Bastoni rossi contro la violenza maschile

 

Bastoni rossi contro la violenza maschile

Ho tradotto questo articolo da Firatnews perché l’ho trovato molto interessante. Non solo e non tanto perché ribadisce l’importanza dell’autodifesa femminista, quanto perché mostra come la potenza postvittimistica sprigionata dalle guerrigliere kurde si stia propagando anche altrove.
Buona lettura!

Autodifesa contro la violenza maschile: i bastoni rossi

ANF – ISTANBUL 2015/03/02 11:30:24

Le donne in Turchia continuano a combattere contro la violenza maschile.

Contro gli uomini che le molestano o che ricorrono alla violenza fisica non rimangono in silenzio: sviluppano metodi di autodifesa.

Diversi giorni fa, le donne sono scese in piazza a Istanbul per protestare contro la violenza sessuale. Un gruppo di donne ha portato dei bastoni rossi in corteo e alzandoli invitava le donne a sviluppare tecniche di autodifesa contro la violenza.

I bastoni rossi delle donne di Istanbul richiamavano quelli della Gulabi gang indiana – nota in Turchia come “le donne in rosa”– che non lasciano impunita la violenza maschile e forniscono alle donne uno strumento di difesa.
Non soltanto la lotta delle donne indiane, ma anche i benefici e le esperienze acquisiti dalle donne nella Rivoluzione in Rojava hanno posto all’ordine del giorno delle donne in Turchia la questione dell’autodifesa.

L’aspetto più evidente fra questi benefici nel Rojava sono le forze femminili di difesa YPJ e le donne ‘asayish’ (forza di sicurezza pubblica). Dal punto di vista teorico, l’autodifesa è riconosciuta nel contratto sociale in Rojava come un diritto delle donne.

Che significato hanno, nella lotta contro la violenza maschile, queste azioni con i bastoni?

A questa domanda ha risposto Fadime Çelibi, portavoce dell’assemblea delle donne socialiste.

Çelebi richiama l’attenzione sulle politiche dell’AKP ostili verso le donne e dice che tali politiche si sono trasformate in femminicidio.

Anche le cifre ufficiali sono spaventose. Nel 2014 sono state uccise 294 donne.

Çelebi spiega che centinaia di donne sono state ferite, centinaia di altre sono state molestate e violentate, e aggiunge che lo Stato e il sistema giudiziario non hanno protetto il diritto alla vita delle donne, ma hanno invece continuato a proteggere gli uomini riducendo questi comportamenti a provocazioni.

Lo Stato non solo non protegge le donne, ma ostacola quelle che chiedono giustizia.

Çelebi afferma che, mentre non sono stati creati strumenti per prevenire la violenza, i processi ingiusti che proteggono gli uomini continuano a frustrare le aspettative delle donne. “Siccome lo Stato non è stato in grado di soddisfare le loro richieste di giustizia, le donne sono state costrette a sviluppare i propri strumenti di autodifesa”, aggiunge Çelebi.

Le donne non hanno soltanto portato i bastoni rossi nel corteo di Kadikoy, ma hanno anche recentemente punito alcuni uomini in diverse località della Turchia.

Le donne nel distretto Hozat di Dersim e in Antep hanno punito gli uomini che molestavano le donne.

Fatma Çelebi, portavoce dell’assemblea delle donne socialiste dice che l’autodifesa delle donne con i bastoni rossi è una risposta legittima e concreta tanto contro il dominio maschile quanto contro la violenza maschile e quella dello Stato nei confronti delle donne.

“Questo tipo di strumenti di difesa porterà le donne a sentirsi più forti nei confronti degli uomini e a sviluppare la fiducia in se stesse. Lo sviluppo di questi strumenti legittimi nella lotta contro la violenza maschile e la loro estensione nella vita sociale creerà un effetto deterrente sugli uomini. E le donne saranno in grado di crearsi la propria giustizia”, aggiunge Çelebi.

Çelebi richiama l’attenzione sulla lotta e le esperienze delle socialiste e delle kurde, che hanno aperto la strada affinché le donne sviluppino strumenti di  autodifesa, ricordando i benefici acquisiti dalle donne nella rivoluzione in Rojava e nella difesa di Kobanê. “Le donne hanno affermato i propri strumenti di autodifesa nella rivoluzione delle donne in Rojava e nella difesa di Kobanê e hanno combattuto per la libertà contro le bande di ISIS fino alla vittoria. Questo rappresenta un esempio per le donne della Turchia, in quanto dimostra la potenza e la volontà delle donne”, dice Çelebi.

Çelebi dichiara che l’assemblea delle donne socialiste supporta tutti i metodi di legittimi e pratici di lotta, e aggiunge che le donne continueranno a sviluppare ulteriori strumenti di autodifesa oltre ai bastoni rossi fino a quando in Turchia continueranno la violenza maschile e i femminicidi.

Çelebi dice che i bastoni rossi delle donne sono come minimo altrettanto legittimi quanto sono “legittimi” lo stato maschile dominante e la percezione che gli uomini hanno della violenza contro le donne.

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[Un’immagine – minuscola – della manifestazione coi bastoni ]

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