Con Clelia e con le compagne e i compagni del Giambellino sotto attacco!

Con Clelia e con le compagne e i compagni del Giambellino!

Occupare una casa è un atto politico!

Difendere e/o occupare una casa è un atto politico, difendere e/o occupare uno spazio è un atto politico.La creazione  e l’agibilità di spazi politici è respiro, è aria per il movimento antagonista e per il movimento femminista.

La loro difesa è un momento importante di consapevolezza e di crescita e spazza via le teorie inconsistenti e false della convivenza civile e della legalità. Due principi che, peraltro, vengono sempre indirizzati alle oppresse/i  e alle emarginate/i per far loro accettare condizioni di vita improponibili e ruoli, mentre, chi li propaganda, mercanteggia con le istituzioni promozione sociale personale e del gruppo di appartenenza.

Occupare case, spazi abitativi, sociali è un diritto e chi, a vario titolo, lo nega, indipendentemente dal ruolo che assolve e dai distinguo che fa, accetta e non trova vergognoso che ci siano persone che non hanno un tetto sotto cui vivere o che debbano pagare affitti improponibili o che debbano regalare la loro vita per far fronte ai più elementari bisogni.

Ma non è soltanto questo, la necessità di una casa non è soltanto una questione di vita dignitosa, di diritti imprescindibili di base per un’esistenza che valga le pena di essere vissuta, è anche spazio di autonomia e autodeterminazione, in cui ritirarsi a riflettere e pensare , spazio che permette di organizzarsi la vita anche in funzione della lotta, spazio che libera la mente dall’angoscia di non avere certezze e punti fermi, quella “stanza tutta per sé” di cui parlava Virginia Woolf, quando pensava all’oppressione delle donne che non riuscivano ad avere indipendenza economica e gestione del proprio tempo e del proprio spazio, indispensabili per creare, ma indispensabili anche per pensare e per lottare.

E’ necessario recuperare l’autonomia che è la presa in carico direttamente dei nostri desideri e della possibilità di realizzarli. E’ la riappropriazione di un tempo liberato dal lavoro salariato, dal lavoro di cura, dai ruoli, è coscienza e tessuto di comunicazione e organizzazione sociale, è capacità di esprimere rottura e identità politica, di scardinare il controllo che si manifesta nel dominio culturale e sociale prima ancora che il quello poliziesco e repressivo..

Mentre si infittiscono i queruli richiami alla legalità e alla non violenza, lo Stato supera questi limiti e abbatte le ultime apparenze della sua “democrazia” e intere aree sociali e geografiche si trovano prive di ogni “garanzia”, occupate, rastrellate, perquisite, represse.

E’ necessario porsi fuori e contro la società del capitale, a partire dal rifiuto della sua ideologia al fine di far valere la volontà di riscatto e di liberazione degli oppressi e delle oppresse. Una pratica di riappropriazione e soddisfazione dei propri bisogni, fuori e contro il lavoro salariato, i ruoli, la meritocrazia, le gerarchie…. Sapendo che dovremo fare i conti  con la repressione da una parte e con il riformismo e la socialdemocrazia dall’altra che premono per le “riforme”, parola di cui hanno stravolto il significato originale per ridefinire i rapporti lavorativi, lo stato sociale, il sistema giuridico, mentre spetta a noi praticare direttamente i nostri bisogni reali con la consapevolezza della portata liberatoria che questo ha nei confronti dei miti volutamente fallaci e fuorvianti della legalità e della non violenza.

Coordinamenta femminista e lesbica

Riportiamo a seguire la documentazione di Radio Onda d’Urto

Sgomberi e arresti a Milano, nel quartiere Giambellino-Lorenteggio, in una violentissima operazione repressiva contro chi lotta per il diritto all’abitare. Sono stati arrestati – disposti i domiciliari – 9 attiviste e attivisti (sei compagni e tre compagne) del comitato Abitanti Giambellino-Lorenteggio.

Pesantissima quanto surreale l’accusa, costruita attraverso un notevole dispendio di fondi e uomini, tanto da prevedere addirittura intercettazioni telefoniche e ambientali: associazione a delinquere finalizzata all’occupazione abusiva di immobili e resistenza a pubblico ufficiale.

Altre 75 persone risultano indagate per altri reati, come occupazione e resistenza a pubblico ufficiale.

Di fatto, il presunto racket riguarda, secondo quanto riportato dai media mainstream su velina di Questura, 10 euro al mese a famiglia, ossia la quota associativa per le attività solidali del Comitato di quartiere Giambellino e Lorenteggio, oltre alla partecipazione ad assemblee e iniziative di lotta. Sempre in mattinata sgomberati 9 appartamenti popolari occupati per necessità e messa sotto sequestro lo spazio sociale “Base di solidarietà popolare” di via Manzano 4. Gli operatori dell’Aler hanno sigillato l’immobile applicando lastre di ferro alle finestre e agli ingressi.

I magistrati di Milano (parola del Corriere della Sera) sottolineano che “l’occupazione di qualche decina di case allungherebbe la lista legale d’attesa”, quando a Milano, in realtà, ci sono 80mila alloggi sfitti e 10mila case popolari fuori-lista d’assegnazione da anni.

Prime risposte di piazza: alle 16.30 oggi conferenza stampa davanti alla Base di solidarietà popolare, alle ore 18 corteo da piazza Tirana.

L’aggiornamento delle 12.40 con l’avvocato difensore di compagne e compagni, Eugenio Losco. Ascolta o scarica

Il commento dell’avvocato difensore di compagne e compagni, Eugenio Losco, raggiunto attorno alle 10.30. Ascolta o scarica.

Di seguito, il comunicato del Comitato Abitanti Giambellino – Lorenteggio:

“OPERAZIONE ROBIN HOOD. IL COMITATO DEGLI ABITANTI DEL GIAMBELLINO È SOTTO ATTACCO.

Un imponente operazione dei carabinieri ha messo sotto assedio il quartiere popolare del Giambellino dalle 5 del mattino. Volanti, camionette della celere e i reparti del ROS hanno sgomberato 9 case popolari e messo sotto sequestro la BASE DI SOLIDARIETÀ POPOLARE , di via Manzano 4 sede del Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio.

L’accusa, firmata dal Pubblico Ministero Basilone della procura di Milano, è quella di ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALL’OCCUPAZIONE ABUSIVA.

Secondo la procura i membri del comitato popolare si sarebbero sostituiti allo Stato e all’ALER e a MM nell’affrontare l’emergenza abitativa nel quartiere e da 4 anni si sono presi la responsabilità di assegnare autonomamente le case popolari abbandonate, si sono organizzati per impedire che le famiglie di abitanti venissero sgomberate e buttate in mezzo alle strada, hanno resistito alla polizia cercando di impedire gli sfratti e hanno trovato una casa alle persone dopo che venivano sgomberate.

Affermiamo che queste accuse sono assolutamente vere. Da anni agiamo nel quartiere per far fronte alla grave situazione di emergenza abitativa, speculazione e abbandono che il quartiere , come altre zone della città, vive. Il COMITATO DEGLI ABITANTI DEL GIAMBELLINO LORENTEGGIO si occupa di risolvere problemi causati dall’incuria, la speculazione edilizia e la gestione mafiosa di ALER e del Comune.

Abbiamo assegnato decine , forse centinaia di case vuote a famiglie che ne avevano bisogno.
Abbiamo difeso queste famiglie dagli sgomberi e le abbiamo aiutate a riavere un tetto sulla testa. Lo abbiamo fatto insieme con gli abitanti , aiutandoci a vicenda.

Lo abbiamo fatto perché a milano sono più di 15.000 le case ater vuote, mentre quelle private sono impossibili da contare per quante sono. Mentre più di 50.000 famiglie in tutta la Lombardia sono in attesa da anni di avere una casa popolare. Gli affitti nella nostra città arrivano a costare 2 terzi dello stipendio e di fronte a quella che è una vera e propria emergenza abitativa la risposta delle istituzioni è sempre una sola: camionette, manganelli, sgomberi, denunce.

Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.

Lo abbiamo fatto perché è giusto. Perchè di fronte all’abbandono delle Istituzioni e alla voracità di ALER, MM e dei palazzinari l’unica possibile soluzione è la solidarietà attiva e la lotta.

L’accusa di essere un racket è una calunnia . L’unico vero Racket lo fa ALER mettendo in mezzo la strada centinaia di famiglie ogni anno e spartendosi decine di milioni di soldi pubblici anziché assegnare le case .
Non è mai accaduto che il comitato chiedesse dei soldi per aiutare qualcuno a prendersi una casa. Le case vuote sigillate con la lamiera in Giambellino sono centinaia. Gli abitanti che ne avevano bisogno se le sono semplicemente auto-assegnate.

Ci rivendichiamo invece tutte le altre attività che in questi anni il comitato ha portato avanti in totale autogestione e solo con la generosità dei militanti, senza soldi pubblici o aiuti istituzionali di nessuna sorta. Attività completamente gratuite largamente fruite dagli abitanti del quartiere.

doposcuola per i bambini del quartiere
corsi di italiano per adulti e adolescenti
mensa popolare
recupero e distribuzione gratuita di cibo per gli indigenti del quartiere
squadra di calcio maschile e femminile per ragazzi del quartiere
lavori di autorecupero degli spazi comuni nelle palazzine aver fatiscenti
sportello di consulenza legale per regolarizzarsi
sportello di ascolto per donne in difficoltà
cooperative di disoccupati per piccoli lavori di imbiancatura, traslochi ecc
feste popolari e altri momenti di socialità

Vogliamo dire fin da ora che questo attacco non ci fermerà. La solidarietà e l’affetto degli abitanti del giambellino è l’unico riconoscimento di cui abbiamo bisogno per continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto, con ancora più vigore.
I compagni e le compagne che si organizzano nel comitato sono la soluzione .

L’Aler, il Comune, MM ,la Regione, Il Governo, la Polizia , i Carabinieri, la Magistratura sono il problema.
Il ministro Salvini, mandante di questa vergognosa operazione è il problema.

Uniti abbiamo preso le case.
Uniti ci siamo difesi dagli sgomberi.
Uniti ci riprenderemo i nostri compagni e continueremo a costruire solidarietà.

Per un giambellino solidale, aperto, vivibile.

SE CHI LOTTA È UN DELINQUENTE SIAMO TUTTI CRIMINALI

#IOMIASSOCIO
#ROBINHOOD
#GIAMBELLINO

Rilanciamo gli appuntamenti di oggi:

h 16,30 conferenza stampa di fronte alla base di solidarietà popolare, via manzano 4. Ci riprendiamo quello che è nostro.

  1. 18.00 PIAZZA TIRANA CORTEO PER LE VIE DEL QUARTIERE PER CHIEDERE L’IMMEDIATA LIBERAZIONE DEGLI ARRESTATI E RIMANDARE AL MITTENTE LE CALUNNIE DELLA MAGISTRATURA. ALER E COMUNE DI MILANO L’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SIETE VOI”
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