Il capitalismo E’ la pandemia
“Muovetevi il meno possibile perché altrimenti il sistema non reggerà”.
da https://vitalista.in/ 31 ottobre 2020Niente e nessuno è neutrale in questo mondo. Niente e nessuno può essere neutrale in un mondo ordinato dalla guerra di classe, sulla linea della razza, nella riproduzione del patriarcato e per la predazione di tutto il vivente.
Un comando è tale perché rivolto a chi deve sottomettere.
Un comando di sistema è necessario per la irriducibilità di un sistema alla vita.
Quello che il sistema non reggerà è l’irriducibilità delle nostre vite al sacrificio cui le destina.
Il sistema non reggerà perché non può funzionare per la riproduzione della nostra vita invece che per quella dell’economia. Che il sistema non reggerà è un dato di fatto a misura di un mondo fatto dal capitale.
Se lo sfruttamento non può ammalarsi ma può solo ammalare noi non possiamo ammalarci nel tempo di lavoro: dunque diventa quarantena tutto e solo il tempo che resta fuori dal lavoro. Ovvero deve cessare di esistere un tempo fuori dal lavoro.
Bar e ristoranti sono contagiosi nel tempo libero ma non quando vai al lavoro o a un pranzo di lavoro.
Nel tempo libero bisogna confinare chi consuma ma non chi lavora correndo di casa in casa per fare consumare anche nel confinamento.
Ammassarsi sui mezzi pubblici contagia ma i mezzi pubblici non possono aumentare.
Sui mezzi pubblici per diminuire il contagio non devono diminuire i lavoratori ma chi non lavora.
Bisogna tenere a casa gli studenti ma non i bambini: il cui confinamento graverebbe sul lavoro.
Il virus contagia nella scuola secondaria superiore ma non nella scuola dell’obbligo.
Non bisogna muoversi, bisogna stare in casa, ma gli sfratti non si possono fermare.
Gli uffici vanno svuotati con il telelavoro, ma non possono andarci le fabbriche, i campi e gli hub della logistica.
Le carceri e i lager del sistema di apartheid istituzionale sono esclusi dalla preoccupazione del contagio, devono continuare a riempirsi per trattenere, sottomettere dividere e ricattare la forza lavoro necessaria agli hub, ai campi, alle fabbriche.
Si possono istituire nuovi focolai di contagio se si tratta di istituire nuovi lager come sulle navi dette di quarantena. E si istituiscono nuove estensioni dello stato di eccezione che regola le vite oppresse in questo mondo.
Lo stato di eccezione si prende il mare che ci circonda per prendere il controllo delle vite da sottomettere proprio come prende il controllo del nostro tempo per prenderci interamente sotto il capitale.
È vero: è una questione di vita o di morte. Nella pandemia come nella predazione del vivente e del pianeta.
Tutta la vita messa al lavoro. Tutta la vita sottomessa al capitale. Tutta la vita messa in questione.
Un grido dalle carceri a marzo. Un grido dai lager, dai campi, dagli hub ogni giorno. Un grido dalle strade di Napoli, di Torino, di Milano da una settimana.
Come una eco del grido che sale da maggio a oggi da Minneapolis a Philadelphia.
Il sistema deve saltare. Il sistema è il capitalismo. Il capitalismo è la pandemia.
Nessuna risposta possiamo avere sulla vita.
Nessuna richiesta dobbiamo fare se si tratta della nostra vita.
Dobbiamo agire. Imparare a fare eco. Fare vivere il grido.
Cessare di vivere sotto la regola dello stato di eccezione.
Creare il reale stato di eccezione.
Muoverci. Fermare tutto.
Attaccare le infrastrutture produttive. Andare a prendere il denaro.
Distruggere la merce. Scioperare la metropoli. Abitare senza pagare.
Sovvertire i saperi. Distruggere ogni carcere. Abolire la polizia.
Vivere altrimenti. Fare vivere ogni eco. Imparare a vivere come un grido di vita del mondo.
Essere infanzia del mondo. Ridare vita alla terra.
La vita trova una via.