“Ognun@ ha la sua opinione?”

Da “I Nomi delle Cose” del 30/04/2014

Quell* che non hanno il genere, ma hanno la classe,la rubrica di Denis ogni ultimo mercoledì del mese

“Ognun@ ha la sua opinione?”

Chi non ha sentito almeno una volta la frase: ‘Ognun@ ha la sua
opinione’? Probabilmente è successo a chiunque.

È la frase favorita da discriminator@, oppressor@ e stronz@ di ogni
risma per giustificare le proprie attività di rinforzo dell’idea
dominante. Come anarchic@, antirazzist@, femminist@, persone lgbtqia,
antispecist@ ci troviamo costantemente a fronteggiare atti di
sopraffazione e violenza verbale liquidati con questa locuzione.

Come sbarazzersene definitivamente, purtroppo, non lo so. Ma decostruire
i pensieri che sono alla base di questa mossa retorica è sicuramente il
primo passo.

Libertà di parola per molt@ significa il diritto a dire la propria
cazzata senza prendersene la responsabilità, e chiunque critichi questo
concetto è un “fascista”, un “illiberale” e via dicendo: come se
“libertà”, fosse libertà di opprimere. L’idea per cui occorre tollerare
l’espressione di chiunque, perché ognun@ ha diritto a esprimersi è
meravigliosa in teoria, ma terrificante nella pratica: l’effetto che
produce è tollerare chiunque e qualunque cosa, comprese le tendenze
reazionarie che di fatto impediscono di cambiare le cose e mantengono lo
status quo. La chiave sta nel concetto di responsabilità, poiché il
numero di coloro che si sperticano a difesa della libertà di parola – e
non solo – e che sono poi dispost@, nell’eventualità, ad accogliere
reazioni negative e addirittura a prendere atto di aver sbagliato, è
così ridicolmente basso da sfiorare l’inesistenza. Ciò che si desidera,
dunque, non è la libertà di parola, ma la libertà della propria parola.

Perciò accade, spesso, che chi si ritrova a ricoprire un ruolo
subaltern@ è disciplinat@ assai severamente, molto più della
controparte; e questa severità proviene proprio da coloro che per sé
stess@ sventolano il vessillo della democrazia, della tolleranza, della
libertà d’opinione e di parola, della neutralità, dell’imparzialità,
dell’equidistanza. Tutte finzioni che hanno decisamente poco di
libertario, propugnate da soggett@ che, pur affermando di rifuggire gli
estremismi, finiscono per incarnarne uno: il fascismo.

Pur non essendo esplicitamente fascista, il paradosso democratico
risiede nel fatto che per non negare sé stessa la democrazia deve
tollerare, suo malgrado, chi finirà per distruggere la sua esistenza, e
con lei chiunque tenti di criticare chi, nei fatti, la distruggerà.
Questo è quanto mi basta per affermare, con orgoglio, che democratico
non lo sono e non lo sarò mai.

Un’opinione, in realtà, non è mai un’opinione e soprattutto non è mai
soltanto un’opinione. Opinione è quando dico che il gelato al pistacchio
non mi fa impazzire, cosa contro cui sarebbe difficile e stupido
argomentare; quando invece, fuori dai confini delle preferenze
personali, parlo di ciò che mi circonda, le mie affermazioni non possono
essere per nulla apolitiche, equidistanti, o neutrali,  ma situate e
indubbiamente di parte.  Se un’affermazione è irrispettosa, dannosa e
pericolosa, nessuna legge dell’universo conosciuto impone che vada
preservata soltanto in quanto opinione: ognun@ ha il sacrosanto diritto
di sputarci sopra. Se la cosa vi spaventa, ciò riguarda voi e il vostro
segreto timore che il vostro privilegio e la vostra parzialità, di cui
forse neanche voi siete a conoscenza, venga allo scoperto. Non il vostro
interlocutore o interlocutrice.

Perciò: no, non avete diritto alla vostra opinione.

Denis/frantic
http://intersezioni.noblogs.org/personalepolitico/ognun-ha-la-sua-opinione/

http://effettofarfalla.noblogs.org/

 

Questa voce è stata pubblicata in Desmonautica, Storia, Storie e contrassegnata con , , , . Contrassegna il permalink.