di Alessandra Daniele
Sono fattorini di Foodora. Li chiamano rider. Li trattano da schiavi. A cottimo, in bicicletta sotto la pioggia e sotto controllo via GPS, come droni telecomandati della Gig Economy. Gig Robot. Hanno chiesto il diritto di essere riconosciuti come lavoratori dipendenti.
Il tribunale gli ha dato torto.
Erano operai dell’Olivetti. Respiravano amianto. Senza sapere che ciò che gli dava da vivere li stava uccidendo. Sono morti di mesotelioma. Le loro famiglie hanno chiesto giustizia.
Il tribunale gli ha dato torto.
E c’è chi ancora promette la via giudiziaria al Cambiamento. Come se la sola causa delle mostruosità del capitalismo fosse la corruzione, e quindi potesse esistere un capitalismo buono perché “sano”.
La mostruosità è connaturata al capitalismo, che produce solo “giustizia” classista.
Fra una settimana ritorna il Primo Maggio, ma i lavoratori non hanno niente da festeggiare.
Questa settimana ritorna il 25 Aprile, ma la guerra continua.
La lotta di classe è una guerra, che il Capitale sta vincendo con la sistematica disumanizzazione dell’avversario da sfruttare.
È una guerra che devasta i territori e deporta i popoli, che mette le sue vittime l’una contro l’altra per annientarle entrambe.
È una guerra di dominio e di sterminio, che fa milioni di morti più o meno “bianche”, e distrugge speranze e dignità di intere generazioni.
È una guerra nella quale è consentito l’uso di qualsiasi arma chimica, dai lacrimogeni ai cancerogeni, e dalla quale non c’è rifugio, perché se scappi dalla fame sei un “migrante economico”, cioè un clandestino. E uno schiavo.
È la madre di tutte le invasioni coloniali, e di tutti i regimi fascisti, torvi, farseschi, o entrambe le cose, più o meno camuffati da democrazie.
La lotta di classe è la guerra, e si combatte ogni giorno in ogni angolo del mondo.
La guerra per il predominio delle cose sulle persone.
Per chi potrà permetterselo, il ponte fra il 25 Aprile e il Primo Maggio s’avvicina. La liberazione dei lavoratori però è ancora lontana.