Conversazioni femministe verso l’8 marzo/ Consenso o autodeterminazione?

Conversazioni femministe verso l’8 marzo

“Consenso o autodeterminazione?”

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Riportiamo uno stalcio da  Femminismo:paradigma della Violenza/ Non Violenza pp.97,102,103

[…] Attraverso il senso comune scopri delle cose che vengono propagandate come dati naturali, è un approccio immediato che quindi riesce a naturalizzare degli elementi, degli stereotipi e delle convenzioni che non sono affatto naturali: in questo senso è una pratica di normalizzazione/naturalizzazione.[…]

[…] Il neoliberismo fagocita nell’universo mercantile tutto, il lavoro, la natura, la sostanza vivente e, pertanto, anche l’immaginario e la mente. La donna merce è donna incarcerata tra sbarre di segni ideologici e culturali della società patriarcale e borghese, è donna che inizia a essere programmata sin dalla nascita, facendosi riproduttrice di merce e, quindi, anche di se stessa come merce… Ogni donna realizza, inconsapevolmente, un programma che in lei è stato introdotto. La sua “normalità” è così il dramma sociale dell’esecuzione automatica, inconscia, della propria programmazione fabbricata per lei dal capitale, espressione attuale del patriarcato. La donna merce è senza “coscienza per sé”, è coscienza del capitale che opera per il suo tramite. Dominio reale del capitale significa assoggettamento della coscienza individuale delle donne ai programmi di comportamento patriarcali; è il trionfo della “coscienza illusoria di sé”, una catena che va spezzata e si può spezzare solo ponendo le proprie pratiche sociali in rapporto antagonistico con l’intera società borghese patriarcale […] (E. Teghil, Coscienza illusoria di sé, Bordeaux, Roma 2013, pp. 80-81).
Questa è praticamente l’inconsapevolezza con cui la maggior parte delle donne porta avanti un discorso che è contro se stessa, con il quale è stata programmata sin dalla nascita e la considera normalità. Questo è ciò che dovremmo scardinare e non è assolutamente facile. Come dice Federica, bisogna riconoscere il nemico ed è un percorso che abbiamo portato avanti anche noi in molti modi anche lo scorso 25 novembre. Il riconoscimento del nemico viene dalla lettura della società, dalla lettura di dove stiamo messe e di come si muove chi ci vorrebbe asservite. Senza questo tipo di analisi, senza partire da qui, senza riconoscere il nemico non arriviamo da nessuna parte.[…]

I Nomi delle Cose, lo spazio di riflessione della Coordinamenta femminista e lesbica

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