Perquisizioni nelle abitazioni di chi partecipa alla lotta contro i CIE!
da femmilistanocie
Ieri mattina a Roma, verso le 6,30 alcuni compagni e compagne sono state
perquisiti nelle proprie case di residenza. A bussare alla porta c’erano
poliziotti e digos che hanno sequestrato oggetti personali e notificato
fogli di via. Le accuse sono manifestazione non autorizzata, con
riferimento ai presidi sotto le mura del CIE di Ponte Galeria di
settembre e ottobre, e oltraggio a pubblico ufficiale. Sul fatto c’è
poco da commentare, la cronaca e le accuse parlano da sè. Non ci
soffermiamo troppo a denunciare questo gesto intimidatorio delle
guardie, ci interessa piuttosto capire quello che ci sta succedendo
intorno, attrezzarci e organizzarci.
Sono molti mesi, ormai, che con cadenza mensile andiamo davanti al lager
di Ponte Galeria con l’intento di rompere il silenzio e l’isolamento in
cui tante persone senza documenti sono costrette, per supportare le
lotte che chi è rinchiuso/a porta avanti con coraggio e determinazione.
Come pochi giorni fa a Torino al CIE di corso Brunelleschi, dove i
detenuti hanno dato fuoco a tre aree del centro rendendole inagibili o
come un mese fa a Ponte Galeria, quando un ragazzo per resistere alla
deportazione si è arrampicato sul tetto.
Certamente non ci stupisce l’accanimento verso persone che portano
avanti percorsi di lotta concreti, ma è importante segnalare l’utilizzo
massivo e indiscriminato di diverse misure repressive. Da un pò di tempo
a Roma, come in altre città, si stanno moltiplicando misure e sanzioni,
che vanno dai fogli di via alle firme, dalle multe agli avvisi orali.
Una strategia complessiva che mira a controllare e gestire la città in
modo capillare e preciso. Una città commissariata, in cui c’è una sorta
di stato di polizia, e in attesa del grande evento del Giubileo, grande
prova d’esame dal punto di vista del controllo, della sicurezza e della
gestione.
Le perquisizioni di ieri mattina non ci spaventano e non ci scoraggiano.
Ne cogliamo però il significato complessivo perché non sono un atto
isolato.
Andare e tornare dai presidi a Ponte Galeria sta diventando sempre più
complicato. Durante gli ultimi appuntamenti, infatti, molti solidali che
volevano raggiungere il CIE sono stati fermati da polizia e controllori,
che non facevano ripartire il treno o bloccavano gli ingressi,
dispiegandosi in forza dentro le stazioni e minacciando i presenti.
Dentro il CIE Ponte Galeria la situazione è come al solito
insopportabile. Le celle sono stracolme di persone e le deportazioni
all’ordine del giorno. I presidi, non ci stancheremo mai di dirlo, sono
momenti importanti per tenere viva non solo la solidarietà con chi è
dentro, ma per dare costanza alla comunicazione con i detenuti e le
detenute, per contiuare a supportare chi lotta dentro e per organizzare
al meglio la risposta fuori.
Chiamiamo quindi tutti e tutte a partecipare in tanti e tante al
prossimo presidio, che sarà il prossimo 12 dicembre. Sarà fondamentale
essere numerosi/e, determinati/e e con la rabbia di sempre.
Complici e solidali con chi lotta
contro ogni gabbia e frontiera
Alcuni nemici e nemiche delle frontiere