Che cos’è per noi una radio militante

Che cos’è per noi una radio militante

E’ inutile sottolineare l’importanza dell’informazione e della comunicazione per veicolare i valori dominanti.
Ma, informazione e comunicazione, sono anche strumenti di resistenza e di lettura alternativa, al servizio dei cambiamenti sociali.
Dovremmo sgombrare il campo, subito, da un equivoco.
Come nella società non si superano le lotte corporative facendo la loro somma matematica, dato che il dominio del capitale è verticale, ma è la sintesi delle lotte che le fa diventare di classe, così, nel campo della comunicazione, quella che si chiama opinione pubblica o, più correttamente, pensiero collettivo, non è la somma di pensieri individuali, ma un pensiero che assorbe ed investe la società nel suo complesso.
E’ corrente la manipolazione delle notizie che, tra l’altro, in una società come la nostra, avviene, quasi sempre, senza che ci sia stata censura o un ordine diretto di falsificazione.
Ma, l’influenza più importante, esercitata dai media, non dipende da ciò che viene pubblicato, ma da ciò che non viene pubblicato.
Si esiste politicamente se si esiste mediaticamente.
Pertanto, diventa importante per una radio come ROR, perché questo ci importa, raccontare quello che non viene detto.
Ne deriva che ci dovremmo vantare di essere una radio di parte.
Da questa scelta, per certi versi naturale e obbligatoria, discende che, contrariamente a quanto qualcuna/o può credere, la radio si rafforza anche negli ascolti e si riporta ad unità il dilemma radio del movimento o di movimento.
La radio dovrebbe camminare su tutte e due le gambe, ma, quella d’appoggio, è di essere una radio di movimento.
Nell’attuale stagione della grande diffusione delle notizie in rete, acquista, poi, un’importanza notevole avere un legame organico tra il momento radiofonico e la notizia in rete, dove andrebbe sviluppata l’attenzione alla scrittura e all’immagine, in sintonia con la sensibilità, tutta odierna, di recepire le notizie.
In ultimo, ma non per questo meno importante, siamo costrette/i a fare i conti con il fatto che la vittoria del capitale ha prodotto una forma di neo-analfabetismo di ritorno rispetto alla politica.
Se sono le parole che fanno le cose, disfare, annullare, dimenticare, quelle parole che sono state categorie di rappresentazione e strumenti di mobilitazione, ha contribuito al balbettio con cui si manifesta la lotta di classe, dal momento che il neoliberismo, prima ancora che una lettura economica della società, è un’ideologia, l’unica che parla e si rappresenta.
E’ necessario recuperare parole e categorie come ideologia,teoria,linea politica,rapporti e lotta di classe,rimuovere il revisionismo sulla storia del movimento operaio e sulle lotte degli anni ’70.
Questo compito,per una radio militante, assume importanza vitale con riferimento all’attuale stagione politica.

 

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