La malasanità in carcere è tortura

Riceviamo dalle compagne di Udine il volantino distribuito sabato

PRESIDIO IN SOLIDARIETÀ CON I DETENUTI
DEL CARCERE DI VIA SPALATO
UDINE 26 SETTEMBRE 2020

Stamattina ci troviamo qui, presso la sede del Sert, “Servizio
tossicodipendenze”, di Udine, in solidarietà con i prigionieri del carcere
di via Spalato, dove muore almeno un prigioniero all’anno.
Il 15 marzo di quest’anno è morto dentro il carcere, per overdose di
psicofarmaci e metadone, Ziad, un ragazzo di 22 anni. Per molte
settimane questa morte v e n n e tenuta nascosta dalle istituzioni
carcerarie, e anche da quelle civili, e completamente ignorata dai mezzi
di comunicazione. Temevano proteste e rivolte dentro il carcere, e
ancora bruciava il ricordo delle rivolte carcerarie dell’8-9 marzo in tutta
Italia.
Poi, come è già successo per altri detenuti nel recente passato, anche
questa morte, nella narrazione delle istituzioni, diventa “per cause
naturali”, ed è così che se ne lavano le mani.
Altra però è la verità di ciò che è accaduto.
Questo giovane arrivava dal carcere di Rebibbia: appena arrivato al
carcere di Udine, per il malessere che provava, aveva cominciato a
chiedere farmaci, e ha trovato medici che non si sono fatti problemi a
dargliene in quantità. Dopo mesi che non ne aveva bisogno, nei giorni
precedenti la morte gli viene somministrato anche il metadone (20 ml al
giorno). Già il secondo giorno di assunzione di metadone Ziad inizia a
stare male e la mattina del 14 marzo chiede di andare all’ospedale,
senza essere ascoltato. Nel pomeriggio scende in infermeria e chiede di
non assumere metadone. Il personale infermieristico insiste perché
assuma almeno 10 ml, e gli porta il metadone in cella perché sta male. I
compagni di cella dicono che nel pomeriggio aveva gli occhi girati in su,
poi si è un po’ ripreso. Poi, il mattino seguente, il 15 marzo, non si è
svegliato. I compagni di cella hanno chiesto aiuto e il defibrillatore non
funzionava, un agente ha tentato di rianimarlo a mano. In attesa dei
sanitari del 118, che con la calma sono arrivati per portarlo via nel sacco
nero.
Siamo qui per denunciare quello che i detenuti del carcere di Udine ci
hanno detto più volte: la malasanità in carcere è tortura.
Infatti guardie, ispettori, sovrintendenti da un lato; operatori socio
sanitari, infermieri e medici con educatori e psicologi da un altro;
insieme a funzionari e magistrati costituiscono un blocco micidiale.
Attraverso: condizioni di vita degradanti sul piano igienico e sanitario,
modalità ostili di relazione, atteggiamento di complicità tra le varie
istituzioni, costrittività, abusi e disfunzionalità di ogni genere, e grazie a
una legislazione punitiva (il Testo Unico in materia di stupefacenti,
309/1990, che ha le proprie motivazioni storiche nella deleteria war on
drugs di Ronald Reagan) e che ha portato ad avere attualmente quasi il
60 % di detenuti reclusi in via Spalato in carico a questo Sert.
Chi lavora in questo Sert è complice di questo degrado, il vero degrado:
prodotto da chi, con il pretesto della “sicurezza”, crea paura e sospetto,
militarizza le città, fa la guerra a poveri/e, migranti e ribelli.
Chi lavora in questo Sert, e chi lo dirige e organizza, è complice nel
progettare e mettere in opera, in obbedienza a tribunali e uffici del
ministero di giustizia, i programmi di terapia farmacologica
afflittivi/punitivi e standardizzati destinati ai reclusi.
Lo scopo di questi trattamenti “terapeutici” non è quello di fare stare
meglio i detenuti che vi sono sottoposti, ma è quello di impedire loro di
protestare e fare valere i loro diritti di persone davanti all’istituzione
carceraria, e di annientare così i potenziali conflitti. Inoltre i detenuti che
sono sottoposti a questi pesanti trattamenti psicofarmacologici, anziché
trovare una via di uscita alle problematiche di dipendenza, le vedono
aggravarsi. Questi trattamenti servono a far star buone le persone, a
pacificarle, fino alla pace del cimitero, come successo con Ziad.
In carcere metadone e psicofarmaci uccidono.
Basta overdose di Stato!
Dalla parte di chi si ribella e lotta,
fuori e dentro le galere!
Assemblea permanente contro il carcere e la repressione Udine-Trieste

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