Femministe contro il TAV/ verso il 23 marzo

Femministe contro il Tav/ L‘autodeterminazione unisce

La Val di Susa si oppone da più di 20 anni all’ennesima insensata devastazione ambientale, il Tav è un’opera inutile, dannosa e costosissima e la popolazione rivendica il diritto di decidere del proprio destino.

Ma è proprio questo  che il sistema non intende permettere, nessuna/o può osare decidere di sé e della propria vita.

La repressione della lotta No Tav è un monito per tutte e tutti: chi rifiuta lo stato presente con tutte le sue iniquità e ingiustizie, chi organizza il proprio rifiuto e propone un immaginario diverso, chi oppone la solidarietà all’individualismo, la lotta alla passiva rassegnazione viene demonizzata/o, perseguitata/o, criminalizzata/o, tacciata/o di terrorismo parola magica che etichetta qualsiasi dissenso sociale.

Ma noi non ci facciamo paralizzare dalla paura, perché è molto più pauroso sopportare le costanti barbarie quotidiane che combattere per una vita che valga la pena di essere vissuta!

Proprio perché siamo femministe

-rifiutiamo il concetto di legalità: le leggi non sono asettiche e tanto meno neutrali.Sono fatte dai più forti e destinate ai più deboli. Sono la sanzione formale di un rapporto di forza: garantiscono il diritto di proprietà sopra ogni cosa e permettono al ricco e al potente di sfruttare  in modo efficiente e sicuro tutte e tutti gli altre/i.

Oggi assistiamo ad un proliferare  di leggi, leggine, ordinanze varie-anche comunali- che hanno la pretesa di normare ogni aspetto della nostra vita fino alle sfere più intime: dallo Stato di diritto siamo trascinate in uno Stato etico;

-abbiamo la memoria lunga, sappiamo quanto dolore il feticcio della legalità e della norma ha portato nelle nostre vite, quando una donna finiva in galera per aver abortito, per adulterio o per il rifiuto di rimanere nel ruolo di cura che le è assegnato. E tuttora siamo in libertà vigilata, niente di quel poco che abbiamo conquistato con le nostre lotte è sicuro, niente è definitivo e quel che sta succedendo ne è una nefanda prova.

-denunciamo l’uso strumentale della nostra oppressione: negli ultimi anni sono state emanate una serie di leggi razziste, securitarie, di controllo sociale in nome della presunta lotta alla violenza di genere, compreso tempo fa il decreto contro il femminicidio fatto apposta per introdurre norme repressive contro la lotta No Tav.

-rivendichiamo autonomia e autodeterminazione: il femminismo lotta per costruire una società diversa e diversi rapporti economici: combatte contro la divisione sessuata del lavoro e della società tutta, contro i rapporti di subordinazione e la mercificazione della vita e delle relazioni. La lotta delle donne è inscindibile da una critica radicale al capitalismo e alla sua attuale versione neoliberista.

ROMPERE LE REGOLE DEL PENSIERO UNICO E DOMINANTE

RIFIUTARE IL CONTROLLO

NON CHIEDERE MAI NULLA MA PRENDERE QUELLO CHE CI SPETTA

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