Solidarietà alla comunità bengalese di Torpignattara!

Solidarietà alla comunità bengalese di Torpignattara ma il problema riguarda tutti e tutte!!

Lunedì, 13 giugno ore 19:00 – ASSEMBLEA CITTADINA
Presso “Ex Sala Consiliare” di Piazza della Marranella – Via dell’Acqua Bullicante 2

Questo il testo che circola in rete

“RIQUALIFICHEREMO LE PERIFERIE ROMANE”

LO DICONO AMMINISTRATORI LOCALI, PRESIDENTI DI MUNICIPIO, LE FORZE POLITICHE CHE GOVERNANO LA CITTÀ DI ROMA. LO DICONO I MAGISTRATI, LA POLIZIA E SOPRATTUTTO LE BANCHE.

“LO FAREMO ATTRAVERSO IL TURISMO!”

Il 10 maggio 2022 abbiamo iniziato ad intuire che cos’è questo programma brandito dalle forze economiche e politiche che governano, quando l’Associazione Dhuumcatu è stata sfrattata senza regolare preavviso dalla sua sede storica e degli spazi dedicati alla aggregazione ed al culto di Via Capua 4 a Torpignattara.

La Banca (BNL) per riprendere possesso della sua proprietà ha perfino versato al Tribunale di Roma che già aveva concesso l’esecuzione delle sfratto altri 40 mila Euro per ottenere una forza di polizia extra per l’esecuzione dell’ordinanza. Invece del solito ufficiale giudiziario e di un paio di volanti della polizia che usualmente intervengono a scacciare i residenti e mettere i lucchetti alle porte, 100 poliziotti (CENTO) si sono recati a Via Capua 4: un plotone militare.
Oggi la vecchia sede del Dhuumcatu ha le porte di accesso ostruite non da una catena con lucchetto, ma da un muro in mattoni e cemento tirato su nei giorni passati.

Chi è il Dhuumcatu e perché questa è una azione gravissima che va denunciata e contrastata dando il massimo della solidarietà con la lotta?

Il Dhuumcatu è una associazione della comunità Bengalese che dagli anni ’90 a Roma ed in Italia è un pezzo della lotta per i diritti delle lavoratrici e lavoratori immigrati contro il ricatto del permesso di soggiorno, ed è divenuto così anche un polo di attrazione di tante altre comunità immigrate di altre nazionalità: non solo dell’India, del Pakistan, ma anche per donne dell’Africa nord orientale, del Maghreb, del Latino America, Filippini, Albanesi, Moldavi e Rom che insieme hanno provato a rivendicare i propri diritti con le lotte. La sua sede ora sfrattata era nel cuore di Torpignattara, nella semiperiferia della metropoli, dove la vita dei cittadini immigrati si intreccia con quella di altrettante famiglie italiane, accumunate tra loro dai i problemi del lavoro a nero, legale ed extra legale.

Dall’altra parte c’è il progetto di “rivalutazione della periferia” che le Banche e la Politica intendono attuare attraverso il turismo. Che cosa significa questo programma è chiaro. Trasformare la semiperiferia, cominciando da Torpignattara e dal Prenestino Labicano, in un divertimentificio per i ricchi turisti, nuova fonte di arricchimento per chi ha in mano il credito, la proprietà immobiliare e la forza della speculazione commerciale. Significa che se Torpignattara deve,
attraverso il turismo, diventare una nuova isola attrattiva per i ricchi occidentali, le facce nere, marroni, gialle, rosse, ed anche bianche che vivono nel quartiere devono essere intimidite, disgregate ed allontanate a cominciare dagli sfratti dei luoghi di aggregazione e organizzazione sociale.

Significa trasformare uno sfratto in una azione dimostrativa di forza per demotivare sul nascere qualsiasi intenzione di resistere e di contrapporsi nel futuro a questo nuovo processo di espulsione della gente povera, italiana e straniera, verso le estreme periferie della metropoli.

La politica già svolge il suo compito assegnato: assicura alla proprietà della Banca di riprendere possesso dell’immobile, consentendo un’azione poliziesca in forze; ed essa stessa muove in questi giorni un nuovo preavviso di sfratto al Dhuumcatu, dai locali del Municipio V concessi temporaneamente alla associazione per continuare i propri lavori di supporto sociale ai cittadini immigrati.
L’amministrazione del Municipio V sollecita: “il 13 giugno dovete restituire le chiavi dei locali o ce le veniamo a prendere”.

Già nei giorni precedenti abbiamo visto i primi risultati di questa operazione. Gli immigrati del Dhuumcatu, che presso i pratoni di via Prenestina 231 domenica 5 giugno stavano preparando una iniziativa pubblica, nella mattinata hanno subito una intimidazione di stampo razzista da parte di ignoti, i quali volontariamente hanno appiccato un incendio alle loro installazioni.

La “riqualificazione” della periferia per la sua trasformazione in parco giochi turistico dei ricchi chiama interessi economici forti. L’interesse economico suscita la smania di arricchirsi e di procedere a passo spedito. Il razzismo si rinforza di questa aspettativa, che richiede prima di tutto di cacciare i cittadini stranieri dai loro quartieri: “via gli immigrati da Torpignattara”!

Ma anche il cittadino italiano di Torpignattara non vedrà la propria condizione di precariato sociale migliorata, mentre la riqualificazione razzista rafforzerà la sua condizione di disgregazione e di marginalizzazione sociale. Coloro che già oggi, lavoratori e lavoratrici, precari o disoccupati hanno difficoltà a sbarcare il lunario, verranno sospinti dalla semiperiferia agli estremi margini isolati della metropoli a causa della stessa speculazione immobiliare.
Non vogliamo lasciare attuar questo giro di vite senza creare ostacoli. Come romane e romani solidali intendiamo sostenere qualsiasi iniziativa di lotta dei cittadini delle comunità straniere di Torpignattara per rendere più lontana possibile e meno accessibile l’apertura del nuovo “parco di divertimento” per ricchi e per soli bianchi. Torpignattara ha tanti colori, lingue, sapori: difendiamo il territorio comune, insieme, con la lotta.

Riconquistiamo una sede per il Dhuumcatu nel quartiere di Torpignattara, una “nuova” casa comune per la comunità del Bangladesh aperta a tutti i cittadini immigrati e italiani.
Lunedì, 13 giugno ore 19:00 – ASSEMBLEA CITTADINA
Presso “Ex Sala Consiliare” di Piazza della Marranella – Via dell’Acqua Bullicante 2

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