La lotta, anzi, “il contrasto” alla violenza di genere è stato normato in modo osceno; questo lo abbiamo già detto; ora alcune considerazioni sui protocolli che le istituzioni, quelle di altro livello gerarchico, non potendo normare direttamente, si sentono comunque di formulare per non essere da meno e dimostrare che hanno acquisito la sensibilità “giusta” per intervenire nel merito.
A Udine assistiamo ad un florilegio protocollare; che nessuno rimanga fuori, anzi; c’è il Comune che sottoscrive quello lanciato dalla Provincia con la Prefettura, la Procura, il Tribunale, l’Ufficio scolastico e la Questura, il Comando provinciale dei Carabinieri, il Centro regionale di Orientamento, la Direzione dell’ASS n.4, la direzione del Pronto soccorso e l’Ordine degli Avvocati, e poi, sempre il Comune, con il suo servizio Zero Tolerance ne sigla un’altro con una Cooperativa sociale, e con la tripletta CGIL, CISL e UIL.
Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è, ma pare ci siano proprio tutt*, e i preti, se mancano, ci sono indirettamente perchè quando c’è del buonismo istituzionale, pure loro sostengono la causa.
Allora, prima ci lamentavamo che la violenza contro le donne, nessun* se la filava; ora, ci lamentiamo che se la filano tutt*.
Sì, non possiamo farne a meno perchè è una, come si dice, “falsa coscienza” agita da chi ha per suo mandato la repressione (forze dell’ordine), da chi deve trovare argomenti per sopravvivere politicamente (Provincia), da chi non si fa scrupolo ad usare argomenti come questi per aprirsi altre fette di mercato. E queste sono una vasta area di cooperative che si propongono come professionist* della solidarietà istituzionale buttandosi a capofitto nella vita di donne maltrattate e picchiate, come a suo tempo hanno fatto con le persone psichiatrizzate, migranti o carcerate, …e poi adesso sono in arrivo nutriti fondi sociali europei!
E poi c’è il Comune di Udine, le cui contraddizioni non abbiamo mancato di evidenziare nella manifestazione di sabato; il comune con le sue ordinanze sul decoro urbano, contro l’accattonaggio, contro la gestione di spazi sociali che non siano concessione in cambio di simpatie politiche… altrimenti pure i vigli ti scatenano contro…
Abbiamo tante volte denunciato quanto donne e violenza sia diventato un brand per vendere i più svariati prodotti; in questo 25 novembre abbiamo l’impressione che sia diventato anche un orrendo brand istituzionale con lancio di protocolli nei quali se le suonano e se le cantano, pure con il coro di CGIL, CISL e UIL.
Non perdiamo tempo a dettagliare le responsabilità sindacali nell’aver svenduto progressivamente i lavoratori e le lavoratrici; nell’aver determinato il ritorno a casa di molte donne e la progressiva miseria; e non è la cortina fumogena rossa di oggi a farcelo dimenticare.
Come i nodi che vengono al pettine, anche le contraddizioni si evidenziano e tutte queste entità, prima o poi te le trovi contro, fisicamente o ideologicamente e non si potranno nascondere dietro il fiocchetto rosso appuntato sul bavero… Guarda Letta e poi muori.
Femminismo: paradigma della Violenza/Non Violenza
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