“REATTIVE!”Laboratorio postvittimista aperto a tutt*
Nonostante da alcuni anni il termine femminicidio sia entrato a far parte del linguaggio mediatico e quotidiano, non è cambiata la rappresentazione delle bambine, delle ragazze e delle donne di tutte le età contro le quali è indirizzata la violenza maschile.
I giornali on line, ad esempio, quando scrivono di casi di abusi/violenze domestiche/violenze sessuali, spesso accompagnano il testo con immagini oggettificanti e vittimizzanti.
Queste rappresentazioni, così come i contenuti degli articoli stessi, intrisi di morboso voyeurismo, sortiscono come effetto l’indebolimento delle donne stesse.
Il medesimo dispositivo viene spesso riproposto anche nelle campagne antiviolenza.
Se il modo in cui le donne vengono rappresentate è lo specchio della società in cui si vive, occorre distruggere queste rappresentazioni per liberare l’immaginario e mettere in atto un mutamento radicale nella relazione con noi stesse e tra i generi.
Anche cominciando a rappresentare la nostra forza di reagire possiamo sviluppare la fiducia in noi.
Proveremo, quindi, ad avventurarci in un percorso che ci fornisca strumenti critici per analizzare i processi socio-culturali di indebolimento delle donne e per affrontare la violenza contro le donne da una prospettiva post-vittimista, con particolare attenzione alle strategie che ci permettano di recuperare i saperi e desideri di cui siamo state espropriate.