Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 28 luglio 2022

Zardins Magnetics di giovedì 28 luglio 2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Terra bruciata: considerazioni sulla gestione dell’emergenza incendi,
prendendo spunto da alcuni articoli di movimento sulle realtà della Sardegna
✓ Repressione delle lotte: un approfondimento sulla situazione di un
compagno condannato per devastazione e saccheggio in relazione agli scontri
avvenuti a Roma il 15 ottobre 2011
✓ Prosegue la lotta del Coordinamento No Greenpass di Trieste, con un
presidio informativo in merito al conferimento dell’immunità legale da
parte del governo a un centro di ricerche biotecnologiche e genetiche con
sede a Padriciano (TS)

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

Pensieri, musica, parole:
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione

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Associazione Senza Sbarre
Casella Postale 129 – Trieste centro
34121 Trieste

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Sporchi No Vax/ stasera ore 20 e 30

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Riascoltate Zardins Magnetics di giovedì 21 luglio 2022

Zardins Magnetics di giovedì 21 luglio 2022.

Riascoltatela  qui https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/ù

“Ho sassi nelle scarpe
E polvere sul cuore
Freddo al sole
E non bastano le parole”
da “Ovunque proteggimi” di Vinicio Capossela

Gli argomenti:

✓ Lo Stato condanna Juan a 28 anni di carcere. Un contributo audio sulla
repressione antianarchica
✓ Dichiarazione di Juan al Tribunale di Treviso
✓Letture da due corrispondenze di Iannis Michalaidis in sciopero della fame
dal 23 maggio

Puoi ascoltare la diretta con:
FM 90.0 MHz in FVG oppure
ht tps://radioondefurlane.eu/

Il podcast:
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Zardins Magnetics va in onda a cura di Assemblea permanente contro il
carcere e  la repressione

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Arrestati questa mattina dirigenti nazionali del Si Cobas

Comunicato del Si Cobas

ARRESTATI DIRIGENTI NAZIONALI DEL SI COBAS: UN NUOVO, PESANTISSIMO ATTACCO REPRESSIVO CONTRO IL SINDACATO DI CLASSE E LE LOTTE DEI LAVORATORI.

All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.
Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…
Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.
È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.
È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.
Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.
Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.

 

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Documento sul corteo del 9 luglio a Saronno

𝐒𝐔𝐋 𝐂𝐎𝐑𝐓𝐄𝐎 𝐃𝐄𝐋 𝟗 𝐋𝐔𝐆𝐋𝐈𝐎 𝐀 𝐒𝐀𝐑𝐎𝐍𝐍𝐎 𝐂𝐎𝐍𝐓𝐑𝐎 𝐋𝐀 𝐒𝐎𝐑𝐕𝐄𝐆𝐋𝐈𝐀𝐍𝐙𝐀 𝐒𝐏𝐄𝐂𝐈𝐀𝐋𝐄

𝐂𝐫𝐨𝐧𝐚𝐜𝐚
E’ passata una settimana dal corteo contro la sorveglianza speciale e ogni giorno vengono rilasciate dichiarazioni più o meno ridicole dei rappresentanti dei partiti politici locali. Ma prima di entrare nel merito andiamo con ordine.
Secondo quanto riporta la stampa locale un corteo di più di duecento persone ha attraversato in lungo e in largo Saronno mettendo fuori gioco il sistema di videosorveglianza e i parchimetri. Ino un trattamento speciale l’Agenzia delle Entrate, bersagliata da numerosi gavettoni di vernice. Lungo il tragitto sono stati scanditi slogan contro le misure repressive, contro gli armamenti prodotti in abbondanza nel nostro territorio, contro gli scempi ambientali, inoltre ci sono stati diversi interventi, dalle lotte del territorio a fatti di più ampio respiro, fino agli aggiornamenti su Juan (la cui notizia della condanna a 28 anni in primo grado ci ha raggiunti poco prima della partenza del corteo) e su Anna e Alfredo, ora sottoposto a regime di 41bis. Arrivati nella piazza in cui si concludeva la manifestazione gli sbirri – evidentemente innervositi dal tenore del corteo che non hanno potuto determinare – hanno inseguito alcuni manifestanti che si dirigevano verso le macchine, hanno preteso di sequestrare quanto era contenuto in una macchina, a costo di far partire alcune cariche della celere per far spostare chi presidiava l’auto. Ne sono conseguiti minuti di colluttazione in mezzo alla strada, con un compagno ammanettato (poi rilasciato), con la perquisizione della vettura all’interno della quale venivano rinvenuti striscioni e le aste per reggerli, oltre a qualche fumogeno. Il succoso bottino (?!) ha avuto come conseguenza il blocco totale di via Marconi, una via adiacente al centro cittadino, fino alle 22.30, l’ora di rilascio dei compagni perquisiti, precedentemente portati in caserma, alla cui uscita un presidio di poco meno di un centinaio di compagni bloccava ancora la strada.
Una giornata importante, per rifiutare la richiesta di sorveglianza speciale nei confronti di un nostro compagno, e per rifiutare tanto la misura tout court – infame esempio di repressione preventiva – quanto la sua applicabilità verso compagni e compagne, che nell’ultimo decennio ha subito una crescita esponenziale. Continua a leggere

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Experimentum Mundi

Experimentum Mundi

da ilrovescio.info

La macchina tecno-industriale affinatasi negli ultimi due secoli prosegue e amplifica la propria violenza originaria. Il suo tempo non è né omogeneo né lineare, bensì stratificato. Spesso i suoi mezzi più innovativi non scalzano quelli più arcaici; li inglobano.

Nulla lo dimostra meglio del conflitto in Ucraina, il quale sembra affastellare e mettere in evidenza diverse epoche della storia del dominio.

Si tratta di una “guerra di materiali”, ovverosia di trincea e logoramento, che ricorda, forse come nessun altro conflitto degli ultimi decenni, la Prima Guerra mondiale. Come mostra anche il linguaggio impiegato dagli antimilitaristi, nel quale ricorrono parole come disfattismo e diserzione; riferite ai conflitti del passato prossimosimili parole avevano una valenza decisamente più allusiva e meno concreta. Circa 200 mila giovani hanno abbandonato in questi mesi la Russia per sottrarsi a un’eventuale mobilitazione generale. Uno scenario, anche questo, che fa ripiombare in pieno Novecento.

Tuttavia, appena ci si alza dal campo di battaglia, o si scende al di sotto, appaiono altri tempi storici.

In Ucraina, oltre a gasdotti e centrali nucleari, ci sono alcuni dei maggiori depositi di plutonio e uranio arricchito al mondo. Sono la ricerca e l’industria atomiche sviluppatesi negli ultimi settant’anni ad aver trasformato quellterra in una delle aree più pericolose del Pianeta. Le possibili catastrofi ambientali fanno impallidire le armi chimiche del ’14-18. Per non parlare dell’impiego di armi atomiche “tattiche” di cui i talk show russi parlano allegramente.

Dei circa 350 laboratori di ricerca biologica “duale” (a uso civile e militare) che gli Stati Uniti hanno costruito fuori dei propri confini, almeno una ventina sono in Ucraina. La guerra biologica – che le bio- e le nano-tecnologie stanno perfezionando sempre di più – sembra sopravanzare quella nucleare, senza tuttavia sostituirla, per un motivo ben preciso: con gli agenti patogeni si può lanciare il sasso e nascondere la mano. Non solo guerra sporca e ibrida, quindi, ma guerra camuffata da “evento naturale”, in cui virus ingegnerizzati e vaccini genetici sono prodotti negli stessi laboratori. E infatti nei laboratori ucraini troviamo Metabiota, un gigante biotecnologico che dichiara ufficialmente di voler «rendere il mondo più resiliente alle epidemie», Myriad Genetics, colosso della ingegneria genetica, che annuncia sulla propria pagina web di «voler sbloccare il potere della genetica» (si tratta della stessa azienda che già una decina di anni fa aveva cercato di brevettare alcuni geni umani).

Se ci spostiamo nei cieli ucraini, entriamo nel futuro cibernetico. Oltre ai droni da ricognizione e ai missili ad attacco guidato russi; oltre ai droni-killer forniti all’esercito ucraino dal regime turco di Erdogan, in orbita troviamo fin dall’inizio del conflitto i satelliti Starlink di Elon Musk. Per la prima volta nella storia, una corporation mette ufficialmente a disposizione di uno Stato estero belligerante le proprie infrastrutture di comunicazione, che diventano così a tutti gli effetti armi da guerra. È grazie ai satelliti e ai terminali satellitari – dal momento che i cavi e i ripetitori delle telecomunicazioni sono stati distrutti dalle forze armate russe – che l’esercito ucraino individua gli obiettivi da colpire e trasmette i dispacci militari. È anche grazie agli informatici della SpaceX che l’esercito ucraino risponde alla cyber-war russa.

Ed è significativo che il Dipartimento USA, dopo aver affermato che quella di Musk era un’iniziativa privata, abbia dichiarato di recente che l’abbattimento dei suoi satelliti da parte dell’esercito russo equivarrebbe a un attacco militare agli Stati Uniti. Nella fusione tecno-militare tra impresa capitalistica e apparati di Stato, salta ogni distinzione tra collaboratore “umanitario”, contractor e combattente regolare.

La guerra «fino all’ultimo ucraino» era già stata anticipataoltre che dal lavoro dei servizi segreti statunitensi e degli addestratori della NATO, dai piani incrociati del Fondo Monetario Internazionale e delle multinazionali occidentali. Metalli, terre rare, campi agricolicavie per l’industria farmaceutica, uteri per la maternità surrogata, cellule staminali per la biomedicina: un Paese trasformato in un grande magazzino, al confine tra il Nuovo Mondo coloniale e il Mondo Nuovo transumano.

Nel rapporto tra innovazione tecnologica e volontà di dominio, tra profitto industriale e mitologia politica, epoche diverse si stratificano dentro lo stesso presente storico. Così i missili ipersonici russi convivono senza problemi con i riferimenti putiniani a Pietro il Grande. Mentre ammalia in nome del futuro, la tenebra del fanale oscuro ha valore retroattivo.

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Podcast della presentazione a Lugano dell’8 luglio 2022

Podcast dell’iniziativa a Lugano dell’8 luglio 2022

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

i-nomi-delle-cose Pubblichiamo la registrazione della presentazione dell’8 luglio a Lugano del nostro libro <Femminismo: paradigma della Violenza/ Non Violenza> con Margherita Croce e Nicoletta Poidimanie organizzata dal SOA Il Molino.

E’ tutta da ascoltare perché sono stati affrontati e dibattuti, pur partendo sempre dai presupposti del libro, temi nuovi e diversificati.

clicca qui

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 14 luglio 2022

Zardins Magnetics di giovedì 14 luglio 2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ “Il regime penitenziario del 41 bis – analisi di un sistema di tortura
normata”
Riproposta di un estratto da una trasmissione di Radio Onda Rossa del 25
giugno 2022
✓ Rivoluzione, rivolta. Un’anti-parola che scatena la tempesta

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Pensieri, musica, parole:
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Pericoloso sociale è lo Stato!

Anche noi riceviamo e condividiamo!

Saronno striscione della manifestazione di ieri 9 luglio 2022

PERICOLOSO SOCIALE È LO STATO

Riceviamo e condividiamo quanto espresso dall’Assemblea popolare di Busto Arsizio in merito alla sorveglianza speciale richiesta per uno dei suoi compagni.

Si tratta dell’ennesimo caso di misura persecutoria contro attivisti no green pass.

In un clima di vera e propria rappresaglia, infatti, una pioggia di provvedimenti repressivi (denunce, fogli di via, divieti ed obblighi di dimora, sanzioni pecuniarie e misure amministrative come il DASPO urbano, licenziamenti, sospensione del salario e demansionamenti) si sta abbattendo su quanti sono scesi in piazza per opporsi agli strumenti di controllo e disciplinamento messi in atto con la gestione autoritaria e militarizzata della pandemia da parte del governo. Tra questi i portuali di Trieste, colpiti già da 4 licenziamenti e decine e decine di provvedimenti disciplinari e denunce, sia per aver partecipato al blocco del varco 4 sia per il ruolo simbolico che la loro presa di posizione pubblica ha assunto per il movimento di lotta contro il green pass e l’obbligo vaccinale.

E’ ormai sempre più chiaro quanto lo Stato, tutti gli apparati e le organizzazioni che direttamente o indirettamente lo sostengono, abbiano tra i loro obiettivi reprimere, isolare e scoraggiare tutti coloro i quali vogliono mettere in discussione questo sistema capitalista.

La repressione contro questi compagni di lotta non è solo una vendetta per la loro presa di posizione pubblica, ma è un preciso avvertimento rivolto a tutti e soprattutto ai lavoratori: non azzardatevi nemmeno a pensare di lottare contro quello che vi aspetta!

E quello che ci aspetta è un attacco ancora più pesante alle nostre condizioni di vita, già rese insostenibili per i costi della crisi e della guerra, e alla nostra agibilità politica e sindacale.

La sorveglianza speciale richiesta per il compagno dell’Assemblea popolare di Busto Arsizio è un provvedimento grave ed emblematico di come lo Stato punti a colpire non azioni specifiche ma, preventivamente, ogni dissenso e l’organizzazione collettiva dell’opposizione alle sue politiche.

Nel frattempo ci giunge notizia che l’udienza è prevista per il 22 settembre.

Oggi è necessario ribadire che questo sistema sociale, sempre più autoritario, è responsabile dei disastri umanitari e ambientali che tutti i giorni abbiamo davanti ai nostri occhi. Per evitare la barbarie a cui inevitabilmente ci sta portando dobbiamo lottare per abbatterlo.

Non permetteremo che nessuno resti solo e parteciperemo ai momenti di solidarietà verso tutti i nostri compagni colpiti dalla repressione.

Di seguito il comunicato da B.A., un saluto e un forte abbraccio da Napoli.

Comitato contro la gestione autoritaria della pandemia, Luglio 2022

“Ieri, ad un ragazzo dell’Assemblea Popolare di Busto Arsizio è stata notificata la richiesta di “Sorveglianza Speciale” della durata di 3 anni. A proporla è la Procura di Busto Arsizio. La stessa Procura che aveva emesso il foglio di via, sempre alla stessa persona, poi cestinato grazie alla vittoria del ricorso al Tar.

La Sorveglianza Speciale è una “misura di prevenzione” volta a tutelare la cosiddetta “pubblica sicurezza”, ed è solitamente richiesta sulla base di sospetti, e non di reati specifici. Consiste essenzialmente nell’isolamento sociale dell’individuo colpito, e può prevedere restrizioni come il rientro notturno, presentarsi in caserma ogni tot giorni e anche il sequestro della patente. Un aspetto davvero pesante è il divieto di partecipare a qualsiasi evento pubblico come manifestazioni, assemblee ecc. Un sorvegliato speciale può vedere un numero limitato di persone e non può frequentare bar, locali, piazze e altri luoghi, non è permesso avere alcun tipo di contatto con pregiudicati.

Se si viola una di queste disposizioni è previsto l’arresto.

Le motivazioni della richiesta si basano sulla costruzione di una presunta pericolosità sociale dell’imputato, la cui “colpa” sarebbe quella di aver partecipato attivamente, da tempo, a diversi momenti di piazza ma soprattutto, secondo chi scrive, aver avuto “il ruolo di leader durante le manifestazioni non autorizzate” dello scorso autunno. Ricordiamo, invece, che chiunque partecipi alla nostra assemblea popolare ha come caposaldo quello dell’orizzontalità non solo come metodo organizzativo ma anche come orizzonte e di questo non possiamo aver dubbio.

Inoltre, è proprio la stessa orizzontalità ad aver caratterizzato e reso incontrollabili e forti (e forse per questo così duramente punite) le mobilitazioni che in quel periodo raggiungevano il loro apice.

Non possiamo in alcun modo tollerare un’azione di questo tipo, ovvero un evidente sdoganamento della repressione d’ideali politici e sociali.

Come se non bastasse, la prima udienza è stata fissata per Mercoledì 15 giugno, rendendo praticamente impossibile organizzare una difesa seria e strutturata.

Vogliamo far sapere alle forze dell’oppressione che noi non ci fermeremo mai e non ci arrenderemo di fronte ai loro vili attacchi.

A tutti coloro che ci seguono e partecipano attivamente vogliamo ricordare l’importanza della solidarietà e della continuità della lotta, non possiamo fermarci, dobbiamo continuare la lotta e supportare chi subisce, come in questo caso, la repressione.

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics /giovedì 7 luglio 2022

Zardins Magnetics di giovedì 7 luglio 2022

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

“Il regime penitenziario del 41 bis – analisi di un sistema di tortura
normata”
Estratto da una trasmissione di Radio Onda Rossa del 25 giugno 2022

Ascolta la diretta:
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34121 Trieste

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La coordinamenta & friends a Lugano!!!

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Giovedì 7 luglio a Udine

Tutta la nostra vicinanza e solidarietà!

ASSEMBLEA PERMANENTE
CONTRO IL CARCERE E LA REPRESSIONE
DEL FRIULI E DI TRIESTE
Giovedì 7 luglio, dalle h 17.30, ci troveremo nei pressi del carcere di Udine, in via
Ragusa, per portare la nostra solidarietà a tutte le persone detenute.
In mattinata è prevista l’ultima udienza di un procedimento della
procura a carico di una compagna e un compagno dell’Assemblea permanente
contro il carcere e la repressione, imputati per aver denunciato
pubblicamente, nel 2019, i responsabili della situazione di malasanità
della prigione friulana, per aver dichiarato l’inimicizia nei confronti
della Lega di Salvini e per la nostra solidarietà con le compagne e i
compagni sotto processo a Trento per l’operazione repressiva “Renata”.

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OPS! 7 luglio/ iniziativa sul 41-BIS

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Podcast dell’iniziativa del 1 luglio 2022 Servitù volontaria Ribellione necessaria a piazza delle Gardenie

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

i-nomi-delle-cose

Pubblichiamo  la registrazione della presentazione del 1 luglio 2022 a piazza delle Gardenie del nostro libro < Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza> organizzata insieme all'<Assemblea romana contro il green pass> e con Nicoletta Poidimani e Silvia De Bernardinis.

Servitù volontaria/Ribellione necessaria

ascolta qui

qui i riferimenti della giornata del 1 luglio

Locandina

Musica 1 Musica 2  Documento    Volantino

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Grazie a LADY DEBS e a NATURA!

Grazie a Lady Debs e a Natura per la bella serata di venerdì!

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