Ieri e oggi (19 e 20 marzo) a Trieste e Udine, mercoledì (23 marzo) a Genova!
qui potete aggiornarvi sugli appuntamenti


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Riprende il percorso della Consultoria Autogestita.
Consultoria autogestita, c/o Ambulatorio Medico Popolare di via dei Transiti 28 a Milano.
https://consultoriautogestita.wordpress.com/

Ricominciamo con iniziative di confronto e riflessione sulla cura, la salute, la prevenzione e l’autodeterminazione dei nostri corpi, alla luce della situazione politica e sociale attuale.
Vogliamo ri-creare uno spazio aperto a tutte, in cui scambiarci idee, proposte, riflessioni e pratiche di resistenza e lotta.
Vogliamo riprendere la buona pratica del partire da noi, con la consapevolezza che oggi è necessaria una “cassetta degli attrezzi” aggiornata: Il momento richiede uno sforzo per dotarci di strumenti adeguati al presente e linguaggi altrettanto capaci di parlare a più persone.
Un percorso consapevole della multietnicità della nostra città, della forza e ricchezza che può darci il contributo di tutte e lo scambio continuo tra visioni e pratiche differenti.
Ad ognuna secondo i propri bisogni, da ciascuna secondo le sue possibilità.
✓ 9 e 10 marzo 2020: a due anni dalla strage nelle prigioni italiane
✓ Presentazione degli incontri a Trieste e a Udine con Nicoletta Poidimani
su “Nocività, difesa ipocrita della vita e militarizzazione della salute •
dall’ICMESA di Seveso (1976) all’attuale gestione della pandemia”
✓ Approfondimento sull’analisi svolta nel 1968/69 dalla critica radicale
italiana nei confronti della contraddittoria figura del militante politico
✓ Contributi e ascolti di spezzoni da:
– documentario Rai News 24 sull’inchiesta di Modena
– conferenza dell’antropologa Stefania Consigliere a Bussoleno

Pensieri, musica, parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione
Contatti di posta:
Associazione Senza Sbarre
Casella Postale 129 – Trieste centro
34121 Trieste
Contatti di posta elettronica:
liberetutti@autistiche.org
Riceviamo dalla <Rete contro la guerra e il militarismo – Napoli> questo bel documento. Per contatti e info: retecontrolaguerranapoli@autistici.org

La crisi ucraina ha sostituito la pandemia nel bombardamento quotidiano di notizie. Siamo passati dall’ossessiva campagna contro i pericoli del Covid, scomparso improvvisamente dagli schermi, alle immagini, accompagnate da commenti fuorvianti, di distruzione e di notizie terrificanti sui crimini commessi dall’esercito invasore. Agli esperti virologi ed epidemiologi si sono sostituiti specialisti politici e militari che ci spiegano i pericoli che corre la pace nel mondo, la cattiveria (demoniaca o demenziale a seconda dei gusti) del nuovo Zar russo e ci invitano a schierarci a fianco del popolo ucraino immotivatamente aggredito sostenendo gli sforzi del governo per contrastare questa nuova emergenza. Un martellamento a reti unificate da far impallidire i propagandisti di Mussolini e Hitler.
Si tratta di propaganda di guerra che ha come obiettivo quello di farci schierare a sostegno dei nostri valori occidentali contro il dispotismo russo orientale. Come fuori dai denti ci ricorda qualche cronista, qui siamo nel cuore dell’Europa. Non si tratta di afghani, iracheni o siriani e meno che mai di africani, qui si tratta di un Paese e di un popolo fratello che ci somiglia. Nulla a che fare con quegli straccioni né bianchi né biondi arrivati alle frontiere europee, anche provenienti dall’Ucraina, dopo essere scappati da guerre che i governi “democratici” occidentali hanno scatenato contro i loro Paesi e che l’Europa, tanto accogliente ora verso i profughi ucraini, sta ancora adesso lasciando morire di fame e di freddo dietro i fili spinati ed i muri che l’hanno resa una fortezza.
Si tratta di propaganda di guerra del nostro paese, diventato parte attiva del conflitto in atto insieme ai suoi alleati occidentali per giustificare la vera aggressione da essi praticata contro la Russia che dura da decenni e di cui la crisi ucraina costituisce semplicemente il più recente tassello. Continua a leggere
I fatti:
«Alcuni lavoratori dell’aeroporto civile Galileo Galilei di Pisa ci hanno informato di un fatto gravissimo: dal Cargo Village sito presso l’Aeroporto civile partono voli “umanitari”, che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant’altro utile per le popolazioni ucraine tormentate da settimane da bombardamenti e combattimenti. Ma non è così! Quando si sono presentati sotto l’aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni ed esplosivi. Una amara e terribile sorpresa, che conferma il clima di guerra nel quale ci sta trascinando il governo Draghi. Di fronte a questo fatto gravissimo, i lavoratori si sono rifiutati di caricare il cargo: questi aerei atterrano prima nelle basi USA/NATO in Polonia, poi i carichi sono inviati in Ucraina, dove infine sono bombardati dall’esercito russo, determinando la morte di altri lavoratori, impiegati nelle basi interessate agli attacchi […]» (da l’Antidiplomatico).
La “soluzione”:

Questo post è dedicato a chi pensa che la guerra sia soltanto altrove…



Leggete anche qui https://coordinamenta.noblogs.org/post/2020/03/12/12-marzo-1977-12-marzo-2020/
Il 12 marzo 1977 sotto una pioggia battente, centomila militanti, non centomila manifestanti, che è una cosa ben diversa, hanno attraversato Roma per dichiarare la loro alterità ai progetti repressivi e mortiferi scaturiti dal compromesso storico. Il giorno prima a Bologna era stato ucciso Francesco Lorusso. Ma la manifestazione nazionale era già stata chiamata da tempo. Erano compagne e compagni. E c’erano anche le femministe dell’AED Femminismo Roma, che pensavano che lo Stato fosse il nemico e non un interlocutore, che pensavano che il patriarcato fosse intrecciato in maniera inscindibile con il capitalismo, che ritenevano il separatismo strumento indispensabile della lotta femminista, che non credevano affatto nella fine delle ideologie perché l’ideologia non è altro che l’insieme delle idee con cui e per cui lottiamo, che portavano avanti autorganizzazione, autofinanziamento, autonomia con le donne e per le donne, che denunciavano la svendita delle lotte femministe al sistema del capitale…e che nel volantino distribuito pochi giorni prima , l’8 marzo, così scrivevano:
“[…]E’ in atto nel paese un vasto programma di riforme che tende a rilanciare il ruolo egemonico della borghesia come classe dirigente e a minare la lotta di liberazione della donna, la presa di coscienza delle classi subalterne, le conquiste operaie. Questo progetto riformistico avanza su due piani: 1) il rilancio della strategia del consenso, cioè la partecipazione delle classi subalterne ai progetti politici della classe dirigente 2) la repressione nei confronti degli strati politicizzati che non si fanno irretire da questa politica[…] Psichiatri, psicologi, psicanalisti, sessuologi, tiratori scelti, “squadre speciali” sono i nuovi interpreti del progetto politico[…] pertanto il potere ci ha regalato i consultori che si propongono come strutture tentacolari organizzate per intervenire nella crisi odierna che, con l’alibi dell’impreparazione dei singoli, demandano la soluzione delle tensioni individuali e sociali allo “specialista del comportamento” che le risolverà nell’ambito del sistema e non contro di esso, nonostante di quelle tensioni proprio il sistema sia responsabile[…] I CONSULTORI DELLO STATO NON DEVONO TROVARE LA COLLABORAZIONE DELLE DONNE CHE HANNO INVECE IL DOVERE DI SMASCHERARE IL RUOLO DEI CONSULTORI E DEI POLIZIOTTI IN CAMICE BIANCO[…]
dal manifesto dell’AED Femminismo di quell’8 marzo
“I consultori programmati e finanziati dallo Stato sono: organismi al servizio del potere/ finalizzati al controllo del numero della popolazione/ canale di trasmissione dei valori dominanti/ strumento di manipolazione delle coscienze/ baluardo contro le soluzioni alternative e le prassi diverse.
ORGANIZZIAMO CONSULTORI ALTERNATIVI AUTOFINANZIATI!
Vi riportiamo uno stralcio dal “Manuale Femminista”, delle compagne dell’AED Femminsmo, stampato da Savelli nell’ottobre di quel 1977
“[…]l’educazione sessuale trasmette le norme su come, dove, quando e perché realizzare una attività sessuale “educata” e ovviamente le norme si imparano per attenervisi e sono trasmesse come “scientifiche” dagli “specialisti del comportamento” al servizio della classe al potere.
Progetti di legge per l’educazione sessuale nelle scuole sono già impostati. L’educazione sessuale degli adulti, nei consultori di Stato è già avviata.
Evidentemente ci sono lotte interne per arrivare alla gestione del settore. L’adulto si costruisce attraverso il condizionamento sin da bambino. Solo che l’appannaggio di questo condizionamento una volta era dei preti, oggi è dello Stato. E qui nasce lo scontro tra le forze clericali improntate alla repressione sessuale e le forze laiche psico-consumistiche ispirate alla logica della sessualità come mito e dovere sociale.
Educare significa scegliere per gli altri, finalizzare, utilizzando le strutture di cui lo Stato dispone: scuole, consultori, la stampa, la televisione, la radio, i film…
Quale indirizzo vincerà nelle scuole? Quello tradizionale o il “nuovo indirizzo”! delle false avanguardie?[…]
• Solidarietà a Juan e compagn* del Trentino nuovamente attaccati dalla
repressione
• 8 marzo 2022 da Rovereto a Decimomannu a Trieste…
• Lettere dal carcere femminile di Uta

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Un gran bel comunicato degli student* contro il Green Pass di Udine sulla questione ucraina.

Non possiamo che nutrire sconforto e provare una forte angoscia nel vedere certe scene provenire dall’Ucraina … sappiamo bene che una guerra è sempre fonte di morte e distruzione che, spesso e volentieri, si ripercuotono sulla popolazione innocente ed inerme, vittima di una cinica partita giocata per interesse di contrastanti blocchi di potere.
In primis ci teniamo dunque a chiarire ed esprimere la nostra più totale solidarietà e vicinanza alle colpite popolazioni ucraine (di ogni cultura e gruppo etnico), e tendiamo loro idealmente la nostra mano in segno (in netto contrasto con l’ormai onnipresente tendenza divisiva e fratricida alimentata) di amicizia ed unione.
Vogliamo però chiarire che la nostra mano è tesa alla popolazione ucraina, non al suo governo né a certi gruppi di esaltati che in quel paese da anni soffiano sul fuoco di un certo nazionalismo malato, con l’intento di minare la pacifica convivenza tra i diversi gruppi etnici del paese, e che nel mentre hanno consegnato e svenduto la loro terra nelle sporche (di sangue) mani dell’occidente a guida USA (ma con la servile complicità degli altri soliti noti, tra cui anche la nostra Italia).
Queste ultime asseverazioni possono sembrare forti, ed infatti lo sono, ma sono anche terribilmente vere e per averne qualche prova basta solo fare una semplice ricerca online:
Cercate informazioni sulla strage di Odessa (di cui stranamente nessun media occidentale si degnò di parlarne all’epoca dei fatti) e capirete…
https://it.wikipedia.org/wiki/Strage_di_Odessa
(IMMAGINI FORTI) – Foto strage di Odessa
Cercate cos’è e da chi è formato Pravyi Sektor e capirete…
Cercate che razza di roba è il battaglione Azov e capirete…
Riceviamo e pubblichiamo un interessante articolo di una compagna salentina.

Nella sua informativa urgente alla Camera dello scorso 25 febbraio, Mario Draghi ha annunciato l’imminente prospettiva della riduzione di disponibilità di gas come conseguenza delle sanzioni verso la Russia.
Bacchettando le (astratte) responsabilità di una politica energetica fondata sulla dipendenza da un fornitore prevalente, il capo del governo ha ammesso di avere un solo asso nella manica: riaprire le ultra inquinanti centrali a carbone.
Nei giorni successivi, i maggiori organi di informazione italiani hanno dato grande risalto al dichiarato proposito del primo ministro per il futuro degli approvvigionamenti del paese: “incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico come il TAP, dall’Azerbaigian, il Trans Med dall’Algeria e dalla Tunisia, il Green Stream dalla Libia.”(1)
Ne è così seguita una copiosa fioritura di articoli e servizi televisivi che annunciavano l’imminente e certo raddoppio del gasdotto TAP.
E’ dunque necessario fare un po’ di chiarezza sulla reale consistenza di questi annunci che
prospettano facili soluzioni, sempre tenendo conto che le dipendenze non si risolvono mai
cambiando spacciatore.
Un raddoppio è possibile?
Stando agli ultimi test di mercato effettuati dal consorzio Tap, no: almeno per il momento la proposta di estensione dell’infrastruttura non ha trovato finanziatori (2) interessati ad un affare che si dovrebbe concludere nel 2026 in un panorama internazionale di forte instabilità. Giova ricordare qui che Tap è solo l’ultimo tratto di una condotta che arriva in Puglia partendo dal mar Caspio e che attraversa la Georgia e la Turchia.
Di certo, costruire gasdotti comporta tempi lunghi e costi enormi: quello trans adriatico è una fra le infrastrutture più costose della storia dell’UE: 40 miliardi di dollari, per lo più provenienti da stanziamenti di banche pubbliche.
Allora, è possibile almeno portare il gasdotto a pieno regime, come suggerisce Draghi? Forse, dipende, vediamo…. Continua a leggere


C’è un fronte esterno in cui si esprime l’imperialismo e la pretesa egemonica dello Stato del capitale, gli Usa. Gli Stati Uniti, supportati da alleati e vassalli e con la Nato trasformata in esercito di aggressione, intendono piegare tutti gli stati asimmetrici ai loro interessi. Le guerre neocoloniali, la destabilizzazione di stati sovrani, lo stillicidio delle provocazioni non sono altro che l’esplicitazione della pretesa di dominio USA. L’Ucraina è il terreno su cui piegare la Russia, altrimenti sarà la guerra con tutto ciò che un conflitto mondiale può esprimere ora. Gli interessi dell’Europa non sono quelli degli Stati Uniti e ciò nonostante nessuno si sottrae. Le richieste che gli Usa pretendono che Putin rispetti, ci ricordano tanto un vecchio film del 1979 “Zulù Dawn” in cui gli inglesi in Sudafrica propongono al sovrano Zulù un accordo irricevibile per non scatenare il conflitto, ma lo scopo reale è quello di scatenarlo proprio attraverso l’improponibilità delle richieste.
Smascherare i meccanismi reali è necessario, ma sono così sotto gli occhi di tutti che non ce n’è neppure bisogno. Il nostro no alla guerra imperialista è totale, assoluto e irrevocabile.
E c’è un fronte interno. Il neoliberismo ha scatenato la guerra alle cittadine e ai cittadini dei paesi occidentali, è una scelta ideologica a tutto campo. Sono stati chiusi tutti gli spazi di mediazione, l’impoverimento che in misura diversa colpisce tanti strati sociali ed è sempre più profondo non è il risultato non previsto di una presunta crisi economica ma è voluto e calcolato . Il controllo sociale è serrato, la militarizzazione dei territori e delle città mette in scena il rapporto Nato “Urban Operations 2020”. Chi si oppone, chi manifesta il proprio dissenso, chi trasgredisce, chi non accetta supinamente la narrazione pandemica e osa sottrarsi, rifiutare il green pass, rifiutare il controllo, rivendicare autodeterminazione viene immediatamente criminalizzata/o con pesanti ritorsioni, ricatti, vessazioni, esclusione, marginalizzazione che mirano a colpire la vita materiale dei singoli/e e a metterli nell’impossibilità stessa di vivere. Il neoliberismo è riuscito a mettere poveri contro poveri, così detti cittadini legittimi contro migranti, occupati contro disoccupati, vaccinati contro non vaccinati. Il PD e i suoi collaterali sono i principali artefici della naturalizzazione del neoliberismo qui da noi e tutto l’arco costituzionale è asservito. Il riconoscimento del nemico e saper distinguere aggressor* e aggredit* sono passaggi fondamentali del fare politico.
Poi c’è un altro fronte esterno che riguarda il nostro specifico.
Dobbiamo fare i conti con la strumentalizzazione che il neoliberismo fa dei diritti umani, del razzismo, delle oppressioni, della violenza sulle donne e sulle diversità. La modalità di sottomissione e di gestione delle donne e delle diversità sessuali è cambiata, non avviene più attraverso la condanna sociale diretta, ma attraverso la colpevolizzazione attuata dal politicamente corretto, la tutela vittimizzante che prevede l’asservimento volontario. L’emancipazione è diventata uno strumento per inglobare le soggettività che in cambio della propria personale promozione, aderiscono e si fanno sponsor dei valori della società neoliberista e partecipano attivamente all’oppressione di tutte le altre e tutti gli altri. L’emancipazione delle donne e delle diversità sessuali e l’integrazione che si pretende dai/dalle migranti sono meccanismi simili: chi è disponibile viene inglobato/a, ma deve assumere i valori di questa società, deve mettersi una maschera bianca, diventare più realista del re e partecipare alla condanna e alla persecuzione di tutte quelli e tutte quelli indisponibili a questa soluzione.
Mai come in questo momento il genere è stato attraversato dalla classe e il tradimento di genere di quelle che si sono vendute al patriarcato assumendo i valori di questa società, va denunciato e smascherato.
Poi c’è un altro fronte interno. E’ la gabbia, anzi il sistema di gabbie, in cui ognuna di noi è chiusa, fatto di norme, stereotipi, convenzioni, ritualità, normalità….giudizi… condanna sociale…. spesso introiettate in maniera inconsapevole anche da noi stesse, contro cui combattiamo tutti i giorni cercando di prenderne consapevolezza, di renderle palesi, di metterle in discussione…ma anche questo non è facile. Spesso quando pensiamo di aver spezzato queste invisibili sbarre della gabbia che ci circonda, scopriamo che ce n’è un’altra, in un perverso gioco di scatole cinesi. E in tutto questo ci sono gioie e dolori…. un bicchiere di vino… carezze…sorrisi oppure rabbia… impotenza …insoddisfazione… insicurezza… sbagli…ci siamo noi, insomma, femministe e compagne, sempre.
Ma non ci avrete mai come volete voi.
qui il volantino Posizionamento 2
Coordinamenta femminista e lesbica/ coordinamenta.noblogs.org/coordinamenta FB/coordinamenta@autistiche.o
Leggendo la piattaforma dei cortei organizzati da NUDM per l’8 marzo ho notato che manca del tutto l’acronimo della NATO, regia per nulla occulta di questa nuova guerra.
Allora ho pensato: riecco ‘sorella’ Atena!
Per rispolverare la memoria – che oramai pare essere un lusso per poche – vi invito a rileggere le mie Riflessioni su ‘sorella’ Atena e alcune demistificazioni necessarie, scritte in altri anni e per altre guerre ma, a quanto pare, più che mai attuali nella sostanza.
Nel contempo vengo a sapere da alcune compagne che ci son stati tentativi di escludere dai cortei le donne che partecipano ai percorsi contro il green pass. No comment…
Mai come domani andrò volentieri a lavorare!
Striscione della Coordinamenta

Pubblichiamo la registrazione dell’iniziativa del 5 marzo 2022 a piazza delle Gardenie organizzata dall'<Assemblea romana contro il Green Pass> con Nicoletta Poidimani.
Qui i riferimenti sul sito di Nicoletta https://www.nicolettapoidimani.it/?p=1914
10 luglio 1976: una nube tossica contenente diossina fuoriesce dall’Icmesa di Seveso (MI), fabbrica chimica di proprietà della svizzera Hoffmann-La Roche che, nei fine settimana, produce armi all’insaputa della popolazione.
Le istituzioni impongono piani d’emergenza e stravolgono la vita di chi abita nel territorio circostante con deportazioni di massa e militarizzazione.
Quarantacinque anni più tardi, col pretesto della ‘pandemia’ da Covid-19, viene dichiarato lo stato d’emergenza su tutto il territorio italiano e un generale della Nato viene nominato ‘Commissario per la gestione dell’emergenza epidemiologica’. Ancora una volta alle questioni irrisolte sulla salute le istituzioni rispondono con misure coercitive e con la militarizzazione.
Insieme a Nicoletta che ha vissuto in prima persona il disastro di Seveso, cercheremo di comprendere come le differenti percezioni del rischio possano attivare strumenti di lotta e di autodeterminazione o, all’opposto, aprire la strada a soluzioni autoritarie.

Qui i riferimenti della giornata del 5 marzo https://coordinamenta.noblogs.org/post/2022/02/24/5-marzo-a-piazza-delle-gardenie-alle-ore-16-00-con-nicoletta-poidimani/




