il 25 novembre assisteremo a kermesse, rappresentazioni istituzionali, lacrime di coccodrillo, patriarche in vesti di gala che pontificheranno su quanto bene hanno fatto alle donne con leggi, leggine, centri di supporto psicologico, centri antiviolenza, associazionismo vario, teatranti e maschere, commedianti e commedie. Ma si dimenticheranno di dire che sono sempre loro a fare leggi di sfruttamento spietato e precarietà, leggi di guerra e di controllo che impediscono qualsiasi autodeterminazione, che negano la possibilità di una casa dignitosa o di un lavoro decente, che costringono tutte le altre donne a lottare per la sopravvivenza, strette tra violenza domestica e mancanza di vie di fuga. Assisteremo a manifestazioni rituali che dietro ad una parvenza trasgressiva (perché il significato delle parole ormai è stato stravolto) dimenticano quello che è successo in questi due anni. Fanno finta di scordare che hanno chiuso le donne in casa, che le hanno divise in donne di serie A e donne di serie B, che hanno supportato le scelte di Stato in tutti i modi possibili, che hanno fatto i cani da guardia del potere.

Nulla è più come prima, nulla potrà essere più come prima. Le maschere sono cadute e i volti si presentano per quello che sono.

E’ tempo di chiamare le cose con il loro nome, è tempo di uscire dal pensiero del nemico.

Per questo dobbiamo opporci con fermezza a tutte le misure di controllo sociale, al ricatto sul lavoro, alla vaccinazione obbligatoria, al green pass e a tutte le sue varianti prossime venture, alla digitalizzazione di ogni atto della vita, alla divisione tra buoni/e e cattivi/e, al legalismo imperante, alla normatività debordante…

Per questo dobbiamo recuperare l’autonomia di pensiero, la voglia di decidere per noi, la forza di opporci, la capacità di dire no.

Per questo dobbiamo fare chiarezza politica. Ribadire che chi aderisce ai valori di questa società e, in particolare, a come oggi si presenta nella sua configurazione neoliberista che vede tutti i partiti e i partitini compatti nelle scelte di fondo, è partecipe e responsabile di tutti i crimini che questa stessa società induce e provoca.

Per questo dobbiamo distinguere tra aggressori ed aggrediti/e, dire chiaramente che la guerra in Ucraina è voluta dalla Nato e dagli Usa, che i paesi occidentali compreso il nostro sono pesantemente coinvolti, che è necessario smettere di inviare armi, mezzi e militari, che neanche un euro dei nostri soldi deve essere usato per la guerra, che le sanzioni devono essere tolte, che il nostro paese deve uscire dalla Nato e che vogliamo la Nato fuori dai nostri territori.

Per questo dobbiamo rifiutare il collaborazionismo con il potere che in cambio della nostra svendita, della nostra schiavitù volontaria vorrebbe buttarci qualche osso spolpato che dovremmo contenderci a morsi con le nostre simili.

Chi condivide ed è partecipe di questo progetto ne è complice e corresponsabile.

Dobbiamo organizzarci e lottare.   

                                                                       Coordinamenta femminista e lesbica     

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