18 marzo/ Omaggio alla Comune di Parigi

Omaggio alla Comune di Parigi (18 marzo-28 maggio 1871)

«Non fatemi grazia, perché se dovessi un giorno recuperare la libertà, sarebbe per vendicare le vittime da voi sacrificate»
Louise Michel davanti al Consiglio di guerra del Governo di Francia, 1871

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Oggi alle 15 a Roma corteo per la Palestina!

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Dall’Irlanda alla Palestina

Dall’Irlanda alla Palestina

di Nicoletta Poidimani https://www.nicolettapoidimani.it/?p=2166

Belfast, murale in solidarietà ai prigionieri politici palestinesi e irlandesi

In tutte le iniziative sulla Palestina a cui ho partecipato negli ultimi mesi – che si trattasse di cortei, presentazioni di libri o altro – non ho mai sentito nominare nemmeno lontanamente un aspetto che negli anni ‘70 e ’80 era chiarissimo a chi si occupava sia di Palestina che di Irlanda del Nord: la profonda impronta britannica che caratterizza il dominio e l’oppressione sionista.

Non mi riferisco solo al mandato britannico e alla “dichiarazione Balfour”, che ormai dovrebbero essere arcinoti anche ai sassi e sui quali, quindi, non sto a soffermarmi. Quello che, invece, mi sembra sfuggire è il legame tra la storia e le pratiche del dominio britannico in Irlanda e il dominio sionista nei territori palestinesi.

Non posso scrivere qui un trattato al riguardo, né indagare in profondità le complesse relazioni tra i servizi segreti britannici – in particolare MI5 – e il Mossad. Cercherò, piuttosto, di riportare le linee essenziali della mia riflessione in fieri, rimandando per gli approfondimenti alla lettura dei testi citati e all’infinito materiale che si può trovare in rete.

Mappa dei Plantations

Colonialismo d’insediamento
Ancora oggi in Irlanda – in particolare nelle 6 contee ancora sotto dominio britannico – canti e murales sono tra i principali veicoli della memoria storica. Dal bellissimo – se pure consunto dal tempo – murale di Belfast Otto secoli di occupazione, otto secoli di resistenza a You’ll Never Beat the Irish – cantata a squarciagola in ogni occasione – note e colori raccontano la storia di una popolazione indomita e la sua plurisecolare resistenza all’occupazione britannica.

Mappa storica dei Plantations

Se le prime tracce del dominio militare possono essere individuate nel 12° secolo, è con il Plantation of Ireland che comincia, nella seconda metà del ‘500, il vero e proprio colonialismo britannico di insediamento che vide confiscati ai capitribù irlandesi i loro territori per consegnarli al controllo e al possesso dei British tenants di religione protestante, anche allo scopo di prevenire e reprimere le ribellioni delle popolazioni locali – eclatante il caso del Plantation dell’Ulster e della costruzione, tra il 1613 e il 1618 della città fortificata di Derry.
Lo sviluppo dei Plantations ricorda senza dubbio, se pure con le dovute differenze, la strategia della sottrazione di territorio ai palestinesi cominciata coi kibbutz.

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Women in Struggle a Parma il 16 marzo|

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 14 marzo 2024

Zardins Magnetics di giovedì 14 marzo 2024

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ No alla videoconferenza, no alla sorveglianza speciale, no alla sorveglianza sociale

✓ “La malattia mentale può anche essere l’inizio di una critica – pratica della propria vita”. In ascolto di una scheggia radiofonica degli anni ’70

✓ La Palestina e l’arma del genere e della sessualità

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Giovedì e venerdì a Trento contro il G7!

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Sorveglianza sociale e sorveglianza speciale

SORVEGLIANZA SOCIALE E SORVEGLIANZA SPECIALE

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A dicembre il tribunale di sorveglianza di Napoli, su richiesta firmata dal questore di Napoli Maurizio Agricola, ha disposto l’applicazione della misura di sorveglianza speciale per Zac (ora prigioniero nel carcere di Terni) per due anni e sei mesi con le seguenti restrizioni: di non allontanarsi dall’abitazione senza preventivo avviso dell’autorità di sorveglianza, di non uscire prima delle 7 e non rientrare dopo le 20, di non associarsi “abitualmente” a persone condannate o preposte a misura di prevenzione o sicurezza, di non accedere a esercizi pubblici e di pubblico trattenimento, vivere onestamente rispettando le leggi, non detenere né portare armi, darsi alla ricerca di un lavoro, non partecipare a pubbliche riunioni, di portare sempre con sé la carta di permanenza, di presentarsi ogni domenica, o comunque a ogni invito, all’autorità preposta alla
sorveglianza. A ciò si aggiunga una cauzione di 3000.00 euro da versare come garanzia, ma frazionabile in cinque comode rate.
La misura sarà eseguita non appena Zac uscirà dal carcere, a prescindere dall’esito del processo per 280 bis e 270 quinques, che intanto continua.
Ad oggi, la guerra contro il nemico interno si è sovrapposta irrimediabilmente a quella contro il nemico esterno, in un unico movimento per l’accumulo di predominio politico, economico e culturale che va innanzitutto a svantaggio delle popolazioni e degli oppositori.
In questo quadro l’accorpamento della magistratura antimafia e antiterrorismo (2015) ha generato una macchina strapotente che si autoalimenta con sempre nuove inchieste e mezzi a disposizione per sorvegliare sempre più persone o far credere di farlo, con l’obiettivo di instillare la paura e fare il vuoto intorno a chi viene colpito più direttamente.
Contro ogni distinzione tra colpevoli e innocenti, che è puro arbitrio dell’inquisizione democratica, sostenere le ragioni della rivolta e le identità messe sotto attacco, è una questione di autodifesa collettiva. Gli strumenti repressivi sempre più duri che vengono usati contro determinate categorie di persone sono destinati ad espandersi. L’ampliamento del regime del 41 bis, la storia recente dello strumento repressivo del 270 (associazione sovversiva), l’imputazione di Zac per 270 quinquies (autoaddestramento), il pacchetto sicurezza, il decreto Caivano, l’estensione della sorveglianza e della carcerazione a tutti i livelli, ne sono un esempio. Su questa stessa scia, i sindacati autorganizzati
vengono accusati di associazione a delinquere, la lotta dei disoccupati organizzati diventa
estorsione, gli scontri in strada puniti con l’aggravante camorristica, le pubblicazioni o gli striscioni censurati con l’accusa di istigazione a delinquere o apologia di terrorismo.
Anche l’estensione delle misure di prevenzione e del dispositivo della “sorveglianza speciale” –storicamente usate per punire poveri, briganti e antifascisti – è una delle tante conseguenze della fusione di apparati antimafia e antiterrorismo e della necessità di equiparare l’armamentario di guerra contro la criminalità organizzata e quello (mediatico, giuridico, linguistico) contro i dissidenti. Non è un caso che nell’odierno stato di emergenzialità permanente queste misure vengano richieste e elargite automaticamente e parallelamente all’accusa di terrorismo – come nel caso di Zac – o anche ben prima. Basta essere costretti in una delle categorie costruite, col linguaggio e col diritto, come “socialmente pericolose”, per vedere le proprie residuali “libertà”, già di per sé
forme illusorie del sistema democratico, ulteriormente ristrette dalla sfilza di obblighi e divieti prescritti dalle misure di prevenzione. Questo sistema è storicamente espressione di una radicata cultura del sospetto e della tendenza, fin dalla colonizzazione del Sud Italia, a trasformare le questioni sociali, gli ideali e le lotte in problemi giudiziario-criminali.
Fino ai nostri giorni, quando l’obbligo di dimora, il domicilio coatto, il coprifuoco, il divieto di frequentare luoghi pubblici e di intrattenimento, che sono l’armamentario dispiegato dalle misure di prevenzione, sono stati oggetto di una sperimentazione di massa in tempi di guerra contro un nemico invisibile, quando il terrorista era un virus, e tutti indiscriminatamente, dovevano mettersi al riparo seguendo le regole di distanziamento sociale, umano e politico.
La morale securitaria che connota il XXI secolo e il terrorismo di Stato che opera attraverso l’apparato mediatico e giudiziario antiterroristico porteranno all’estensione su scala sempre più ampia di questi strumenti già impugnati contro gli oppositori del passato, grazie all’indeterminatezza costitutiva della norma e all’attuale momento storico. Tradendo i presupposti dello stesso (raccapricciante) diritto borghese, nato sul principio (comunque di impossibile applicazione se laddove c’è Stato non c’è libertà) che il corpo dovesse restare “libero” fino all’accertamento in sede processuale di una presunta colpevolezza (che non è già vero nel caso della carcerazione preventiva), le misure di prevenzione avvinghiano alle loro catene di carta intere categorie di persone senza alcun bisogno di processare degli atti come reati, perché a essere “rea” è già solo la personalità, l’ambiente, la condotta, l’idea. Questi dispositivi di psicopolizia, del resto, non sono volti a punire “reati”, ma a evitare che possano verificarsi, perciò impongono sequele di processi alle intenzioni, o meglio, ai pensieri potenzialmente trasformabili in atti… prima che si
trasformino in atti. La sorveglianza speciale, quindi, è potenzialmente elargibile a chiunque, persino (si veda il decreto Caivano) a degli adolescenti. Un mezzo strapotente.
La criminalità organizzata di Stato che ha ipotecato le nostre vite al capitale sembra avere campo sempre più largo per reprimere il dissenso e per poter eseguire il prelievo necessario alla ristrutturazione capitalistica in corso, resa possibile dalla transizione digitale. Questa neoschiavitù, in cui ogni corpo è diventato una miniera da cui estrarre dati, è la più infame delle estorsioni. Continua a leggere

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8 marzo 2024/ FPLP/ La guardiana del sogno e lo scudo della rivoluzione

Poster del PFLP per la Giornata Internazionale della Donna “L’8 marzo, La donna palestinese La guardiana del sogno e lo scudo della rivoluzione”

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 7 marzo 2024

Zardins Magnetics di giovedì 7 marzo 2024

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Aggiornamenti sulle lotte contro la società della sorveglianza, la detenzione amministrativa e tutte le galere, la fabbrica delle espulsioni, il patriarcato, l’intelligenza artificiale, tutte le frontiere, il capitalismo e il colonialismo… E mai finisce

✓ “Discorrendo di rivoluzione”  E. Malatesta 23 novembre 1922

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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7 marzo al fianco della resistenza palestinese!

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Contro il Sistema-Israele!

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Per Barbara/ Un giorno le generazioni future vinceranno anche per te.

Nonostante il nostro separatismo e la scelta di pubblicare solo firme di donne, rimbalziamo da Contropiano questo ricordo molto bello di Vincenzo Morvillo per Barbara Balzerani.

Addio Barbara, la lotta fino all’ultimo respiro

Non sono le immagini, le foto, le tracce segnaletiche di una rimembranza fatta di effimera riproduzione del realeche in questo momento voglio andare a riprendere per riannodare i fili di un discorso troncato d’improvviso.

E forse, amica mia, non sono neanche le parole che pure costituivano e costituiscono, per te e per me, la malta con cui edificare palazzi di racconti su frontiere di vento e cristallo.

Quelle frontiere spazzate, abitate da pezzenti ubriachi sui marciapiedi del Capitale.

No, per riavvolgere il nastro di una memoria che il potere vorrebbe smagnetizzata non ho bisogno di icone o di codici convenzionali.

Ma di spazi bianchi, di pause, di sospensioni che palpitano di silenzio tra una suffisso e una desinenza smarrite sulla pagina.

Dissonanze del ritmo. Sincopi della Storia che non amavi lineare. Ma spezzata in una jam session jazz tra le note dei dannati che mandano in pezzi gli orologi. Quelli fabbricati da chi si crede il padrone del Tempo.

Quante volte parlando al telefonoho ascoltato queste sospensioni gravide di attese. Questi sospiri interlocutori che non dicevano eppure significavano.

Danze di un respiro – giusto il titolo del tuo ultimo libro – che lasciavano presagire la promessa di un’ intesa stipulata nel passato, ma deflagrata nel futuro.

Fummo parte di uno stesso percorso che succederà ancora. Una rivoluzione che prende le mosse dall’etica di una vita in eccesso.

Perché niente è più puro, più etico, più umano di un’esistenza che ha fatto i conti con l’azzardo della morte. Con la scommessa della vita. Con la dannazione della lotta per la sopravvivenza.

Nulla di meno. Sopravvivere alla laida legge del pensiero che si pretende univoco nel suo pensarsi e pensare le strutture sociali e le relazioni tra esseri.

Pensiero di mercato. Pensiero di consumo.

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A Trento contro il G7/ contro l’Intelligenza Artificiale

Il comunicato/ testo dell‘Assemblea romana contro il green pass in sostegno del corteo contro il G7 sull’IA di Trento del 9 marzo prossimo (concentramento ore 15, piazza Duomo) e le mobilitazioni nei giorni seguenti.

Contro_il G7_IA

– CONTRO IL G7 –
– CONTRO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE –

Il 15 marzo ci sarà a Trento una riunione del G7 sull’Intelligenza Artificiale (IA) a cui parteciperanno i ministri per l'”innovazione”. Quando si parla di IA la gente normalmente immagina dei robot che con sembianze semi umane si aggirano in un’atmosfera un po’ fantascientifica facendo lavori al posto degli umani, quindi è molto difficile spiegare che si tratta invece di un progetto di chi detiene il potere, un progetto a tutto campo e anche molto pericoloso. L’IA è una disciplina per l’ingegnerizzazione e il funzionamento di macchine basato sull’informatica, dalle dimensioni più grandi alle micro. Macchine che cercano di conoscere, imitare e “potenziare” (o meglio modificare) l’intelligenza umana, le sue funzioni cognitive e i comportamenti sociali. Ciò avviene con processi di apprendimento automatico, generazione profonda di contenuti tramite “reti neurali”, sistemi di interconnessione tra sensori, macchine, protesi e cervello o altri organi umani.
Le “tecnologie convergenti” guidate dall’approccio cibernetico cercano di integrare in
un’unica piattaforma “intelligente” l’informatica quantistica, la robotica, i nanomateriali, le biotecnologie, la sensoristica, le neuro-tecnologie, la psicologia   economico comportamentale e l’analisi delle reti di comunicazione sociale. Questi sistemi si basano
sulla capacità di assimilare moli grandissime di dati, elaborarli e dare soluzioni a problemi
complessi in tempi molto veloci. Possono essere usati nei più svariati campi, da quello militare a quello medico, dalla gestione ambientale all’agricoltura, dall’organizzazione dello Stato a quella di fabbrica, dal sistema scolastico a quello giuridico, dalla narrativa, al cinema, alla propaganda politica, al giornalismo. Anche per questo la loro applicazione non incontra grosse resistenze.

Chiaramente le previsioni, le soluzioni e le narrazioni sfornate dall’IA dipendono dai dati che vengono inseriti e dagli algoritmi con cui sono modellate. I dati possono essere assolutamente falsi e funzionali ai risultati che si vogliono ottenere, ai mondi che si vogliono creare. Gli obiettivi e gli interventi sono sempre determinati da indirizzi politici dei poteri, benché i risultati cui ci si dovrebbe affidare siano quasi sempre molto incerti se non palesemente errati. Il fideismo tecnocratico produce automatismi e condizionamenti a tutti i livelli, con un’aura di presunta saggezza, neutralità e inevitabilità che tende a restringere sempre più la possibilità di critica e lotta politica. Continua a leggere

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Barbara ci ha lasciate

Barbara Balzerani compagna, amica, sorella ci ha lasciate. Il dolore è troppo grande per riuscire a scrivere altro. A lei dedichiamo il nostro 8 marzo.

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9 marzo a Viareggio/ Palestina e Medioriente nelle attuali trasformazioni geopolitiche

Dalle Donne In Cantiere

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