Rivolta nelle carceri

Coronavirus: Rivolta nelle carceri.                6 detenuti morti a Modena

da osservatoriorepressione

Sei i detenuti morti nel carcere di Modena, una notizia drammatica. Ancora sconosciute le cause della morte, quello che è certo però è che i cadaveri sono stati trovati dopo la rivolta e dopo l’intervento della polizia.

I detenuti, come in gran parte delle carceri italiane, protestavano per paura del coronavirus, vista l’inadeguatezza sanitaria della gran parte dei penitenziari che non sarebbero preparati ad affrontare un’epidemia, e la stretta sui colloqui decisa dai vertici del sistema carcerario.

In un’intervista al Corriere della Serail Garante nazionale dei detenutiMauro Palma, assicura che nelle carceri “la situazione è a rischio anche a causa di una cattiva comunicazione”. E che ora, in un contesto che si presenta molto complicato anche per la società esterna, “è giusto prendere precauzioni anche all’interno delle carceri”.

Secondo Palma, per esempio, il blocco degli incontri diretti fino al 22 marzo, quindi per due settimane, “può aver e un senso se nel frattempo l’amministrazione penitenziaria si impegna perché siano realmente sostituiti con i colloqui a distanza” magari “con i collegamenti via skype”, i quali pero’ “devono esser e estesi a tutti, e non riservati ai circuiti della media sicurezza” come avviene adesso.

Anche i reclusi in alta sicurezza devono averli” sottolinea il Garante, secondo il quale pure “l’aumento delle telefonate, sempre in sostituzione delle visite, deve essere non solo nel numero delle chiamate, ma anche nella durata”. Quanto invece alla possibilità di sospendere i permessi premio e le uscite in semilibertà, per Palma la decisione “e’ sottoposta al vaglio dei magistrati di sorveglianza, senza automatismi”, e questo per il Garante “significa decidere situazione per situazione, distretto per distretto”. E sull’Ipotesi di amnistia per evitare sovraffollamento degli istituti di pena e proliferare di un eventuale contagio? “Sono contrario, e credo sia sbagliato persino parlarne. Non ci sono le condizione, e si rischia di far balenar e illusioni che susciterebbero altre situazioni di criticita’” risponde Palma.

AGENTI ‘SEQUESTRATI’ A PAVIA – Rivolte durissime si sono verificate anche a Pavia, dove i detenuti in rivolta hanno anche preso in ostaggio due agenti di polizia penitenziaria nella circondariale di Torre del Gallo. Come riferiscono i sindacati Uilpa e Sappe, i detenuti hanno rubato le chiavi delle celle agli agenti e hanno liberato decine di altri carcerati. La rivolta è iniziata verso le 19:30 e, come negli altri casi nazionali, è nata per il divieto delle visite dei parenti a causa delle norme di contenimento del Coronavirus e per il timore di contagi interni.

LE ALTRE PROTESTE – Protesti simile sono scoppiate tra sabato e domenica anche a Salerno, Napoli, Frosinone, Vercelli, Alessandria, Palermo, Bari e Foggia. Nel carcere napoletano di Poggioreale alcuni degli ‘ospiti’ della casa circondariale sono saliti sui muri e hanno bruciato alcuni materassini come forma di protesta, chiedendo provvedimenti urgenti contro il rischio di contagio nel carcere. I detenuti chiedono da parte dell’esecutivo un atto di clemenza come amnistia o indulto, per scongiurare così pericoli di contagio all’interno dei penitenziari. La protesta, anche a Napoli, è nata dopo la sospensione dei colloqui con i familiari per l’emergenza Covid-19.

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