Un silenzio assordante…

“L’UMANITA’ STA MORENDO IN UN SEMINTERRATO DI CIZRE”

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Schermata 2016-02-02 a 17.35.40L’umanità sta morendo in un seminterrato di Cizre. Per aver esposto questo striscione, il 28 gennaio scorso due giovani donne sono state arrestate ad Ankara.

Una donna morta nel seminterrato nei giorni scorsi

Una donna morta nel seminterrato nei giorni scorsi

Oggi è il terzo giorno senza notizie da quel seminterrato dove, 11 giorni fa, una trentina di persone, tra le quali alcune ferite, avevano cercato riparo dagli attacchi governativi sulla popolazione civile. Di certo si sa che sette di loro sono morte e altre quindici erano, l’altro ieri, ormai in condizioni critiche dovute alla mancanza di cure mediche, di acqua e di cibo, come testimoniavano anche le terribili immagini inviate da quella trappola mortale.CaDARyXXEAA9uM8Il 31 gennaio, le madri che cercavano di raggiungere l’edificio, sventolando le bandiere bianche, sono state fermate e trattenute in questura per alcune ore. Una volta rilasciate, hanno raccontato di essere riuscite ad avvicinarsi all’edificio, ormai ridotto ad un cumulo di macerie che lo rende irriconoscibile e che impedisce ogni via d’uscita, e di aver provato a chiamare i loro figli e figlie, senza ricevere risposte. Secondo una dichiarazione rilasciata dalle Unità di autodifesa civile (YPS), le forze dello stato hanno occupato l’edificio il 30 gennaio, compiendo probabilmente un’esecuzione di massa.

Ininterrotte veglie di resistenza si stanno tenendo in diverse località. Gülsüm Elvan, madre di un quindicenne, Berkin, morto dopo nove mesi di agonia per le ferite causate dalla polizia due anni fa, durante le proteste di Gezi Park ha dichiarato, mentre partecipava con altre madri ad una veglia di resistenza a Gırêmîra, “Anch’io stavo morendo mentre Berkin moriva lentamente sotto terapia intensiva. Per questo sono molto vicina al dolore che provano oggi le famiglie di quelli intrappolati nel seminterrato a Cizre. Anche le loro famiglie li guardano morire, proprio come è accaduto a me. Vorrei poter guarire uno di loro curandogli le ferite”

Oggi a Van e ad Istanbul le artiste e gli artisti si sono mobilitati per denunciare la situazione, visto che tra i feriti rinchiusi nel seminterrato ci sono anche un’insegnante di danza, una cantante e un regista.

In questo quadro atroce, il primo ministro Davutoğlu ha pure dichiarato che il governo dell’AKP deve rivedere la propria strategia di sicurezza, perché quella attuale si è rivelata inefficace per “risolvere il problema” del PKK. Useranno l’atomica?

E guardate un po’ cosa può succedere a chi viene sorpreso a parlare in kurdo ad una stazione di autobus ad Istanbul (video 1 e 2 in questo tweet).

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