In vita di Luigi Mangione
di Algamica*
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/29448-algamica-in-vita-di-luigi-mangione.html
Per chi da sempre è impegnato idealmente in una lotta politica capita, un giorno sì e l’altro pure, commemorare morti sul lavoro oppure martiri che difendevano la causa degli oppressi e sfruttati, quando non addirittura giustiziati dalle forze di polizia di Stati democratici. Lo continueremo a fare con una certa sofferenza anche se lo abbiamo messo da sempre in conto.
In queste scarne note invece vogliamo spendere qualche parola e richiamare l’attenzione su Luigi Mangione in vita che ha compiuto un gesto “eclatante” negli Usa, che ha buttato e continua a buttare scompiglio fra i ben pensanti. Il perché è presto detto: sta riscuotendo non solo comprensione, che sarebbe, per così dire, nell’ordine delle cose in modo particolare se parte in causa in modo diretto, ovvero parente di un malcapitato che ha dovuto subire un torto da parte dell’ucciso, in questo caso tal Brian Thompson Ceo della divisione assicurativa di United Healthcare. Ma non in questi termini stanno i fatti, perché Luigi Mangione sta riscuotendo uno sconfinato plauso, forse anche inaspettato in modo particolare sempre dai benpensanti, che pone più di un interrogativo, in modo particolare perché il “killer di New York”, come viene definito dalla grande stampa assoldata dai vari establishment, non è un clochard, un barbone, un nero, un alcolizzato in preda ai fumi dell’alcool, un terrorista islamico, uno jihadista, o qualcuno sotto cura di qualche centro di igiene mentale e via di questo passo. No, ma si tratta di un giovane bianco di 26 anni, bello, ricco, laureato niente di meno che in ingegneria elettronica, che ha frequentato scuole di altissimo prestigio e di una famiglia di alto rango. Non solo, ma – chiosano i pennivendoli – «con un manifesto politico anticapitalista» dicono lor signori «nel quale rivendica il suo atto violento scrivendo: “Mi scuso per i traumi creati ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita”».
Lo scompiglio fra i ben pensanti non sta tanto nel gesto, figurarsi poi negli Usa dove si succedono stragi di chi spara all’impazzata “nel mucchio” proprio perché la società vive di rapporti economico-sociali capitalistici totalmente impersonali, dove perciò, è difficile se non impossibile arrivare al reo.
Ma i commentatori interessati vedono lo scompiglio nella motivazione per un verso e nella natura del soggetto che si è reso responsabile del reato. Due fattori che destano veramente preoccupazione. Perché non di uno squilibrato, sul quale pure andrebbero capite comunque le cause, ma di un pezzo di giovanotto di ottima famiglia e con motivazioni anticapitaliste. Dunque che sta succedendo nel paese più democratico, più ricco, più evoluto, più emancipato, più progredito, più militarizzato del mondo? C’è di che pensare, e lor signori si preoccupano per davvero, perché quando vogliono sanno anche leggere fra le pieghe dei fatti, e se si preoccupano vuol dire che percepiscono che si addensano nubi nere all’orizzonte, non solo negli Usa ma anche nella nostra Italia dove le strutture sanitarie sono avviate verso lo stesso percorso degli Usa. Perché Velia Alvich, sempre dal Corriere della sera, si meraviglia se si sviluppa negli Usa « […] quella (assurda) simpatia per il killer »? e perché «Una mattina gli americani si sono svegliati e «hanno scoperto di essere dalla parte di un killer»? O ancora «Una causa così sentita che alcuni utenti hanno deciso di attaccare vitualmente la sede di McDonald’s nel centro di Altoona, in Pennsylvania doma Mangione è stato arrestato ». Insomma cosa sta succedendo veramente in questa fase del modo di produzione capitalistico se nel paese più democratico del mondo le nuove generazioni scendono in piazza contro il genocidio dello Stato di Israele per difendere le ragioni del popolo palestinese e un giovane bianco e di buona famiglia programma e uccide un Ceo, lo rivendica con un Manifesto giustificandolo in nome dell’anticapitalismo? Continua a leggere