Renzi la belva umana

Renzi la belva umana

Pubblicato il 7 febbraio 2016 · in Schegge taglienti ·

di Alessandra Daniele

FracchiaIl rapporto di Renzi con l’Unione Europea è uguale a quello di Giandomenico Fracchia col suo capufficio. Fracchia è il proto-Fantozzi che Paolo Villaggio creò nel 1968, e interpretò dal ’69 al ’75 per la Rai, riprendendo il ruolo in un paio di film degli anni ’80. La sua principale caratteristica negli sketch originali Rai, oltre a quella di coltivare sogni di gloria completamente irrealizzabili, era fingersi spavaldo e deciso davanti ai colleghi, promettendo di affrontare e umiliare l’arrogante capufficio (Gianni Agus) per poi al suo arrivo trasformarsi in un cagasotto strisciante e servile fino all’automutilazione.
La sottomissione di Renzi all’Unione Europea però è niente rispetto a quella nei confronti degli Stati Uniti, verso i quali è praticamente un drone. Da come Kerry parla dell’invio di altre truppe italiane in Libia si direbbe che possa telecomandare il piccolo Cazzaro fiorentino via wi-fi con una app. La Cazz App. Al segretario di Stato USA basta prendere lo smartphone, e toccare l’icona col suo faccione sorridente.
Matteo Renzi è un pataccaro, e la patacca più grossa che ha affibbiato è se stesso. Com’è riuscito a spacciare il suo governo di riciclati figli di papà per limpidi Absolute Beginners, ha spacciato se stesso per un leader assertivo e temerario, quando in realtà, per citare ancora Villaggio, è una merdaccia.
Inutile aspettarsi che ottenga dalle autorità egiziane la verità sull’omicidio Regeni. Come l’ultimo rimpasto di governo ha dimostrato, Renzi, benché petulante e stizzoso davanti alle telecamere, nella vita reale non è capace di tenere testa neanche ad Alfano. Figuriamoci ad Al Sisi.
Non che l’Italia abbia mai brillato per coraggio e indipendenza, specialmente nei confronti degli USA. Veniamo definiti un paese a sovranità limitata, ma siamo in realtà sempre stati un paese a sudditanza illimitata.
Adesso però sembra che gli Stati Uniti ci considerino un ristorante dove come clienti abituali non hanno più neanche bisogno di ordinare, perché al primo cenno il maitre sa già esattamente cosa servirgli.
Ri-colonizzando la Libia con la NATO, l’Italia diventa la seconda nazione più impegnata sul fronte di terra, naturalmente senza che il parere degli italiani sia stato richiesto, anzi, mentre sono convenientemente distratti a litigare sullo spauracchio dell’utero in affitto.
Il modo in cui i bambini sono costantemente strumentalizzati dai bigotti è disturbante, per non dire di peggio. Ai tempi del referendum sul divorzio, la propaganda antidivorzista era piena di bambini in lacrime che supplicavano i genitori di non abbandonarli, come se a tenere insieme le famiglie italiane fosse solo la minaccia della galera per abbandono del tetto coniugale. Stavolta l’eterno Groundhog Family Day, il giorno delle marmotte clerico fasciste è servito anche come mossa Kansas City, manovra diversiva per stornare l’attenzione dall’escalation bellica.
Il 3 febbraio l’Unità ha titolato: “La Grande Guerra”.
Ancora una volta il nostro peggior nemico è quello che marcia, o striscia, alla nostra testa.
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