Danzare su una polveriera

Contro la guerra del capitale/Contro l’ordine patriarcale

“Danzare su una polveriera”

Dal 3 ottobre al 6 novembre si sta svolgendo la Trident Juncture, la più grande esercitazione militare Nato dalla caduta del muro di Berlino. Coinvolge 30 Stati 36.000 militari, 60 tra navi e sottomarini e 140 tra aerei ed elicotteri. E’ ospitata da Portogallo, Spagna e Italia ed è un’esercitazione di guerra simulata che parte dal Mediterraneo ed è indirizzata, a detta degli stessi documenti Nato, verso est e verso sud. In pratica non è altro che una prova generale di guerra contro la Russia. Il comando generale è collocato nella base di Lago Patria a Napoli e il nostro territorio è direttamente teatro delle operazioni militari in Sardegna, in Sicilia, a Pisa, a Pratica di mare, a Ferrara… e il mediterraneo, il mare e le coste sono oggetto di bombardamenti sia aerei che navali e sbarchi di truppe..

Questo il contesto. Ma i due elementi che caratterizzano Trident Juncture e che ne fanno un’operazione militare di ultima generazione sono due:

-la rapidità della messa in atto della capacità offensiva. La struttura militare deve essere. capace di essere attiva in sole 48 ore

-il nuovo rapporto con la popolazione civile che si deve abituare a convivere con i militari nelle strade e i droni sulla testa oltre ad essere disposta a collaborare attivamente.

Siamo immerse in scenari di guerra. Dovunque volgiamo il nostro sguardo la guerra e la militarizzazione sono diventate paesaggio urbano e dimensione internazionale. Ma tutto questo non è dovuto al Fato, ad una particolare congiuntura, a personaggi particolarmente malvagi…..bensì non è altro che lo stadio di maturazione del Capitale. Il neoliberismo è la dimensione politico-ideologica a cui è giunto il capitalismo nella sua necessità di espandersi e di distruggere ogni altra configurazione economica, marginale nei paesi occidentali, di sussistenza nei paesi del terzo mondo che ostacoli il suo processo di crescita. La così detta crisi non è altro che lo strumento per la ridefinizione dei rapporti di forza tra Stati e multinazionali e con le oppresse e gli oppressi tutte/i. E, in questo procedere, la guerra è strumento di potere e assoggettamento e, allo stesso tempo, momento di crescita economica e di sfruttamento. Non a caso è tornato prepotentemente sullo scenario internazionale il colonialismo, mascherato non più sotto la veste di una superiore civiltà da portare ai popoli del terzo mondo, bensì sotto quella della tutela dei diritti umani, di quelli delle donne e delle diversità e dell’autodeterminazione dei popoli. In questo processo di ridefinizione degli assetti su fronti interni e fronti esterni, gli Stati Uniti si pongono come Stato del capitale, rivendicando a sé il ruolo guida e mettendolo sistematicamente in atto con la Nato diventata esercito di aggressione e polizia internazionale. Gli Usa, con l’alleata Inghilterra e con gli Stati vassalli, stanno procedendo ad una sistematica destabilizzazione di tutte le aree, i governi, gli Stati, che sono asimmetrici rispetto ai loro interessi….dalla Jugoslavia passando per l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia, la Siria ed ora l’Ucraina, oggetto di un vero e proprio colpo di stato nazista in funzione anti russa. L’Ucraina è per gli Stati Uniti il terreno ideale per avanzare il suo fronte verso est. La Francia e la Germania si barcamenano, strette tra la necessità di piegarsi agli interessi statunitensi e quella di tutelare i loro interessi economici che spesso sarebbero altri. L’Italia è asservita agli Usa, i governi riformisti e a guida PD sono semplicemente dei funzionari statunitensi. In questo quadro il femminismo si trova di fronte alla necessità imprescindibile di fare chiarezza politica, di collocarsi e di scegliere da che parte stare.

Le posizioni neutrali non esistono, non esistono più orticelli privati da coltivare o giardini protetti. Si devono necessariamente smascherare i meccanismi che vengono posti in atto per perpetuare la nostra oppressione sotto le mentite spoglie di un’attenzione pelosa e attraverso la promozione sociale di donne che si prestano all’asservimento di tutte le altre donne e degli oppressi tutti/e. Il loro compito è di fornire un paravento dietro il quale la società patriarcale e neoliberista può nascondere i propri obiettivi reali quali l’inasprimento della disoccupazione, la precarizzazione della vita, le crescenti diseguaglianze, le guerre umanitarie, il ruolo di cura da cui dicono di essere affrancate e in cui viene prepotentemente confermata la stragrande maggioranza delle altre donne. Poiché questi obiettivi sono inconfessabili, si veicolano come emancipazione, come transizione, che dovrebbe condurre alla nostra liberazione così come nella società il neoliberismo viene presentato come “moderno” e dovrebbe condurre alla crescita, alla piena occupazione, alla giustizia sociale e, nei paesi del terzo mondo, alla democrazia. L’uso strumentale della nostra oppressione, qui da noi, e nei riguardi del terzo mondo ci chiama direttamente in causa senza possibilità di appello. Gli Usa nel loro processo di destabilizzazione dei paesi asimmetrici ai loro interessi hanno foraggiato, armato, addestrato, portato al potere… Talebani… integralisti musulmani di ogni tipo…..Isis… e, allo stesso tempo, usano lo spauracchio del terrorismo, marchio itinerante da affibbiare ad ogni piè sospinto, per avere mano libera negli interventi destabilizzanti, nella loro intromissione in qualsiasi Stato e a qualsiasi titolo ritengano opportuno. Per fare questo hanno distrutto con i mercenari del Qatar, degli Emirati Arabi, del Bahrain, Stati laici dandoli in pasti agli integralisti musulmani e ora si pongono come paladini della difesa dell’occidente contro il terrorismo. La strumentalizzazione dei diritti umani, l’uso del pinkwashing, l’uso della violenza sulle donne, sulle lesbiche, sulle diversità per attaccare e aggredire i paesi asimmetrici non lascia spazio a nessuna posizione neutrale. Lo sdoganamento degli integralisti musulmani ha distrutto ogni tentativo in medio oriente di società laica. L’ordine patriarcale e la guerra del capitale camminano di pari passo. La prima guerra mondiale ha visto il massacro dei soldati al fronte, chiamati di forza alla leva. La seconda ha visto il coinvolgimento delle aree urbane, i morti civili sono stati tantissimi, le città hanno pagato il prezzo più alto. Già in questo caso il fronte era alquanto labile. La prossima guerra non avrà più un fronte, dobbiamo renderci conto che i territori nazionali del mediterraneo, Italia compresa, saranno tutto uno scenario di guerra. Non esisterà più chi può essere coinvolta/o e chi no, nessuna/o riuscirà a sottrarsi.

Stiamo danzando su una polveriera.

Invitiamo tutte e tutti  a partecipare, a supportare, a creare, a seconda delle possibilità, dei luoghi e dell’inventiva, iniziative contro la Trident e contro la Nato.

Noi saremo a Napoli, sabato 24 ottobre, alla manifestazione nazionale alle ore 14 in piazza del Gesù.

Contro la guerra del capitale/Contro l’ordine patriarcale

NO TRIDENT NO NATO!

Coordinamenta femminista e lesbica

 

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