Mary Crow Dog
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Donna Lakota
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Donne che resistono
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E’ un colpo nell’anima la storia di Mary Crow, donna indiana moderna cresciuta Sioux ma costretta dalla società a “bianchizzarsi”.
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Nata nel 1955 in una baracca nella riserva di Rosebud nel Sud Dakota, Mary Crow non sentiva il bisogno di avere acqua corrente, riscaldamento ed elettricità per il semplice fatto che nella riserva non si sapeva neppure che esistessero certe cose che persino i bianchi poveri e i neri dei ghetti davano per scontate. Il primo contatto con l’America bianca avvenne quando fu trascinata a forza in un collegio cattolico per imparare il vivere civile.
L’educazione consisteva nell’abbandonare le proprie credenze a forza di punizioni per assumere “l’aspetto esteriore della vita civilizzata”. Le scuole erano state pensate come un’alternativa allo sterminio completo della nazione indiana e la cristianizzazione era solo una morte lenta. Con la fuga dalla scuola Mary entra in un vortice di alcool, droga ed emarginazione passando da una rissa all’altra.
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E’ un colpo nell’anima la storia di Mary Crow, donna indiana moderna cresciuta Sioux ma costretta dalla società a “bianchizzarsi”.
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Nata nel 1955 in una baracca nella riserva di Rosebud nel Sud Dakota, Mary Crow non sentiva il bisogno di avere acqua corrente, riscaldamento ed elettricità per il semplice fatto che nella riserva non si sapeva neppure che esistessero certe cose che persino i bianchi poveri e i neri dei ghetti davano per scontate. Il primo contatto con l’America bianca avvenne quando fu trascinata a forza in un collegio cattolico per imparare il vivere civile.
L’educazione consisteva nell’abbandonare le proprie credenze a forza di punizioni per assumere “l’aspetto esteriore della vita civilizzata”. Le scuole erano state pensate come un’alternativa allo sterminio completo della nazione indiana e la cristianizzazione era solo una morte lenta. Con la fuga dalla scuola Mary entra in un vortice di alcool, droga ed emarginazione passando da una rissa all’altra.
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Travolta dall’ondata di orgoglio tribale che attraversa le riserve negli anni ’70, entra nell’American Indian Movement e partecipa alla storica resistenza contro la polizia nel febbraio del 1973 per settantun giorni a Wounded Knee.
Travolta dall’ondata di orgoglio tribale che attraversa le riserve negli anni ’70, entra nell’American Indian Movement e partecipa alla storica resistenza contro la polizia nel febbraio del 1973 per settantun giorni a Wounded Knee.
Nota come il grande atto simbolico, la manifestazione era cominciata perché una giuria aveva assolto dei cowboy bianchi colpevoli dell’omicidio di un ragazzo indiano.
Durante l’assedio Mary conosce Leonard Crow-Dog, suo futuro marito, che considerato il capo del movimento fu condannato a 23 anni di reclusione, mentre nel frattempo altri amici e parenti morivano in strani incidenti o in sparatorie con l’F.B.I.
Durante l’assedio Mary conosce Leonard Crow-Dog, suo futuro marito, che considerato il capo del movimento fu condannato a 23 anni di reclusione, mentre nel frattempo altri amici e parenti morivano in strani incidenti o in sparatorie con l’F.B.I.
Nel 1990 scrive “Lakota Woman” e nel 1993 “Ohitika Woman” con il nome di Mary Brave Bird, libro che è la continuazione del primo.
Mary muore nel 2013, “
“Donna Lakota” non è solo l’autobiografia di una giovane donna indiana, ma anche la storia della rinascita spirituale di un popolo e un atto d’accusa contro le leggi e la società americana, incapace di comprendere una cultura in divenire. Secondo un proverbio cheyenne “una nazione non è conquistata finché i cuori delle sue donne resistono“ e questo libro ne è la testimonianza.