“Sempre dalla stessa parte”
Elisabetta Teghil
Dedicata a tutte/i quelle/i arrestate/i, denunciate/i, perseguitate/i per la lotta contro il TAV.
La “legge ” invade ogni luogo ed ogni momento della vita, ma il potere, in tutte le sue articolazioni istituzionali, vive nell’ “illegalità”.
Si finanziano le scuole private in violazione della Costituzione, si fanno guerre neocoloniali contro il dettato della Costituzione stessa.
Le leggi sono una sanzione formale dei rapporti di forza e, allo stesso tempo, i primi a disattendere le leggi sono quelli/e che le hanno promulgate, ribadendo così perché e per chi sono state fatte.
La “legalità”, intesa come rispetto dei diritti delle cittadine e dei cittadini, è, invece, nelle lotte dei valligiani, dei pastori, dei minatori e di tutte/i quelle/i che, giorno dopo giorno, con il loro impegno, cercano di attuare il principio costituzionale che l’Italia è una repubblica fondata sul lavoro e sulla sovranità popolare.
Torna alla mente la proposta di Giuseppe Dossetti che, alla commissione per la Costituzione, di cui faceva parte, presentò una proposta relativa al “diritto di resistenza” che recitava così ” La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è un diritto e dovere di ogni cittadino”.
La proposta non fu approvata dall’Assemblea Costituente, Dossetti capì come girava il vento e pensò bene, da credente qual’era, di prendere i voti e di ritirarsi in convento.
Oggi l’ideologia della legalità e della non violenza si trasforma in un veicolo di conservazione dello status vigente e di giustificazione della violenza istituzionale e delle guerre neocoloniali.
Oggi l’ideale della non violenza e della legalità, per come si esplicita, si incarna nella celebrazione dell’occidente, in un inno ai valori della nostra cultura e, al di là delle belle parole, nell’accettazione senza riserve della nostra società.
Sono le gambe su cui cammina l’ideologia della fine della storia.
E’ il trionfo dell’idea, applicata del resto in tutti i campi, che le cose “brutte” appartengono al passato e ad altri paesi, non sono certo ora e qui, non sono certo del nostro paese o di quelli occidentali.
Di fatto, attraverso la riformulazione interessata del tema violenza/ non violenza, legalità/illegalità, si rimuovono le cause di fondo dell’effettiva povertà economica, culturale e politica in cui versa la quasi totalità delle persone.
Attraverso il richiamo a prescindere alla non violenza e alla legalità si contribuisce all’abolizione di tutte le leggi , veicolando, in definitiva, soltanto la legge del più forte.
Le prefiche della non violenza e le vestali della legalità secernono violenza e etichettano come illegale ogni forma di singolarità e ogni forma differente del corpo, del sesso, della nascita, della morte.
Chi si oppone è ad alto rischio, come Sophie Scholl, che fu condannata da un legittimo tribunale, dopo un regolare e legale processo e le motivazioni della sentenza recitano così.” …gli accusati hanno , in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti e al rovesciamento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste.”
E queste sono le motivazioni della sentenza di condanna per Marianna Valenti che un appuntato dei carabinieri ha asserito di aver visto scagliare un sasso.
La pena “…deve tener conto della gravità del fatto, inserito in quei pesanti disordini che sovente accompagnano le motivazioni No Tav soffocando e vanificando, con una violenza che troppo spesso nasconde la mancanza di idee e di ideali, la voce e le ragioni di coloro che cercano di dare la massima visibilità alla loro opposizione in modo civile, motivato, democraticamente rispettoso”
I ruoli sono sempre gli stessi e noi saremo sempre con Sophie , con Marianna, con Francesca…. e con tutte e tutti quelle/i che si battono per la loro terra e la loro libertà.