25 aprile 2022/il femminismo è liberazione oppure non è!

25 aprile 2022

IL FEMMINISMO E’ LIBERAZIONE OPPURE NON E’

Riprendiamo il controllo delle nostre vite/ NO alle patenti per vivere che si chiamino green pass o credito sociale!

Riprendiamo il controllo dei nostri corpi/ NO a qualsiasi imposizione sulla cura, sulla scelta, sull’autodeterminazione!

Riprendiamo il controllo delle nostre menti/ No al pensiero unico, alla delega, all’infantilizzazione!

Riprendiamo il controllo dei territori e la capacità di capire la differenza tra aggrediti ed aggressori sia sul fronte interno che sul fronte esterno/ NO alla militarizzazione, fuori i militari dalle nostre strade, il nemico è a casa nostra, Fuori la NATO dall’Italia, fuori L’Italia dalla NATO!

Il 25 aprile è ormai da molto tempo una ricorrenza vuota. E’ stata completamente devitalizzata nei suoi contenuti di ribellione, di lotta armata, di sollevazione nei confronti dell’autoritarismo, del dispotismo, del controllo sociale, dello stato etico, della gerarchia, del classismo, del razzismo.

E’ diventata uno strumento per supportare una democrazia autoritaria che si propone come unico bene e che si identificherebbe con l’esistente ordinato, il migliore dei mondi possibili, connaturato dal fascino di un teorema immutabile. La distruzione di ogni autonomia nei rapporti sociali, nel territorio, nei luoghi di lavoro, è la garanzia di una radicale estirpazione dell’antagonismo di classe, la condizione di una società normalizzata, priva di zone d’ombra, subalterna al grande capitale, illuminata in ogni ora del giorno e della notte in tutti i posti privati e pubblici da un controllo rigoroso, diffuso, molecolare.

Abbiamo il diritto di esercitare la libertà di pensiero e di parola purché sia conforme al dettato vincente e imperante.

Il capitale sussume tutto il corpo sociale tendendo sempre più a farsi società, anzi a caratterizzarsi come unico rapporto sociale. Il capitale diventa società, mentre lo Stato si fa carico di legittimare e difendere tutte le relazioni di dominio che sono insite nel capitale–società.

E’ la realizzazione del progetto/programma nazista: lo Stato sottopone a comando e a controllo preventivo e repressivo tutti i momenti in cui si produce antagonismo sociale, tende all’eliminazione di ogni momento di mediazione tra i cittadini e lo Stato e mira al comando diretto dei potentati economici.

Proprio per questo non basta denunciare le brutture del neoliberismo, l’attacco a tutto campo al lavoro, allo Stato sociale, alla scuola, alla sanità… alle libertà individuali e collettive, ma è necessario individuare il nemico, cioè l’autore materiale della naturalizzazione del neoliberismo nel nostro paese e cioè il PD e tutta la rete dei suoi accoliti, le prefiche della non violenza, le vestali della legalità, le strutture annesse e connesse che a fronte di parole accattivanti e “moderne” sono portatrici del fascismo e dell’autoritarismo nel nostro paese. Il neoliberismo ha rotto il patto sociale, ha chiuso ogni possibilità di contrattazione e spinge al collaborazionismo, l’unica forma di rapporto possibile in quanto permette al potere di presentarsi come attento e disponibile alle istanze sociali rafforzandosi e veicolando la propria scala di valori.

La caratteristica di questa impostazione è la modalità di guerra sul fronte interno esplicitata in maniera eclatante con la così detta pandemia che ha trasformato il vivere in una costante militarizzazione, con proclami di vera e propria chiamata alle armi contro tutti/e coloro che si opponevano o dissentivano rispetto alla narrazione e alle scelte dominanti. E’ la modalità sul fronte esterno con la narrazione della guerra in Ucraina che ha la pretesa di diffondere un pensiero unico egemonizzante e di mistificare il ruolo degli Stati Uniti e della NATO che da anni stanno operando una sfacciata politica di aggressione.

Pertanto è suicida mantenere un qualsiasi rapporto con il PD a qualsiasi livello e non denunciarlo come portatore di un progetto autoritario legato a sanguinosi colpi militari e a crudeltà di tipo coloniale nel terzo mondo e nei paesi occidentali di una società che, dietro la maschera della modernità, è contemporaneamente feudale, ottocentesca e nazista. Un progetto incarnato nel governo Draghi che con il politicamente corretto, lo Stato etico, la pretesa di asservimento volontario dei cittadini, lo scientismo, la spinta alla guerra fra poveri e tra cittadini così detti “legittimi” e “illegittimi” sta consegnando alla destra il dissenso e la vita ad una condizione insopportabile.

Pertanto è suicida non opporsi alla NATO e denunciare chiaramente il suo ruolo. E’ necessario opporsi alla militarizzazione dei territori, alle fabbriche di armi e a tutto l’indotto che questo comporta, è suicida allinearsi alle pretese egemoniche e guerrafondaie degli Stati Uniti.

Ma è altrettanto suicida fare i pesci in barile, il gioco delle tre carte o le finte tonte gridando nelle piazze <guerra alla guerra> che è come dire <viva la democrazia> o <vogliamo la pace> che non significa assolutamente niente se non l’esplicita recita di una farsa senza pudore. Perché il femminismo o è liberazione o non è.

Se la storia e la memoria servono a qualcosa, e a questo devono servire, celebrare la resistenza significa riconoscere chi nel nostro paese è portatore di un devastante progetto di aggressione su tutti i fronti e cioè il PD in tutte le sue varianti ed accezioni, la Nato, il governo Draghi. Riconoscere il nemico è una necessità imprescindibile per non combattere a vuoto, anzi facendo gli interessi del potere.

Coordinamenta femminista e lesbica

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