Mc Donald’s chiuso! unitevi al picchetto!


“Terrorismo è un’arma del terrore di Stato” (che ai piani di guerra si accompagna).
Approfondimenti con lo stimolo di DISFARE – per la lotta contro il mondo guerra n° 2 estate 2025
Una gran bella iniziativa
Giovedì 18 settembre ci sarà una lunga giornata di sciopero al fianco della Palestina.
Chi vive e lavora nei quartieri del Pigneto, Torpignattara e Quadraro si sta mobilitando: chiuderanno negozi, bar e ristoranti, sono previste manifestazioni e momenti in strada tra persone di tutte le età sin dal mattino.
Il sindacato SI COBAS ha indetto lo sciopero su Roma e provincia proprio per supportare questa giornata autorganizzata nei quartieri. Chiunque può scioperare esclusi i servizi essenziali regolati dalla legge 146/90.
Lo sciopero finirà con una manifestazione serale che partirà da Largo Perestrello dopo una cena in piazza prevista alle ore 19. Un corteo che porterà in strada e nei cuori anche l’esempio di Dario, compagno e abitante del Pigneto conosciuto da tuttx, che ieri pomeriggio è morto.




Sit-in ProPal davanti alla sede di Leonardo, ‘fuori da università’ – Notizie – Ansa.it https://share.google/OQMaK3BcWL9OKhWVN
8:46
“Manifestanti ProPal hanno bloccato da questa mattina la via di accesso principale alle sedi di Leonardo e Thales Alenia Space nella zona industriale ovest dell’Aquila. Tensioni con la polizia si sono verificate alla richiesta di liberare l’accesso alle aziende.
“Leonardo Spa fa i soldoni sul sangue dei popoli”, si legge in uno dei cartelli. Un altro recita: “Fuori Leonardo dalle università”.
Sul posto sono presenti agenti della Digos e un furgone della polizia con agenti in tenuta antisommossa.
Alla mobilitazione, ancora in corso, stanno partecipando attivisti da tutto l’Abruzzo, con azioni di volantinaggio già avviate il mese scorso. Tra i cartelli, anche uno con scritto “Sabotiamo la guerra, blocchiamo tutto”. Nel sit-in anche striscioni di solidarietà nei confronti dei tre palestinesi Anan Yaheesh, Ali Irar e Mansour Dogmosh sotto processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo internazionale.”
-Digitale e informatica spinte, oltre l’apparente comodità, hanno reso povere le nostre esperienze, blindate nell’isolamento… ma “abbiamo tutti il cuore spezzato”



Parigi 10 settembre 2025
-Il genocidio parte anche da qui.
Da L’Aquila a Ronchi lottiamo contro la Leonardo spa, fabbrica di morte.
Libertà per Anan, Alì e Mansur.
Sosteniamo la Resistenza del popolo palestinese

Iniziative in vista delle udienze contro il combattente Palestinese Anan.E contro la soluzione finale…



Durante questa estate diverse realtà si trovano ad affrontare la speculazione violenta nei propri contesti di vita e di lotta.
Roma e provincia sono cantieri a cielo aperto di progetti mortiferi e di colate di cemento che precedono sgomberi, sfratti e nuove espulsioni dalla città per chi non può permettersela.
A Roma e nella regione intera, per legge le cantine ed i garage diventano luoghi abitabili in linea con la tendenza del governo nazionale che investe sull’edilizia carceraria come unica edilizia popolare consentita.
Come collettivo che autogestisce L38Squat – il Centro sociale del sesto ponte – chiamiamo tuttx a raccolta per discutere gli sviluppi in corso nelle nostre situazioni e per aggiornare la nostra rete di relazioni su cosa sta cambiando velocemente nel nostro quartiere.
Vogliamo organizzare una resistenza collettiva e vogliamo farlo con gli altri focolai di lotta in città e con tutte le persone che vogliono aggiungersi con idee ed energie.
La proposta è stata già raccolta dal collettivo del Bilancione Occupato per le lotte contro il porto crocieristico a Fiumicino, dal collettivo che autogestisce Strike e che vede sorgere un cantiere per una residenza di lusso per studenti nello spazio che BNL ha conquistato nella trattativa con l’ex OZ (Officine Zero), dal collettivo del De Lollis Underground che con uno studentato ci divide lo spazio e tutte le implicazioni questo comporta e dal collettivo del CSOAT Auro e Marco su quello che si muove tra sgomberi e riqualificazione nel quartiere di Spinaceto.
Invitiamo il quartiere e chi vuole lottare fianco a fianco ad aggiungersi:
martedì 2 settembre ore 18.30 a L38Squat, via Domenico Giuliotti 8x, sesto ponte del quartiere Laurentino 38
Apri il link seguente ed ascolta il nostro intervento a Radio Onda Rossa per ricordare a tuttx l’assemblea di domani, 2 settembre, a L38Squat.
http://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/09/2-settembre-assemblea-l38squat
Ascolta il nostro intervento direttamente dal player qui sotto:
L38Squat – PALESTINA LIBERA
Il ministero della Salute francese ha ordinato agli ospedali di prepararsi ad accogliere migliaia di soldati feriti entro marzo 2026, in caso di conflitto armato generalizzato in Europa. Saranno creati centri medici di transito per smistare i pazienti verso ospedali civili e, al termine delle cure, ai Paesi d’origine.
Le autorità stimano 10.000–50.000 soldati feriti in arrivo nell’arco di 10–180 giorni, con picchi fino a 250 pazienti al giorno per tre giorni consecutivi. Il personale sanitario dovrà gestire risorse scarse, traumi post-bellici e potrà essere chiamato al Servizio sanitario delle Forze armate.
Il governo distribuirà in autunno una guida alla «resilienza» e trasformerà la Giornata della Difesa e della Cittadinanza in addestramento militare per 800.000 giovani l’anno, con esercitazioni, rancio e simulazioni di combattimento.
Fonte @chronocol.media

PER PRENOTAZIONI quadraro@autistici.org OPPURE 340 0875903

✓ Il furore dei “rustici”: l’esperienza viva delle rivolte contadine, fonte di pratiche di resistenza concreta al dominio

Malgrado risalga ad alcuni mesi fa, pubblico questo lucido intervento di Susan Abulhawa molto importante dal punto di vista della ricostruzione storica e altrettanto efficace nello smontare la macchina della propaganda sionista e filo-sionista.
In fondo al post, il video originale.


Non risponderò alle domande finché non avrò finito di parlare, quindi, per favore, astenetevi dall’interrompermi.
Al Congresso Mondiale Sionista del 1921 Chaim Weizman, un ebreo russo, in merito al problema di cosa fare degli abitanti indigeni del territorio, disse che i palestinesi erano simili alle “rocce della Giudea, ostacoli che devono essere eliminati come su un difficile sentiero”.
David Gruen, un ebreo polacco che cambiò il suo nome in David Ben Gurion per sembrare appartenere alla regione disse: “Dobbiamo espellere gli arabi e prendere il loro posto”.
Ci sono migliaia di conversazioni di questo tipo tra i primi sionisti che pianificarono e attuarono la colonizzazione violenta della Palestina e l’annientamento del suo popolo nativo. Ma ci riuscirono solo in parte, assassinando o epurando etnicamente l’80% dei palestinesi, il che significa che il 20% di noi è rimasto, un ostacolo resistente alle loro fantasie coloniali che divenne oggetto delle loro ossessioni nei decenni successivi, soprattutto dopo aver conquistato ciò che restava della Palestina nel 1967.
I sionisti si lamentano della nostra presenza e dibattono pubblicamente in tutti i circoli (politici, accademici, sociali, culturali) cosa fare di noi, cosa fare del tasso di natalità palestinese, dei nostri bambini che loro definiscono una minaccia demografica.
Benny Morris, che originariamente avrebbe dovuto essere qui, una volta espresse rammarico per il fatto che Ben Gurion “non avesse finito il lavoro” di sbarazzarsi di tutti noi, il che avrebbe evitato quello che loro chiamano il “problema arabo”. Benjamin Netanyahu, un ebreo polacco il cui vero nome è Benjamin Mileikowsky, una volta si lamentò dell’occasione mancata, durante la rivolta di piazza Tienanmen del 1989, di espellere ampie fasce della popolazione palestinese “mentre l’attenzione mondiale era concentrata sulla Cina”.
Alcune delle loro argomentate soluzioni per il fastidio provocato dalla nostra esistenza includono la politica di “rompergli le ossa” negli anni ’80 e ’90, ordinata da Yitzhak Rubitzov, ebreo ucraino che cambiò il suo nome in Yitzhak Rabin (per le stesse ragioni).
Quella politica orribile che ha reso disabili generazioni di palestinesi non è riuscita a farci andare via. E, frustrati dalla resilienza palestinese, è emerso un nuovo discorso, soprattutto dopo che un enorme giacimento di gas naturale è stato scoperto al largo della costa settentrionale di Gaza del valore di trilioni di dollari. Continua a leggere