“Presunta neutralità”
Uno dei tratti caratteristici del capitalismo odierno è l’ideologia dello scientismo inteso come valutazione positiva della scienza, dando a questa una connotazione neutrale, dimenticando che quest’ultima può diventare scienza quando trovi l’appoggio di un gruppo di esperti/e che accetti le regole del gioco e si costituisca in corporazione, crei un suo linguaggio, cioè che sia disposto a diventare azienda tra le aziende accettando e inserendosi nella divisione del lavoro e del mercato.
E’ a questa logica che dobbiamo sottrarci, non dobbiamo diventare un’altra corporazione, ma dobbiamo distruggere anche simbolicamente il coinvolgimento nel falso dibattito “é scientifico o no?”.
L’unica via d’uscita è di rifiutarsi di essere apprendiste/i di una qualche particolare corporazione e di diventare pertanto partecipi della divisione del lavoro capitalistico, non farsi coinvolgere nella logica dell’eterno oscillare dei valori invocati a giustificare questa o quest’altra scelta sulla base di una presunta scientificità della stessa.
Il nodo non è un pubblico dibattito sulla validità scientifica delle rispettive posizioni, ma una rivoluzione che richiami e sottolinei la natura politica delle scelte in tutti i campi, compreso quello presuntivamente neutrale della scienza.
Non dovremmo farci irretire in una dialettica scientifica accettando il linguaggio capitalistico che quando parla di determinati temi usa una lingua sacrale, spesso adottando il metodo già usato di mettere a confronto una posizione con un’altra e magari una valutazione dei costi, dei pro e dei contro.
La pretesa del capitale è quella di dare dei crismi di razionalità alle proprie scelte comprese quelle veicolate come scientifiche.
Dovremmo smascherare che i valori sono subalterni alla logica del capitale e che pertanto il terreno dello scontro va spostato sul terreno squisitamente politico come manifestazione concreta e materiale di articolazione della lotta di classe.
E’ questo il terreno del contendere. Dall’esito di quest’ultimo discenderà, come frutto maturo, l’eventuale ricollocamento delle posizioni scientifiche e normative.