Podcast dell’iniziativa “Tortura/Una pratica indicibile” del 12/01/2019

Ciclo “La de-umanizzazione del soggetto”

Parte prima

I MECCANISMI DE-UMANIZZANTI SUL FRONTE INTERNOLe “democrazie” occidentali, la tortura, il 41bis… ne abbiamo parlato con Maria Rita Prette e il suo libro “TORTURA/Una pratica indicibile”Sensibili alle foglie 2017-Collana Indicibili sociali.

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Riportiamo qualche stralcio dal libro:

“Parlare di tortura significa parlare del processo di de-umanizzazione messo in atto per renderla possibile. Affinché una persona possa praticare sul corpo di un’altra una sequenza di azioni violente volte a procurarle il massimo del dolore possibile senza provocarne la morte (e spesso anche senza lasciare su quel corpo delle tracce visibili) è necessario che la persona venga addestrata a guardare a chi subisce la sua violenza come a un oggetto, come se non appartenesse alla specie umana.[…] p. 7

[…] Parliamo di tortura come di un’istituzione totale, poiché il dominio del torturatore sulla completa impotenza del torturato è assoluto e perché l’esercizio del potere, attraverso la sofferenza inflitta al corpo del torturato, è totale.

Due sono i concetti che servono a questa istituzione: l’attribuzione del carattere di eccezione o di emergenza agli eventi all’interno dei quali la si pratica come tecnica e l’attribuzione del carattere di pericolosità sociale alle persone sui corpi delle quali è praticata.[…] p.9

[…] Queste pratiche, e quelle che non possiamo escludere su soggetti sociali diversi dai militanti qui considerati, mantengono un carattere di occasionalità territoriale, vale a dire che riguardano l’ambito di una qualche inchiesta, gestita da qualche magistrato, un qualche commissariato o una qualche caserma.

Tuttavia esse già alludono a quel complesso apparato, che vede interconnesse diverse istituzioni (ministeri, magistratura, medici, e diverse figure delle principali forze dell’ordine, dalla polizia alla guardia di finanza) e che avrà un ruolo fondamentale nel ciclo di torture dei primi tre mesi del 1982.[…] p.23

[…] La tortura non ha lo scopo di ottenere delle informazioni, in quanto, notoriamente, esse non sarebbero credibili. La tortura ha lo scopo di distruggere l’identità della persona torturata per sostituirla con un’altra, consona alle esigenze dei torturatori. Serve a umiliare e a degradare e perciò incute terrore. Per questo sin dall’antichità essa viene usata dai potenti per garantire l’acquiescenza e l’innocuità dei sudditi.

In un momento storico nel quale la crisi della forma Stato sta trasformando sempre più i cittadini in sudditi, la tortura torna, non a caso, a essere strumento utile a rappresentare e a conservare il potere.[…] p.83

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Il valore degli anni ’70

“Il valore degli anni ’70”

Il valore e la portata di quello che sono stati gli anni ’70 in questo paese si misurano dalla pervicacia con cui lo Stato porta avanti la sua vendetta. Lo spessore della lotta di classe che è stata messa in campo in quegli anni è evidente nello sgangherato entusiasmo di tutte le componenti politiche istituzionali e paraistituzionali per l’arresto di Cesare Battisti. Noi femministe materialiste facciamo parte di quella storia, la difendiamo e la rivendichiamo.  

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19 gennaio 2019/ Difendere la “razza”

Ciclo/La de-umanizzazione del soggetto 

Programma generale

19 gennaio 2019/Parte seconda

Nicoletta Poidimani attraverso un percorso di immagini, documenti, pubblicazioni dell’epoca coloniale ci parlerà della storia del razzismo italiano.

“L’originalità di questa ricerca consiste nell’evidenziare, anche da una prospettiva di genere, il convergere di diversi piani, codici comunicativi, discipline e saperi, nella costruzione della ‘razza italiana’. 

Conoscere questa parte della nostra storia è urgente soprattutto oggi, col riattivarsi, sulla pelle di donne e uomini migranti, in nome della sicurezza,  di  vecchi  e  sperimentati  dispositivi  razzisti  e  deumanizzanti che si formarono proprio nei cinquant’anni dell’esperienza coloniale  in  Africa. 

Molte  parole  “fascistissime”  dell’epoca  si  ripresentano  oggi  nel  linguaggio  quotidiano  così  come  torna  a  riaffacciarsi  sempre  più  prepotentemente  una  concezione  della  donna  e della famiglia di stampo clerico-fascista.”

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si tav/solo campagna elettorale niente di spontaneo

“Manifestazione nazionale di Roma del 23 marzo per mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.”

http://www.notav.info/post/manifestazione-sitav-solo-campagna-elettorale-niente-di-spontaneo/

Una piazza da campagna elettorale

Una piazza riempita per campagna elettorale, disinformata e utile solo a legittimare un ennesimo spreco di denaro pubblico. La presenza di così tanti politici in piazza, tutti allegramente sottobraccio da Chiamparino alla Lega, passando da Forza Italia, dimostra come il tema Tav sia solo un volano per proseguire con le politiche assurde portate avanti fin qui che ci hanno dimostrato come basti un temporale per rischiare di morire nelle nostre regioni.

Referendum non è vera espressione popolare

L’ipotesi di referendum è solo travestita espressione popolare perchè serve solo a legittimare il sistema delle grandi opere che ha già fatto troppi danni fin qui, ma rimane l’ultimo grande bancomat pubblico per partiti e amici costruttori.

Se l’analisi costi benefici fosse stata positiva non si sarebbero stracciati le vesti chiedendo un referendum ma avrebbero accettato tranquillamente uno studio che come l’unico esistente e datato, si fonda su previsioni trasportistiche e di spesa palesemente taroccate per giustificare un’ opera inutile e giustificare la costruzione di una nuova linea quando non ce ne sarebbe bisogno.

Lo diranno ai cittadini che la ripartizione dei costi dell’opera è iniqua e favorisce la Francia regalandole 2, 2 miliardi di € perchè non basata sui km di proprietà del tunnel (Italia 12,5 km, Francia 45 km), tanto che il costo al km del tunnel di base è 4 volte superiore per l’Italia. E questo solo perchè pur di farla si è disposti a prosciugare le casse pubbliche?

Chiamparino perchè non indice un referendum sulla sanità?

Chiamparino ha capito che questo è l’unico tema su cui guadagnare qualche punto alle prossime elezioni perchè almeno distrae i cittadini da quanto fatto nella gestione della Regione, che usa a piacimento per provare a farsi rieleggere, come se fosse una sua proprietà. A proposito perché non indice un referendum sulla sanità in Piemonte, così ci potremmo esprimere veramente tutti su qualcosa che ci riguarda?

 Le madamin lavorano per il sistema Tav?

Le madamin altro che spontanee ma parte del sistema delle grandi opere: visto che sono state tanto decantate come professioniste in carriera, sarebbe bene vedere anche con chi lavorano. Visto che una di loro lavora come ufficio stampa per Telt, la società che dovrebbe costruire l’opera,  permetteteci di dubitare dello spirito “spontaneo” nel volere il Tav.

Telt nel 2017 TELT ha speso 1 milione di euro tondi tondi in “comunicazione” (senza contare i dipendenti che si occupano specificamente del tema). Nel bilancio spiegano come hanno speso questi soldi, una frase in particolare è indicativa: “Qualche mese dopo, il cantiere italiano della Torino- Lione è stato affetto da una crisi della comunicazione conseguente alla dichiarazione di sciopero degli operai. Questa fase è stata gestita instaurando un piano di gestione della crisi che prevedeva dei resoconti sporadici e l’aumento delle comunicazioni dirette con i giornalisti.” (da p. 39 della Relazione finanziaria di Telt 2017)

Sono entusiaste di scendere in piazza con chi fa campagna elettorale sulla pelle di povera gente lasciandola in mezzo al mare per qualche punto percentuale in più, del resto è il Tav secondo loro che dovrebbe far ripartire Torino, costi quel che costi ci sembra di capire.

Prossima manifestazione nazionale notav Roma

Da parte nostra, non ci spaventano certo un paio di manifestazioni di qualche ora, e siamo concentrati alla prossima manifestazione nazionale di Roma del 23 marzo per mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.

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Gilets Jaunes 3/Donne in marcia per riprendersi la vita

GJ/Da place de la Bastille a place de la République, donne in marcia per riprendersi la vita!

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W la Befana!

Mai riporre la vostra speranza in un principe. Se avete bisogno di un miracolo, riponete speranza in una strega!
Catherynne M. Valente

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Venezuela, la “legittimità” che piace all’imperialismo

Venezuela, la ‘legittimità’ che piace all’imperialismo

di Geraldina Colotti

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 Il 10 gennaio, in Venezuela, Nicolas Maduro assumerà l’incarico come presidente, dopo essere stato eletto a maggio con oltre 6 milioni di voti. Il suo principale avversario, Henry Falcon, di centro-destra, ne aveva totalizzati meno di due milioni. Maduro ha ricevuto un numero di voti certamente superiore a quelli di altri presidenti di destra, a partire da Trump negli Stati uniti o da Piñera in Cile, senza contare le elezioni in quei paesi, come l’Honduras, dove i brogli e la repressione sono all’ordine del giorno. Eppure, proprio dai presidenti di quei governi che calpestano quotidianamente i diritti basilari dei popoli, arrivano critiche e minacce al Venezuela.

Il segretario di Stato nordamericano, Mike Pompeo preme sui suoi vassalli del Gruppo di Lima, affinché rompano le relazioni diplomatiche con il Venezuela. E già i media mainstream annunciano che gli Usa potrebbero bloccare anche gli acquisti di petrolio venezuelano. Tutti questi signori contestano la “legittimità” di Nicolas Maduro. Ma da chi dovrebbe arrivare la legittimità di un presidente se non dal mandato popolare? Evidentemente, per l’imperialismo, abituato a designare i presidenti latinoamericani in base ai voleri dell’ambasciata Usa e agli interessi del Fondo Monetario Internazionale, non è così. Per loro, ai popoli non spetta di decidere, ma di eseguire gli ordini, facendoseli anche piacere, e poi cercare un falso nemico su cui sfogare rabbia e malcontento: l’immigrato, il diverso, il povero. E perciò, trovano normale andare dal nazista Bolsonaro, ma chiamano “dittatore” Maduro.

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Direttamente dalla Francia/Gilets Jaunes 2

#1 GJ-Enragés_Représentants vs Démocratie & Rapport de force

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12 gennaio 2019/Tortura-Una pratica indicibile

Ciclo/La de-umanizzazione del soggetto 

Programma generale

12 gennaio 2019/Parte prima

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Buon 2019 di gioia e di lotta!

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31 dicembre presidio al carcere di Rebibbia

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Capodanno al Nido di Vespe!!!!

E anche quest’anno salutiamo la fine e l’inizio tutti e tutte insieme al Nido di Vespe…

Dalle 19 cominceremo accompagnati dalla letture astrali sul nuovo anno con l’ausilio della mitica ASTRONZA (http://www.astronza.net)

Seguirà il Cenone di Capodanno a sottoscrizione (nei prossimi giorni uscirà menù ma per ora vi anticipiamo che sicuramente onnivor/vegetarian/ vegan no problem)

alla mezzanotte brindisi fischiabotti e trick e track

a seguire djset e abbeveraggi per tutti i gusti!

per prenotazioni quadraro@autistici.org

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Dalla Coordinamenta alla Coordinamenta

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Buone feste e Buona Lotta!

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Per ogni Robin Hood c’è uno sceriffo di Nottingham

Riceviamo dalle compagne del Giambellino, diffondiamo e invitiamo a diffondere!

Per ogni Robin Hood, c’é uno sceriffo di Nottingham.

Triste e breve storia di una storica pagliacciata giornalistica.

I Giornalisti stanno tutti li fuori pronti a filmare l’uscita delle pattuglie dei carabinieri in fila indiana, che si dirigono al quartiere Giambellino con i valorosi 180 uomini che smantelleranno il pericoloso Comitato Abitanti Giambellino Lorenteggio, colpevole di aver creato una struttura solidale per impedire gli abusi che da anni si perpetuano in quartiere da parte della polizia e delle istituzioni. Un’intercettazione in cui una ragazza parla con un’abitante del quartiere, che chiama per chiedere aiuto perché “la polizia gli è entrata in
casa”. L’accusa infame di racket delle occupazioni. Così è cominciata la giornata di giovedì. Dopo quasi 4 anni di intercettazioni e pedinamenti, la procura di Milano e i Ros
presentano la loro “inchiesta-capolavoro”: una pagliacciata
mai vista prima.

continua qui Robin Hood – comunicato giambellino pdf

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