“Mai contro sole”
<Quando si decide di intraprendere una lotta, il primo problema che ci si dovrebbe porre è il riconoscimento del nemico. Non è questione da poco o da sottovalutare altrimenti rischiamo di combattere “contro sole” e, non vedere chi abbiamo di fronte, significa perdere in partenza.>
<Il percorso di liberazione se anche è un sogno non è meno reale di un passo, il sogno senza il passo si dissolve nel cielo delle idee, ma il passo senza il sogno arranca nel pantano.
Il passo e il sogno disegnano un progetto politico. Il compito ai giorni nostri si annuncia sicuramente rude, ma se sapremo far convergere le classi medie, il mondo operaio, i precari, i marginalizzati, i migranti, i quartieri periferici…cioè tutti coloro che sono attaccati dal neoliberismo e spazzare via i partiti socialdemocratici, comunque si chiamino, potremo determinare un progetto politico capace di mettere in moto le lotte.
E dovremmo partire strappando il velo ad un capitalismo che si è messo una maschera buonista e “democratica” e che così si è spinto a definire e a leggere la sofferenza come una colpa personale e perciò l’io sofferente umiliato, maltrattato viene derubricato dalla sua sofferenza e viene reinserito nel mercato come merce. Un capitalismo per il quale ogni colpa è sempre dell’essere umano che è bacato, fallato e attanagliato da un intimo disordine da combattere ricorrendo alla medicina, al marketing, alla psicanalisi e alla polizia, per cui il conflitto sociale non può che essere un malinteso, le lotte, le ribellioni, gli scioperi i picchetti non possono che essere un disordine intimo da sciogliere in un modo, nell’altro o nell’altro ancora.
In questa società pervasa da inquietudini, da angosce, da sconcerto perfino un granello di umanità può essere uno zoccolo nell’ingranaggio. E’ necessario costruire un baluardo contro il dilagante e vincente neoliberismo che è la realizzazione di una società contemporaneamente feudale, ottocentesca e nazista.>