Nuove armi nucleari Usa in Europa. Il grido di allarme dell’ICAN (totalmente censurato)
di Marinella Mondaini
Gli Stati Uniti, senza dichiarazioni ufficiali, hanno piazzato segretamente circa 150 nuove bombe nucleari in Europa e precisamente nelle basi aeree americane di cinque paesi europei: Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Turchia. Lo ha annunciato lunedì 12 giugno Alicia Sanders-Zakre, coordinatrice delle politiche della ricerca per la Campagna Internazionale per l’abolizione delle armi nucleari (ICAN), in una conferenza stampa a Ginevra con i giornalisti accreditati dall’ONU dell’associazione ACANU. “Sebbene non ci siano conferme o smentite ufficiali, sappiamo che ci sono armi nucleari dispiegate in cinque paesi in Europa e in Asia: Germania, Belgio, Paesi Bassi, Italia e Turchia. Secondo gli esperti della società civile, ci sono circa 150 testate dispiegate in questi stati nelle basi aeree statunitensi”, ha affermato Alicia Sanders-Zakre.
L’ICAN, per chi non lo sapesse, significa “Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari”, una coalizione di organizzazioni non governative fondata nel 2007 a Melbourne, in Australia. Mira al completo disarmo nucleare e nel 2017 le è stato conferito il Premio Nobel per la Pace.
Secondo la Sanders-Zakre, il dispiegamento di armi nucleari nei paesi europei è motivo di grande per preoccupazione per l’ICAN, perché tale situazione potrebbe aumentare il rischio di una guerra nucleare.
Nello stesso giorno, poco prima della dichiarazione della Sandrs-Zakre, lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), l’Istituto Internazionale di Ricerca sui problemi della Pace di Stoccolma, aveva riferito che sullo sfondo del conflitto in Ucraina, le potenze nucleari stanno modernizzando i loro arsenali, il numero di testate nucleari dispiegate sta aumentando e ha pubblicato questi dati: a gennaio 2023 paesi come Russia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina, India, Pakistan, Corea del Nord, Israele avevano complessivamente circa 12.512 unità di armi nucleari, di cui 9576 in magazzini di potenziale utilizzo, con un aumento di 86 unità rispetto a gennaio 2022. Si osserva anche che circa 2000 testate, per lo più appartenenti agli Stati Uniti alla Federazione Russa, erano in stato di massima allerta.
Sulla base di tutto ciò risuonano perciò assai provocatorie le recenti dichiarazioni di Joe Biden, il quale si è definito “preoccupato per la minaccia assolutamente reale che Putin impieghi le armi nucleari tattiche”.
Inoltre Biden ha definito il dispiegamento della Russia di armi nucleari tattiche in Bielorussia “un atto assolutamente irresponsabile”. Da che pulpito!
Putin ha ricordato che l’unico paese al mondo che ha impiegato la bomba atomica e senza alcun motivo sono proprio gli Stati Uniti, nel 1945 a Hiroshima e Nagasaki.
Gli USA stanno provocando la Russia.
Uno dei documenti adottati a conclusione dei recenti incontri nel formato G7, afferma che “Stati Uniti, Regno Unito e Francia adottano, a differenza di altre potenze nucleari, ovvero Russia e Cina, un approccio responsabile e trasparente nella sfera nucleare”. Inoltre, dichiarano di aver pubblicato i dati sulle loro forze nucleari e sulle dimensioni obiettive dei loro arsenali nucleari”. Affermazioni che il vice ministro degli Esteri russo Sergej Rjabkov, ha definito “inadeguate, rispecchiano il generale tono antirusso e anticinese che è diventato il filo conduttore del vertice del cosiddetto G7. Inoltre i dati che avrebbero pubblicato questi tre paesi occidentali sulle loro forze nucleari non sono stati verificati da nessuno e hanno un carattere prettamente dichiarativo e dichiarare – si può qualsiasi cosa. In materia nucleare, la Russia agisce in modo responsabile mostrando tutta la trasparenza possibile entro i limiti determinati dalle considerazioni di opportunità politica e militare”
E mentre Biden si mostra “preoccupato” per le armi nucleari, i fondi americani destinati alle armi nucleari sono in notevole crescita. Lo dichiara un rapporto dell’ICAN “Wasted: 2022 Global Nuclear Weapons Spending”, dove si dice che “Nel 2022 nove paesi hanno speso 82,9 miliardi di dollari in armi nucleari (più di 157.000 dollari al minuto, con un aumento complessivo di 2,5 miliardi di dollari rispetto al 2021. Nella spesa di 82,9 miliardi di dollari, il settore privato ha guadagnato nel 2022 almeno 29 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti hanno speso più di tutti gli altri Stati dotati di armi nucleari messi insieme: 43,7 miliardi di dollari. La Russia ha speso il 22% di quanto hanno speso gli Stati Uniti, 9,6 miliardi di dollari e la Cina ha speso poco più di un quarto del totale degli Stati Uniti 11,7 miliardi di dollari.
Insomma l’ipocrisia degli Stati Uniti raggiunge vette massime. Stanno preparando un ricatto nucleare in caso l’Ucraina perda e questo non se lo possono permettere. C’è in gioco la loro faccia, ma al mondo, alla sopravvivenza degli esseri umani sulla Terra chi ci pensa? Non certo loro che stanno spingendo il mondo proprio in questo baratro. Ma in Europa non sembrano preoccuparsi di questa escalation di armi atomiche, anzi hanno acconsentito a ospitare queste nuove armi dentro i propri paesi, Italia compresa, nel silenzio dei politici italiani e dei media mainstream. Gli italiani non hanno diritto a sapere che stanno seduti sopra un bel po’ di testate nucleari. Evidentemente si possono sacrificare anche loro in questa folle guerra degli statunitensi contro la Russia.
Dunque, in silenzio e con religiosa ubbidienza, si accetta tutto dall’Egemone sanguinario, mentre la Russia, che ha dato le armi nucleari tattiche alla Bielorussia, che si vuole proteggere dal pericolo serio e reale – ha fatto un’azione sbagliata, da condannare. Putin ha dichiarato che la Russia ha dispiegato le armi su richiesta della Bielorussia e lo ha fatto così come fanno da tempo gli Stati Uniti sul territorio dei propri alleati. Mosca ha già consegnato a Minsk il sistema missilistico Iskander, che può essere un vettore di armi nucleari, e ha contribuito a riattrezzare gli aerei bielorussi, in modo che abbiano la capacità di utilizzare munizioni speciali.