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Comunicato di solidarietà ad Alfredo Cospito
dell’Assemblea Lotto3antimilitarista
Il 5 maggio 2022 il compagno Alfredo Cospito è stato deportato in Sardegna (di fatto colonia penale dello Stato italiano) nel carcere di Bancali e rinchiuso nel regime di 41 bis per interrompere il suo contributo epistolare all’analisi e al ragionamento nell’ambiente anarchico. Il 6 luglio la Cassazione ha condannato nel processo “Scripta Manent” Anna, Alfredo e Nicola per il reato di associazione con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico (articolo 270 bis c.p.). Inoltre, la Corte ha accolto la richiesta di riqualificare l’accusa verso Alfredo e Anna, dal reato di strage semplice al reato di strage politica (articolo 285 c.p.) – che prevede come pena l’ergastolo – in relazione ad un attentato esplosivo alla scuola allievi carabinieri di Fossano che ha provocato danni materiali alla struttura, senza conseguenze lesive.
Ricordiamo come il regime detentivo del 41 bis sia a tutti gli effetti una tortura: non poter vedere la luce del sole, avere solo un’ora di colloquio al mese con i propri cari attraverso un vetro, stare in una cella minuscola per 22 ore al giorno, non poter leggere ciò che si vuole nè comunicare con l’esterno, tutte condizioni di deprivazione sensoriale che lasciano importanti strascichi psicologici e fisici sulla persona detenuta.
Dal 20 ottobre Alfredo è in sciopero della fame per l’abolizione del regime di 41 bis e dell’ergastolo ostativo (senza benefici, il carcere a vita).
A lui, in diversi momenti, si sono uniti altri compagni pesantemente colpiti dalla repressione, Ivan Alocco, Juan Sorroche, Toby Shone, la compagna Anna Beniamino, e diversi altri compagni prigionieri hanno portato avanti gesti di solidarietà.
A livello internazionale sono centinaia le iniziative e le azioni che si susseguono per supportare e dare visibilità alla sua lotta.
Varie di noi hanno partecipato in questi mesi alla mobilitazione in supporto di Alfredo, e con altre compagne/x/i siamo presenti due volte la settimana al presidio-del-campo-di-fave sotto le infami mura del carcere di Bancali per superare la censura e l’isolamento imposti.
Siamo solidali alla lotta di Alfredo perché le riflessioni e le pratiche femministe, transfemministe, lesbiche e queer non possono prescindere da un posizionamento critico antimilitarista ed anticarcerario, pensiamo che sia necessario schierarsi e lottare in questo senso.
Militarismo e sistema carcerario sono strettamente interconnessi ed entrambi fanno parte di una logica e un insieme di norme che perpetuano il sistema patriarcale, capitalista neoliberista, razzista, estrattivista, colonialista.
È evidente come il carcere non solo non protegga nessunx dalle oppressioni, ma sia in verità un ingranaggio centrale di un apparato volto a riprodurle sulle classi subalterne, non solo su uomini migranti e poveri, ma anche e soprattutto sulle donne (cisgender e trans), gli uomini trans, le persone di genere non binario e intersessuali.
Il carcere non risolve i problemi, li nasconde sotto il tappeto ed evita di affrontare questioni che sono sistemiche.
Prendiamo le distanze da posizioni “carcerarie” che vedono il sistema punitivo attuale come unica soluzione alla violenza sessuale e di genere: a nulla serve per risolvere dei fenomeni che si poggiano su una struttura sociale che alimenta una cultura sessista, razzista e classista.
Contro il sistema carcerario, il regime di 41 bis e l’ergastolo non abbiamo solo un posizionamento solidale, ma coinvolto: ciò che ha investito Alfredo, Anna e altrx compas ci riguarda direttamente. Sentiamo la lotta di Alfredo come nostra sia perché vogliamo dire a gran voce che la galera è una merda, sia perché come femministe, donne, lesbiche, trans*, persone non binarie, come compagne/x presenti nelle lotte rifiutiamo di essere ridotte/x a soggetti deboli, da mettere sotto tutela, rifiutiamo che sui nostri corpi siano ideati pacchetti sicurezza, vengano creati sistemi di controllo e repressione, siano giustificate politiche razziste, confini, guerre.
Rientriamo anzi fra i soggetti politici oggetto di repressione e vogliamo prendere parola in quanto tali.
A questo proposito cogliamo l’occasione per portare solidarietà e affetto alla nostra compagna appena perquisita a Cagliari per la sua partecipazione ad azioni antimilitariste e rinnovare tutta la nostra vicinanza e complicità alle nostre compagne e compagni antimilitaristi e in lotta contro l’occupazione militare, inquisite nell’Operazione Lince.
Chi lotta non è mai solx!
Assemblea Lotto3antimilitarista
L’illustrazione é di Luna Ledi Prestint