Per Clement, dei fiori rossi nel nostro cimitero

da scateniamotempeste.wordpress.org in antifascismo

Di ScateniamoTempeste

Stavo per cominciare questo piccolo articolo con la frase “Clement avrebbe potuto essere chiunque di noi” e, invece, riflettendo bene, Clement non avrebbe potuto essere chiunque. Lo sminuirei. Perché quando i fascisti uccidono, non uccidono a caso. Non sparano nel mucchio. Oggi non lo fanno più. E infatti lui non è stato colpito casualmente da una forza cieca, ma ucciso perché un compagno, perché antifascista.

Ecco i fatti, per chi ancora non li conoscesse, perché certe notizie fanno il giro della rete solo in alcuni circuiti, mentre i media e l’informazione mainstream preferiscono concentrare l’attenzione sui 35 saggi, su i vizietti di Berlusconi, sulle spese e le sparate di Renzi: a Parigi, il 5 giugno, un giovane di diciannove anni, militante di Azione Antifascista Paris-Benlieue, Clement, che si trovava con tre amici presso la Gare Saint Lazare di Parigi, dove aveva luogo una vendita di abiti in stile skinhead, è stato riconosciuto come militante antifascista da alcuni fascisti ed è stato aggredito con un tirapugni. Dopo aver battuto il capo contro un palo, è stato trasportato in ospedale, dove è morto.

Morire ucciso a nemmeno vent’anni ricorda tante troppe storie. Ognuna unica. Ognuna col peso del dolore, per gli amici, i compagni, i familiari, che a volte comprendono le scelte di una militanza – ma si chiedono perché proprio a lui/lei doveva capitare – altre volte no, e allora fanno ancora più fatica a darsi una risposta, ad accettare le conseguenze tragiche di una scelta di militanza (perché quando sei antifascista a volte “rischi” solo per il tuo essere). In Francia come in Italia. Oggi come ieri.

Ci sarà sempre chi chiederà giustizia. E chi la chiederà allo stato.

Così come mi stupiscono quelli/e che pensano che di antifascismo non si muoia più, così come mi lasciano interdetta quelli/e che pensano che il fascismo non esiste più, altrettanto mi sorprende ancora chi crede che lo stato e la sua legge – l’Italia, la Francia, qualsiasi paese borghese e capitalista… – possano fare giustizia contro le ingiustizie. Certamente può essere logico desiderare che i colpevoli vengano puniti, è una reazione umana e normale; e a dirci che speriamo nella legge del taglione, oggi un antifascista domani un fascista, non sarà certo la mia voce ad alzarsi, semplicemente perché non credo che possa avere un senso allo stato attuale; ma sperare nella giustizia “borghese” mi pare almeno un po’ da tonti, oggi. Basta osservare in ogni angolo del mondo capitalista da che parte si schiera lo stato e la risposta certamente non la troveremo nelle banlieu di Parigi, ma neppure nelle favelas di San Paolo, né nelle periferie romane, né nei Cie, non la troveremo accanto ai poveri, ai deboli, alle minoranze oppresse e neppure accanto alle antifasciste e agli antifascisti. Perché allora dovremmo invocare la giustizia francese?

Siamo davvero certe/i che la otterremo?

Io non so cosa sia ragionevole sperare, forse centinaia di fiori rossi per ogni vita spezzata… Avrebbero più senso per me che invocare i tribunali.

Clement nessuno lo ridà ai suoi compagni (che poi sono i  nostri compagni, e allora è meglio scrivere “Clement nessuno lo ridà ai compagni”). Nemmeno una sentenza giusta, figuriamoci una ingiusta, come sarà, se ci sarà.

Così come a noi nessuno ridà Dax, memoria solo nostra, ucciso da balordi, come dicono i giornalisti nostrani, ucciso da fascisti, come diciamo noi, che sappiamo di avere ragione. Nessuno ci ridà Carlo, neppure se qualche pia amministrazione decide di dedicargli una sala comunale o un parco. Carlo non sta in quella sala o in quel parco, di chi predica giustizia servendosi della sua immagine come un feticcio per poi appoggiare le peggiori politiche neo-liberiste, da un lato, e conservatrici delle gerarchie sociali, dall’altro.

Nessuno ci ridà nemmeno Stefano, ucciso due volte da una scandalosa sentenza di un paio di giorni fa, che assolve tutti i poliziotti accusati del suo massacro. Siamo addolorati/e per questo, ma non stupiti/e. È solo l’ennesima riprova di ciò che già conosciamo.

Noi sappiamo che lo stato si assolve e che assolve anche i fascisti e non li chiama mai con il loro nome, burattini utili per tenere l’ordine sociale, contro uno o contro l’altro. Teste calde. Utili per incutere paura. Non è mai il caso che se la prenda troppo con loro, non sono loro i veri nemici e, nella giusta quantità, possono anche risultare utili. E noi, che abbiamo solo dei fiori rossi e una storia per ogni vita spezzata, che dovremmo fare? Riempire i cuori con la rabbia del nostro cimitero e proseguire sulla nostra strada convinti che siamo nel giusto.

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