“Destra e Sinistra”
Si tenta di far passare nel comune sentire, e in qualche modo ci sono riusciti, il concetto che destra e sinistra sono due categorizzazioni superate, che parlare di destra e di sinistra non ha più senso, non è più moderno, fa parte di una mentalità attardata e vetero.
E, in effetti, la persona comune è travolta da un rimescolamento di riferimenti,concetti, scelte e termini di quella che un tempo era la sinistra socialdemocratica, annessi, connessi e collaterali, assolutamente spiazzante e destabilizzante, tanto che si è perso anche il senso di una possibile alternativa all’interno del pur fittizio gioco democratico borghese tra una destra tradizionalista e reazionaria e una sinistra keynesiana.
Ma tutto questo succede perché ci si dimentica che destra e sinistra sono due diverse concezioni del mondo e che la connotazione di destra o di sinistra non deriva da etichette che si impongono o autoimpongono partiti, partitini e sindacati…ma dalle scelte politiche, economiche e sociali che vengono fatte.
Il PD è la destra moderna e sono le scelte economiche, politiche, sociali che datano ormai da lunghissimo tempo che lo definiscono come tale.
La destra tradizionale si attarda alla difesa di valori e scelte economiche di frazioni della borghesia perdenti e destinate a scomparire, la destra moderna, cioè il PD, si è fatta sponsor del neoliberismo e degli interessi delle multinazionali anglo-americane.
Si è completamente persa quella che era la vecchia alternanza. Attualmente il quadro istituzionale è rappresentato dalla destra moderna vincente, PD e alleati, e la destra tradizionale, destinata a scomparire. Sì, perché questa società si sta incardinando sulla scomparsa del concetto di Governo come gabinetto d’affari delle varie frazioni della borghesia, spesso con interessi contrastanti e procede a passi da gigante verso la rappresentanza diretta e unica delle multinazionali e i governi locali avranno come compito precipuo quello del controllo e della repressione.
Nella stagione in cui non si usano più i mezzi economici per sollecitare il consenso, si ricorre sempre di più alla mobilitazione delle masse in funzione reazionaria, all’opinione pubblica moralista e acritica contro la mafia, contro il proporzionale, contro l’immunità parlamentare, contro gli evasori fiscali…In un quadro di scomposizione di classe così forte e lacerante, si riapre, allo stesso tempo, concretamente, la prospettiva della ricomposizione di classe, un processo di ricostituzione e di ricomposizione politica all’altezza della situazione che si va determinando.
E’ la forma politico-giuridica Stato-Nazione che, se pur lentamente,con resistenze, sta scomparendo per far posto ad una forma sovra-nazionale di comando non solo economico, ma anche politico- istituzionale- militare.