Le cose cambiano….

Le cose cambiano….

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Le modalità che vengono attivate nella così detta democrazia borghese quando si vuole ottenere il consenso rispetto a leggi, programmi, opere hanno un percorso preciso, consolidato e ormai smaccatamente manifesto. E tanto più questo vale anche per le “grandi opere” .

Si presenta la mobilità come sinonimo di successo e di progresso. Si parte da studi di ingegneria che abbozzano piani faraonici che possono essere di qualsivoglia tipo, aeroporti come nel viterbese, autostrade come in maremma, ponti di messina….il meccanismo è sempre lo stesso.

L’impatto ambientale devastante, lo sconvolgimento degli abitanti e degli abitati locali vengono rimossi attraverso l’esaltazione delle soluzioni tecnologiche all’avanguardia, condizione per solleticare e suscitare l’orgoglio nazionale.

E’ il meccanismo del gigantismo che torna utile ai progetti insensati come il TAV.

Si comincia solleticando gli interessi dei grandi elettori che dovrebbero convincere gli amministratori locali puntando sui loro desideri di carriera e visibilità nazionale e questi ultimi dovrebbero irretire gli/le abitanti  con la presunta ricaduta positiva sul loro territorio in termini di occupazione e di finanziamenti, che non esistono se non sulla carta.

Si dà per scontato, infatti, che, una volta terminato il cantiere, le promesse non saranno mantenute e, allora, interverranno i tecnici dell’economia che con grafici, diagrammi ed analisi dimostreranno, a chi ci vuole credere, che se le ipotesi promesse non si sono verificate è stata colpa di questo, di quest’altro e di quest’altro motivo ancora.

Nel caso del Tav non dovranno neanche essere fantasiosi come è loro costume, la parola totemica è già pronta: è colpa della crisi.

Studi professionali che si prestino a piegare gli interessi della collettività agli interessi di pochi, se ne trovano  e sono la conferma dell’inconsistenza della presunta neutralità della scienza e della tecnica.

Naturalmente i politici, in un abusato gioco delle parti, faranno finta di credere all’obiettività degli studi, tanto più se voluminosi, ricchi di parole difficili, infarciti di grafici, e su questi chiederanno fiducia.

Per quanto riguarda la stampa e i media, il problema non sussiste, non sono solo allineati,, ma fanno parte integrante del progetto dominante.

Con la costruzione, la manutenzione, la gestione e lo sfruttamento di un’infrastruttura così impegnativa come il Tav, ce n’è a sufficienza per legare tanti appetiti e tanti interessi, con la magica formula del partenariato pubblico/privato, maniera elegante per dire che il pubblico si fa carico dei costi e delle perdite e il privato dei profitti.

Il deficit, il debito, i tagli alla sanità, alla scuola, allo stato sociale, vengono dimenticati

In nome della ricaduta positiva di posti di lavoro e della presunta crescita economica locale che, tra l’altro, è già messo in preventivo che non ci sarà.

Intanto per buttare fumo negli occhi basta moltiplicare a dismisura le tonnellate di merci da trasportare e i passeggeri che usufruiranno dell’opera e dichiararsi favorevoli alla concertazione pubblica trasparente, dando per scontato che il dissenso è un gioco che poi rientra e diventa consenso ( bisogna discutere con loro apertamente e convincerli che poi, tanto, si farà, diceva Romano Prodi) poi, quando, a cose fatte, i nodi verranno al pettine e sarà chiara l’enormità della truffa, allora si potrà ascoltare qualcuno che denuncerà il tutto con qualche tavola rotonda in qualche sede, magari, del PD.

Ma, udite, udite che cosa sta succedendo!

I/le NoTav non ci stanno al gioco. Si incardinano sul territorio, lo difendono da anni, denunciano i soprusi, le violenze, le prevaricazioni….e sono pure d’accordo popolazione e amministratori, attivisti e gente comune, donne, uomini, ragazzine e ragazzini!

Beh, allora le cose cambiano. Non sono degni/e del “gioco democratico”, vedranno che la musica è diversa!

E infatti scatta il ricorso alla forza pubblica, si prova a schiarire le idee dei refrattari e delle refrattarie con le botte, i gas lacrimogeni, le multe, le denunce, le inquisizioni……e per rendere il tutto “legale” basta dichiarare un cantiere “zona militare di interesse strategico”.

Il gioco è duro, ma vale la candela, gli interessi sono tanti e l’appetito vien mangiando.

Ma i refrattari e le refrattarie che fanno?

Si consultano, fanno pubbliche assemblee, decidono delle strategie, decidono di se stesse e se stessi, allargano consenso e solidarietà.

Decidono di se stesse e se stessi?!?!?! Ma allora sono terroriste/i come tutte quelle e tutti quelli che le/i aiuteranno e lotteranno con loro!!!

Noi siamo femministe e intendiamo decidere della nostra vita e siamo con le/i Notav che devono essere liberi di decidere della loro terra e della loro vita e quindi anche per noi le cose cambiano.

Siamo tutte terroriste!

tutte sabato 10 maggio a Torino a Piazza Adriano alle ore 14.00 per

Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò

TUTTE/I LIBERE/I

Coordinamenta femminista e lesbica Roma coordinamenta.noblogs.org/coordinamenta@autistiche.org

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Una risposta a Le cose cambiano….

  1. Martelun scrive:

    http://www.progettoalternativo.com
    NoTav sempre
    Il Pm Antonio Rinaudo quanto è amico della ‘ndrangheta

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