8 marzo 2025/ nodi da sciogliere per capire il presente

<La memoria femminista degli anni settanta  ingarbugliata e tradita / nodi da sciogliere per capire il presente>

Stiamo attraversando  un momento politico-economico-sociale veramente problematico. Il capitale sta cambiando la società dalle fondamenta e può permetterselo perchè con un lavorio di anni ha scombinato e travisato completamente i riferimenti politici degli oppressi/e  compresi quelli del movimento femminista. Il panorama di guerra sul fronte esterno attraverso dichiarazioni addirittura esplicite, manifestazioni di piazza dell’arco costituzionale in favore del riarmo,  approvazioni di finanziamenti per le armi e l’esercito europeo astronomiche, si lega indissolubilmente alla creazione di una società fatta di gabbie visibili e invisibili in cui i subalterni sono costretti ogni giorno di più ad una velocità impressionante: dalla digitalizzazione imperante che monitora ogni nostra scelta, azione e movimento alla creazione di veri e propri ghetti urbani, dai tentativi di condizionare perfino le nostre emozioni e di mettere le mani sui corpi nei modi più disparati per piegarli ai desiderata del sistema di potere.

In questo quadro devastante il femminismo non esiste, a parte alcune sacche di resistenza silenziate e marginali, ha perso completamente i riferimenti di fondo che dovrebbero guidare la lotta delle donne trasformata ormai invece in un emancipazionismo collaborazionista che sostiene di fatto gli obiettivi del potere. Come è stato possibile?

Proviamo ad usare la memoria per cercare di capire come può essere successo.

1)DELEGA E AFFIDAMENTO/ “VIOLENZA” POLITICA

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics /giovedì 6 marzo 2025

Zardins Magnetics di giovedì 6 marzo 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓”Il popolo domanda la terra e la libertà!” Una serie di contributi sull’idea di rivoluzione – terzo frammento
✓Qualcosa sulle cattive ragazze e sul varcare/fregare i confini

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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8 marzo 2025/ Danzare in una gabbia? NO GRAZIE!!!!

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8 marzo 2025/ dalla Francia con le donne che lottano e resistono

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Omaggio a Barbara Balzerani, “cattiva ragazza”.

Omaggio a Barbara Balzerani, “cattiva ragazza”.

<Le brave ragazze vanno in paradiso le cattive dappertutto>

Elisabetta Teghil

Ci ho messo un po’, un anno intero, per poter scrivere su Barbara, un grande dolore lascia spaesate. Io sono femminista, Barbara no. Discutevamo spesso e quando le facevo presente che capiva con grande chiarezza l’oppressione che ci scaricano addosso lei mi diceva non mi cucire etichette in cui non mi riconosco! Si, è vero, non era femminista, ma aveva una sensibilità acuta e particolare riguardo all’oppressione delle donne che veniva fuori nei suoi scritti e nei discorsi che facevamo insieme, in ogni momento, in ogni passo, sia che parlasse della sua storia familiare

“Prima gli uomini!…” sentenziava mia madre riferendosi ai piatti da riempire. Difficile, ogni volta, non temere di rimanere senza nulla da mangiare. Così, tanto per abituarci, noi femmine, ad aspettare e non pretendere.[1]

o dell’esperienza di lavoro politico nelle borgate romane

Mi tornano alla mente le donne con cui, nei primi anni settanta, ho condiviso quelle lotte, che quasi sempre erano anche momenti di socializzazione, quando non di festa. Specie nelle occupazioni, dove il vivere insieme rompeva con la staticità del quotidiano di ciascuna e si poteva coltivare l’illusione che niente sarebbe tornato come prima. Quando arrivava il momento in cui tutto si concludeva, il primo bilancio che quelle donne facevano comprendeva sempre il dover fare i conti con l’imminente perdita di quel momento di sospensione del loro isolamento nelle quattro mura domestiche. E questo poco e male compariva nel giudizio politico circa il successo o meno della lotta appena conclusa, perché non toccava allo stesso modo tutti e tutte, nonostante molto si dicesse circa il portare la rivoluzione fin dentro la testa e il cuore di ognuno. [2]

sia che ci raccontasse della sua lunga carcerazione

Dicevate delle donne che ammazzano i mariti, anche quello è un aspetto particolare del carcere italiano: sono poche e sono quelle che si beccano condanne terribili cioè molto alte. A parte noi che eravamo le lungo degenti della situazione, quelle che venivano subito dopo erano loro, come se appunto fosse uno dei delitti più gravi che una donna può commettere. Ed erano tutte donne, per lo meno quelle che ho conosciuto io, che erano arrivate in questo tipo di situazione per assoluta impossibilità di continuare in quella maniera. Se chiedevi “ma perché non hai divorziato?” ti guardavano come a dire “ma di che cazzo parli?”, non avrebbero avuto mai il coraggio di lasciare il marito, ammazzarlo si, ma lasciarlo no. E la cosa più incredibile è che dopo averlo fatto…in modi piuttosto cruenti devo dire, non gli avevano semplicemente tirato un foro in testa …con strumenti arcaici …in quel momento evidentemente la brocca ti parte! Donne veramente maltrattatissime che, quindi, nel momento in cui decidono di fare una cosa del genere la fanno con tutti i sentimenti… però il giorno dopo tornano ad essere le donne di prima, questa era la cosa che mi incuriosiva. Come se ci fosse stato un piccolo episodio terribile, però loro non erano così di natura, era che quel testa di minchia le aveva portate ad una esasperazione veramente impossibile da sopportare. Quello che era assolutamente evidente era che queste donne dai tribunali erano state massacrate, le pene più alte che io abbia visto, poi sono arrivate le donne di mafia, ma molto dopo.[3]

La storia della sua vita è esemplare. Mi hanno sempre colpito le vite di tante e tanti compagne e compagni delle Brigate Rosse per la rispondenza tra percorso di vita e presa di coscienza politica.  La famiglia proletaria, la madre operaia, la comprensione delle differenze sociali fin da piccola nella quotidianità della vita di tutti i giorni, gli studi in prima generazione, la fuga dal paese, la scoperta di Roma, la presa di coscienza politica lucida e consapevole, gli anni settanta bellissimi e totalizzanti, la speranza e la possibilità di costruire un altro mondo. Ho trovato nelle sue pagine e nella sua vita stralci della mia, mi sono sentita raccontata dalle sue parole più di quanto io stessa potessi immaginare. Poi il carcere, la forza, il coraggio, la tenacia e la coerenza, la comprensione dei cambiamenti senza mai perdere la lucidità politica, Barbara ci ha lasciato un patrimonio di pensieri su cui riflettere.

Ha saputo sempre scegliere da che parte stare, cosa non affatto scontata anche per chi ha fatto scelte politiche importanti per un tratto della propria vita. Molti/e si sono persi.

Il suo ultimo libro Respiro è un testamento personale e politico. L’intrecciarsi della sua malattia con il periodo pandemico, le scelte repressive dello Stato, le coercizioni e gli obblighi vaccinali, la divisione delle persone in soggetti di serie A e di serie B, la lotta contro il green pass, contro lo scientismo, contro il classismo spietato messo in atto dal potere…tutto questo le è stato subito chiaro e ce lo ricordano le sue parole

Quel percorso di liberazione, dove ancora trova rinnovato terreno di esercizio, riannoda i legami nelle comunità che la società mercantile non riesce a uniformare alla sua autodistruzione. Con la pratica del sabotaggio. A difesa dalla devastazione dei territori. Per l’applicazione della legge del mare. Per l’inventiva di forme societarie di buon vivere che aprano le gabbie della segregazione individualistica. Perché le parole riprendano a dire l’inammissibile. Lì dove le competenze sappiano di sapere collettivo, a integrazione delle diverse conoscenze. Dove non ci sia lavoro comandato ma libera attività umana. Dove l’esperienza pratica sia attestato di scuola di vita. Dove la tradizione sia risorsa fuori dal tempo e permanga come fonte inesauribile di senso. Dove possano ancora avere valore la mutualità e la gratuità. Dove la piramide in cui la produzione digitale ha frammentato il lavoro e reso immateriale il vivere sociale mostri infine le sue crepe.

Dove l’antico gesto simbolico di sollevare il peso dalle spalle di chi non ce la fa riesca a risanare. Dove la rotta verso l’isola che non c’è sia ancora immaginabile.

Dove lo Stato e i padroni scontino l’impotenza.[4]

Dura quando era necessario, determinata quando bisognava esserlo, gentile, affettuosa, sensibile con chi amava, le persone care e gli oppressi tutti/e a ricordarci che

Quando si intenderà superato il limite di ogni pazienza? Quanto ancora rimandare la pratica del conflitto necessario e possibile? Quanto per decidere che il tempo sia scaduto? […] dalla pandemia alla guerra, un abbinamento di paura e propaganda ha fatto stragi di morti e di verità[5]

A me piacciono le piante da fiore, a lei piacevano le piante grasse. Ma come fanno a piacerti tanto, le dicevo, io non riesco a entrarci in sintonia, sempre uguali a se stesse…Si, mi diceva, ma sono solide e ferme, radicate a terra, sopportano vicissitudini e intemperie, come gli oppressi, sono pronte a difendersi e a resistere, hanno le spine, ma poi in una sola notte spunta un fiore enorme, coloratissimo, nella sorpresa generale. E quel fiore spunterà di nuovo potente, dirompente, bellissimo quando meno il potere se lo aspetterà.

Barbara ora fa parte della Storia. Sarà impossibile dimenticarla anche per il potere, lo dice chiaramente il livore con cui ha reagito alla sua morte, sarà sempre una spina nel loro fianco, lì a ricordare che, sì, si può cambiare questo mondo, si può fare. Ci riproveremo ancora, è solo questione di tempo.

[1] B. Balzerani, Compagna luna, Feltrinelli 1998, p.55

[2] B. Balzerani, Compagna luna, Feltrinelli 1998, p.58

[3] Coordinamenta femminista e lesbica, I ruoli, le donne, la lotta armata/Questioni di genere nella sinistra di classe, autoproduzione, 2015 p.33

[4] B. Balzerani, Respiro, DeriveApprodi  2023,p.88

[5]  Ibidem p.70

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Trento, 4 marzo: Libertà per Stecco e Juan, contro guerra e repressione

Trento, 4 marzo: Libertà per Stecco e Juan, contro guerra e repressione

ilrovescio.info

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Mestre 2 marzo ore 15/ Assemblea pubblica dopo la manifestazione del 1 a Venezia

ASSEMBLEA PUBBLICA
DOMENICA 2 MARZO ORE 15
TUTTI IN PIEDI
PIAZZA CANOVA 1, MESTRE

Tra una fragile tregua a Gaza, il proseguimento dei bombardamenti israeliani sulla
Cisgiordania e sui palestinesi di rientro da Siria e Libano, e il conflitto tra NATO e Russia
che continua a infuriare in Ucraina, i venti di guerra non accennano a fermarsi. Mentre –
con l’elezione di Trump – il serpente imperialista statunitense cambia pelle (ma non
abitudini), i Paesi europei si avviano alla guerra contro la Russia con una cecità da
sonnambuli (tra reintroduzione della leva obbligatoria in Francia e altrove, alternanza
scuola-lavoro nelle basi NATO in Italia, distribuzione di opuscoli bellicisti e allargamento
dei cimiteri in Svezia e Norvegia…)

Si tratta anche – e forse soprattutto – dell’occasione per per costruire un complesso scientifico-militare-industriale europeo (con Fondazione per l’Italia – ex Fondazione MedOr di Leonardo SpA – tra i protagonisti principali), indispensabile alla società del controllo e della guerra permanente in cui siamo già immersi. Mentre conferma il proprio sostegno furioso e incondizionato al genocidio dei palestinesi, il governo Meloni cerca di far passare un DDL elmetto e manganello (il primo pacchetto sicurezza della storia firmato anche dal Ministero della Difesa) che vorrebbe far piazza pulita di ogni lotta. Il messaggio non potrebbe essere più chiaro: «in guerra non siprotesta. Si obbedisce». Ma il fronte di chi dice Signornò si allarga, ele proteste si moltiplicano.

Non c’è mai stato tanto bisogno come adessodi un movimento contro la guerra e il suomondo. Dentro e fuori dalle università, lemobilitazioni per la Palestina – che devonocontinuare fino alla fine dello Statocolonizzatore sionista – potrebbero esserne ilprimo embrione. C’è bisogno, in questo senso,di fare tesoro delle esperienze accumulatenell’ultimo anno e mezzo, per prepararci allelotte che ci attendono nell’immediato futuro.

Di tutto questo discuteremo con l’assemblea  SABOTIAMO LA GUERRA

Scarica la chiamata mestre 2 marzo

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Venezia 1 marzo 2025/ con la Palestina fino alla fine

Riceviamo e pubblichiamo

“La manifestazione per la Palestina a Venezia, a Piazzale Roma :”Per la Palestina, a fianco della resistenza fino alla fine,contro la fondazione Med Or complice, Finmeccanica, e tutte le aziende e i governi complici del genocidio in Palestina”e’ stata caricata, un compagno ora in stato di fermo.Nello stesso momento Striscioni, bandiere sono apparse in una Venezia agghindata a festa per il Carnevale.Ora il corteo si è trasformato in un presidio davanti alla questura di Venezia per chiedere la liberazione immediata del compagno”.

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Datacenter, il lato sommerso dell’AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.

Un’interessante trasmissione di Radio Blackout

Datacenter, il lato sommerso dell’AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.

Torino, l’Ai cerca spazio in città: in arrivo altri 5 data center. Appena inaugurato quello di Rai way in via Verdi, la Cittadella dell’Aerospazio di corso Marche ipotizza un grande server in tandem con Leonardo. Ma altri sono in (probabile) arrivo targati Avio, Bbbell, Enel e, soprattutto, Hines, che prepara un maxi progetto con la costruzione di sei edifici alti 30 metri a due passi dall’aeroporto di Caselle“.

Dalla rassegna stampa delle ultime settimane lo spunto per provare ad interrogare un’industria, in larga parte urbana, centrale per alimentare il mondo-guerra e quanto mai “nebulosa”. Non soltanto in quanto sostrato materiale della “nuvola” (il cloud), ma piuttosto perchè le infrastrutture raggruppate sotto il termine di “Datacenter” sono estremamente varie e i luoghi in cui sorgono securizzati e poco inclini alla visibilità. Spazio fisico di archiviazione e di analisi in tempo reale di dati – la cantina di Internet e dell’AI – e al contempo tecnologia della memoria funzionale alla governamentalità algoritmica, il Datacenter è un apparato centrale del tecno-capitalismo e delle sue guerre.

Qui gli indirizzi dei datacenter a Torino.

Ascoltate qui

Datacenter, il lato sommerso dell’AI-ceberg. Tecnica, guerra, sacralità.

Oltre al comparto bellico, al ruolo del Politecnico, di Leonardo, dell’aerospazio, uno dei fronti interni a noi prossimi su cui affinare lo sguardo sarà il nesso tra Datacenter e agroindustria. Il 31 gennaio 2024 è stato approvato un protocollo di intesa relativo all’agricoltura di precisione, o agricoltura 4.0, tra il Politecnico di Torino e il Comune di Saluzzo, che da 78 anni ospita la “Mostra della Meccanica Agricola”, dove oggi vengono esposti enormi trattori e macchine per lavorare la terra sempre più “smart” e costosi. Dopo lo sradicamento dell’agricoltura contadina, di fronte alla possibile conflittualità dei braccianti sfruttati, la pax capitalista sancita dall’alleanza tra grande capitale agroindustriale, politica, polizia e cooperative trova nel Datacenter un fondamentale alleato. I droni con AI per la raccolta delle mele fabbricati dall’israeliana Tevel e sperimentati a Saluzzo dall’azienda Rivoira possono lavorare 24 ore su 24,  svolgendo la loro mansione con efficienza e soprattutto senza protestare. Continua a leggere

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Zardins Magnetics di giovedì 27 febbraio 2025

Questo giovedì sera, ecccezionalmente, Zardins Magnetics non potrà essere diffusa dalle antenne di Radio Onde Furlane, quindi ci potete ascoltare in streaming venerdì su RadiAzione  e su Radio Eustachio

Gli argomenti:

✓ Parleremo di condizioni di vita nel carcere con alcune letture
✓ Latitanza e vita in clandestinità

venerdì:
alle 11.00 su Radio Eustachio
https://eustachio.indivia.net
alle 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
https://diretta.radiazione.org

Streaming:
https://radioondefurlane.eu
https://ascoltare radio.com/onde-udine

Podcast:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org

Canale Telegram:
t.me/zardins
Le repliche del venerdì:
alle 11.00 su Radio Eustachio
https://eustachio.indivia.net
alle 17.00 su RadiAzione, emittente web di Padova
https://diretta.radiazione.org

Zardins Magnetics va in onda con parole, amore e impeto dell’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione del Friuli e Trieste.Contatto email:
liberetutti@autistiche.org

Contatto carta e penna:
Associazione Senza Sbarre
casella postale 129
33121 Trieste

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Dalla Palestina occupata Samah Jabr a Roma

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Catania 25 febbraio/DALLA TAZ ALLA STRADA!

CATANIA/ ASSEMBLEA APERTA
CONTRO ZONE ROSSE E DDL SICUREZZA 

leri, dopo una partecipata assemblea a Piazza Sciuti, abbiamo violato le zone rosse con una passeggiata non autorizzata per le vie del centro.

Per dare continuità a queste mobilitazioni ci vediamo in assemblea!

Appuntamento domani, martedi 25, a @palestra_lupo alle 20.30, non mancare!

Ieri, in opposizione al nuovo decreto sicurezza, ci siamo incontratx in Piazza Sciuti. Un centinaio di anime hanno espresso dissenso e rabbia contro un disegno di legge liberticida che ha, come mero interesse, la conservazione e la segregazione del potere e della forza del capitale.

NON RIUSCIVAMO A STARE FERMX

Un corteo spontaneo è partito per attraversare, bucare, ogni zona rossa. Intervento volto a ribaltare l’idea di persone moleste, azione che rompe l’ordinario passeggio delle vie del centro.

Abbiamo urlato nella via principale della città con un corteo non autorizzato che non vogliamo più migranti morti nel mediterraneo, che le nostre carceri sono piene di reclusx al 41 bis e che quella forma detentiva è una tortura, abbiamo espresso solidarietà ai popoli in rivolta, allx prigionierx politicx, ad ogni marginalità che sente sulla propria pelle la repressione di uno Stato di Polizia che vira verso uno Stato di Guerra.

Siamo liberx e ribelli: siamo la MALA MOVIDA.

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Zone Rosse: sui muri di Roma!

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Comunicato sui sabotaggi di vite TEA in Valpolicella

Comunicato sui sabotaggi di vite TEA in Valpolicella

cambiareilcampo.org

Nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2025 in Valpolicella, provincia di Verona, le piante di vite sviluppate con le cosiddette Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) sono state sradicate.
Pensiamo che quanto accaduto, a opera di ignoti, non sia un atto vandalico e oscurantista ma un chiaro segno politico che si inserisce nella tradizione delle lotte ambientaliste. Tra queste ricordiamo anche l’esperienza dei “falciatori volontari” in Francia, movimento sociale di contadini e cittadini che qualche anno fa portarono le comunità e i governi dell’Europa a rifiutare le colture OGM.

La narrazione che la politica istituzionale e la stampa stanno imponendo in questi giorni è che tali atti di resistenza debbano essere condannati a priori.
Noi riteniamo, invece, che ci sia bisogno di una lettura più approfondita di tali azioni e sia urgente intraprendere un’analisi meno superficiale, semplicista e riduzionista di quella avanzata fin qui.

La nostra non è una rivendicazione, ma un invito alla riflessione.
Tali atti politici e tali pratiche in diversi contesti nella storia dell’umanità sono stati necessari per ottenere giustizia. Essi prendono forma in questo momento particolare in cui è in gioco né più né meno che il futuro dei contadini, degli ecosistemi e del cibo di cui ci nutriamo. Scaturiscono dall’assenza di un confronto pubblico onesto, dall’imposizione di misure unilaterali calate dall’alto rifiutando ogni contraddittorio. Continua a leggere

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23 febbraio a Catania/ TAZ/ Contro le zone rosse e aggiornamento sicurezza

VOGLIAMO RIPRENDERCI LE PIAZZE- LE VOGLIAMO TUTTE

Catania Domenica 23 Febbraio h.17.00 Piazza Sciuti

Torniamo in Piazza Sciuti, questa volta con una TAZ, per riprenderci la piazza, per riprendercele tutte.
Alla luce dell’istituzione delle zone rosse abbiamo deciso, il 9 Febbraio, di violare il divieto e di organizzare un’assemblea pubblica all’interno di una di quelle piazze che più sono state colpite dal processo di gentrificazione.
Quella piazza, molto partecipata, ha espresso fortemente di volersi opporre alle logiche del profitto e del guadagno, abbiamo scelto di essere MALA MOVIDA.

Per questo e per contrastare il DDL sicurezza ci vediamo in piazza, per rompere l’ordinario guadagno del capitale, per riappropriarci di spazi che ci appartengono.

Domenica 23 Febbraio Piazza Sciuti h.17.00

Porta il tuo manifesto: vieni agile e molesto!

Link Instagram: https://www.instagram.com/p/DGQIO7fs23u/?igsh=djB6cm0ycGg4eXU=

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