Responsabilità collettiva
In solidarietà alla ragazza dello stupro di Parma
Oggi, 19 dicembre, ci sarà l’udienza per lo stupro di Parma, avvenuto sei anni fa, quando una compagna è stata violentata da tre maschi appartenenti a RAF, la Rete antifascista proprio di Parma. Non solo, ma i tre stupratori hanno girato un video della violenza e lo hanno fatto circolare nella loro area antagonista. Il video è stato trovato, durante una perquisizione, dai Carabinieri che hanno dato il via alle indagini che hanno condotto al processo di oggi.
La violenza maschile è strutturale. Siamo perfettamente consapevoli che attraversa anche i movimenti antagonisti e ha sempre una valenza politica, mira a ribadire costantemente la soggezione, l’uso e l’abuso delle donne anche se si maschera dietro pratiche e alibi che vorrebbero essere portatori di ideali altri e diversi.
Oggi ci sarà l’udienza di un processo che conosciamo fin troppo bene per averne visti tanti e troppi. La ragazza subirà un’altra volta una violenza tremenda. Verranno misurati i centimetri dello slip, l’aderenza dei jeans, le sue abitudini sessuali, gli amanti presenti, passati e futuri, il suo stile di vita, come, quanto e dove lavora, quante volte si ubriaca , se fuma o se non fuma…sarà lei ad essere il bersaglio di tutto il processo e non i suoi stupratori.
Da una parte verrà vittimizzata e trattata come una stupida, superficiale ed incosciente e dall’altra sarà la principale accusata.
Sarà lei a doversi difendere da tutto e da tutti. La sua vita e non quella dei suoi violentatori sarà passata al setaccio, rivoltata come un calzino, giudicata, soppesata.
Siamo tutte con lei e speriamo che trovi la forza, la rabbia, la determinazione e il coraggio di affrontare e superare tutto questo.
Ma c’è una responsabilità collettiva in quello che è accaduto e sta accadendo.
Possibile che, in tanti anni, tra tutti quelli e tutte quelle che sapevano, che hanno visto il video, che erano al corrente della violenza…nessuno/a abbia pensato di tutelare e difendere la compagna?
Possibile che nessuno/a tra tutti quelli e tutte quelle che conoscevano la vicenda abbia mai pensato di inchiodare alle loro responsabilità i tre stupratori, di allontanarli dal movimento con le modalità e i mezzi che proprio il fare politico di chi si definisce antagonista, antifascista, antisessista, di chi ha la voglia il desiderio e la pretesa di costruire una società diversa deve avere come bagaglio imprescindibile?
L’ atteggiamento omertoso diventa collaborazione, è esso stesso violenza, avalla ulteriormente un sistema che considera la donna come oggetto da utilizzare a piacimento, che è costruito sull’oppressione di genere, che non mette mai in nessun modo in discussione la natura dei rapporti e delle relazioni, che mette sullo stesso piano chi agisce violenza e chi la subisce.
Tacendo, facendo finta di niente, mettendo la testa sotto la sabbia, coprendo quello che è successo, perpetuando una violenza inenarrabile, sottovalutando l’accaduto e magari facendosi semplicemente i fatti propri, una compagna è stata consegnata, mani e piedi legati, ai carabinieri e alla magistratura borghese, quella stessa che tutti i giorni il movimento antagonista ha la pretesa di denunciare e di combattere e con lei è stato consegnato alla magistratura tutto il movimento antagonista di Parma.
Questa vicenda dovrebbe essere motivo di riflessione severa per il movimento tutto.
TUTTA LA NOSTRA SOLIDARIETA’ E VICINANZA ALLA COMPAGNA!
Coordinamenta femminista e lesbica