La Parentesi di Elisabetta del 27/03/2013

“Dire a nuora perché suocera intenda”

Elisabetta Teghil

Cipro è una piccola isola divisa di fatto in due parti separate: una sotto il controllo della Repubblica di Cipro, di popolazione greco-cipriota e religione ortodossa, che comprende circa il 59% della superficie dell’isola, l’altra che si autodefinisce  Repubblica turca di Cipro del Nord, di popolazione turco-cipriota e di religione mussulmana.
Nel 2007 la parte greco-cipriota è entrata nella zona euro.
In questi giorni  è diventata di interesse internazionale perché l’Unione Europea ha chiesto delle garanzie per un prestito/salvataggio, come viene definito, per l’economia della Repubblica di Cipro.
Questo prestito verrebbe concesso per evitare il default.
Nella notte tra lunedì e martedì è stato raggiunto l’accordo Ue-Cipro: i ministri delle finanze dell’Eurozona hanno approvato l’intesa , raggiunta appunta nella notte di lunedì,  tra il presidente cipriota  NicosAnastasiades e la Troika (Commissione Europea, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale). Questa intesa  prevede la chiusura della Larik Bank, la seconda del paese, e il prelievo forzoso del 20% sui depositi sopra i 100mila euro.
Il salvataggio previsto dall’Eurozona è di 17 miliardi di euro: 10 miliardi li mette l’UE e 7 li deve trovare Cipro con il sistema che gli è stato esplicitamente  suggerito/imposto.
Ora, guardiamoci negli occhi, che cosa sono 17 miliardi di euro per l’Unione Europea? Più o meno il corrispettivo per noi di un cappuccino al bar.
E, allora, perché infierire sull’economia cipriota? Cerchiamo la risposta senza farci influenzare  dalle notizie strumentalmente messe in giro…..dal riciclaggio del denaro sporco…ai depositi russi…
Per due motivi: uno riguarda il giacimento di gas naturale di importanti dimensioni trovato al largo delle coste cipriote che attraverso l’Inghilterra dovrebbe passare ad Israele, l’altro è “dire a nuora perché suocera intenda”.
I prelievi forzosi  sui conti ciprioti sono il banco di prova di un metodo che verrà applicato in altri paesi, prima fra tutti l’Italia.
Questo nonostante le dichiarazioni di Hollande che ricordano quelle di Giolitti che rassicurò che l’Italia non sarebbe mai entrata in guerra.
La popolazione italiana ha le caratteristiche giuste: è la meno indebitata come debito privato, ha ancora il mito della casa di proprietà e del risparmio.
La possibilità di rastrellare molti soldi dalle tasche degli italiani/e è altissima.
Allora capiamo anche  perché il PD ha sempre spinto per la limitazione della moneta in tutte le operazioni, comprese le più innocue, come il pagamento delle pensioni, capiamo la legge sul controllo indiscriminato dei conti correnti con la scusa dell’evasione fiscale, capiamo il perché del nuovo redditometro che arriva a spulciare tutti i nostri acquisti e la rispondenza con le nostre entrate.
Dobbiamo diventare compartecipi delle sorti delle banche, solo per il passivo non per i dividendi!
Cosa c’entra con il femminismo tutto questo?
Le modificazioni economiche ed il cambiamento del modello incidono direttamente  sulla configurazione sociale e sulla cultura e non viceversa.
Da diverso tempo, in concomitanza con le scelte neoliberiste, vengono riproposti pesantemente modelli e ruoli del femminile che “rivalutano” il lavoro di cura, esaltano le caratteristiche di dedizione, comprensione, attenzione verso gli altri, guarda caso in concomitanza  con il taglio dei posti di lavoro, con lo smantellamento dello Stato sociale… che esaltano il ruolo materno….guarda caso in concomitanza con la distruzione dei servizi pubblici, che ripropongono l’allattamento al seno per mesi come valore….guarda caso con il drastico ridimensionamento dell’occupazione della stragrande maggioranza delle donne.
E, siccome niente è casuale,  dagli Stati Uniti (sempre da lì…) ci arriva il dibattito che “infiamma” le americane, l’ultima frontiera del femminismo: le casalinghe femministe, un trend sempre più diffuso, ci dicono, tra le donne che decidono “spontaneamente” di diventare mamme e casalinghe a tempo pieno.
Non si può essere riformiste e femministe, il femminismo è antagonista, anticapitalista e percorre strade di uscita da questa società : lo diciamo anche noi alla nuora perché suocera intenda.

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