Questa è l’ultima parentesi di questo anno politico. Ci rivediamo a settembre! Ma il blog non si ferma. Buona estate a tutt*!
“Strisce blu”
Le strisce blu per il parcheggio a pagamento sono indicative. Dell’efficienza di una giunta comunale? Del senso civico degli abitanti? Della funzionalità di un quartiere? No. Sono indicative del classismo dell’attuale società e dell’egemonia culturale dominante. Questa configurazione sociale si caratterizza nella preminenza progressiva della merce su ogni altro elemento e nella mercificazione di tutti i rapporti compresi quelli sociali ed affettivi, ogni elemento del vivere ha un valore di scambio e come tale ha una collocazione all’interno del fluire del metabolismo neoliberista.
Ogni azione o provvedimento che passa attraverso il denaro è classista e come tale dovrebbe essere immediatamente percepito dalle classi subalterne. Il fatto grave è che spesso invece neanche ce ne accorgiamo e riproduciamo continuamente tutti i ruoli della divisione sociale capitalistica, tutti i ruoli degli apparati politici e ideologici capitalistici e patriarcali. Il neoliberismo ha conquistato al mercato tutti i territori, ha ridotto tutto a merce, compreso il lavoro, la natura, la sostanza vivente e quindi anche l’immaginario e la mente e ha colonizzato ogni aspetto del nostro quotidiano e così è successo che anche la così detta sinistra di movimento abbia auspicato e appoggiato provvedimenti classisti facendo propria la lettura dominante e anzi facendosene sponsor.
I parcheggi a pagamento sono una delle tante trovate della sinistra socialdemocratica e riformista che li ha messi in opera come al solito con argomentazioni buoniste, accattivanti, ecologiche che sono andate dalla demonizzazione dell’automobile privata, in una società dove, tra l’altro, è impossibile non usarla, alla salvaguardia della nostra salute, alla necessità per i comuni di fare cassa, per il bene della collettività naturalmente.
Ma chi appartiene a categorie privilegiate o benestanti non ha certo problemi a pagare il parcheggio, anzi molto probabilmente prenderà un taxi, e neppure questo problema lo hanno coloro che possiedono e usano le auto di servizio e le auto blu, e neppure quelli che si sono accaparrati da anni ormai i centri storici comprando le case della popolazione espulsa, anzi ormai questi non possiedono neppure più l’automobile, la noleggiano direttamente con l’autista quando serve. I problemi li hanno coloro che si devono recare al lavoro, che devono portare i figli a scuola, fare pratiche burocratiche imposte ormai ossessivamente dalla nostra società, ma che anche solamente vorrebbero andare a trovare un parente in un altro quartiere o mangiarsi una pizza da qualche parte. Oppure chi abita a Torpignattara, tanto per fare un esempio, può mangiarsi una pizza solo a Torpignattara? Eh,si! Perché un’altra bella trovata classista è stata quella delle strisce blu gratuite per i residenti di un quartiere e a pagamento per chi viene da fuori. I residenti, tutti contenti, sostengono a spada tratta e si tengono stretti i loro parcheggi gratuiti, pochi, risicati, insufficienti, angariando chi osa sostare nei posti designati senza pagare non rendendosi conto che in questo modo si auto-recludono in tanti ghetti di medioevale memoria, ogni ghetto con il suo bel bollino di appartenenza come le corporazioni.