Gli stupri delle divise 2
Due studentesse a Firenze, la mattina del 7 settembre scorso hanno denunciato in questura lo stupro avvenuto nella notte da parte di due carabinieri che all’uscita da una discoteca si erano offerti di accompagnarle a casa con l’auto di servizio. Lo stupro sarebbe avvenuto una volta entrate nell’atrio del palazzo e nell’ascensore.
Quando si parla di violenza sulle donne ci si dimentica o si fa finta di dimenticare troppo spesso che la violenza su di noi è frutto di un modello economico e di un ruolo che ci viene assegnato. E’ necessario smascherare quella che è l’essenza del patriarcato nella stagione neoliberista vale a dire un modello in cui la gerarchia, la meritocrazia, l’autoritarismo, la pretesa debordante di ordine, legalità, controllo si accompagnano alla strumentalizzazione della violenza di genere, dei diritti umani, dell’antirazzismo. E la violenza esercitata da uomini in divisa è l’espressione più esplicita di questa società. La divisa porta con sé l’esaltazione della così detta virilità, della pretesa di dominio, soggezione e possesso, della garanzia di immunità e di arbitrio. In questo contesto quando avviene una violenza sulle donne l’attenzione è indirizzata verso soluzioni che riportano ad una tutela vittimizzante e corporativa che neppure increspa il modello precostituito, ma anzi lo rafforza mostrando lo Stato e le sue associazioni come efficaci, attente, sensibili, partecipi.
E’ necessario invece battersi contro le categorie che strutturano questo modello sociale: non ci sarà mai fine alla violenza patriarcale finché si accetteranno e si perpetueranno gerarchia e meritocrazia, militarizzazione e possesso, autoritarismo e classismo e finché le donne non si organizzeranno autonomamente.
Vi rimandiamo anche a quello che abbiamo scritto in Stupri delle divise 1