Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 2 maggio 2024

Zardins Magnetics di giovedì 2 maggio 2024

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Con el rusac in spala. Sperimentare resistenza e libertà, in incognito
✓ E a proposito di viaggi, le malefatte di Leonardo S.p.a. e Rete ferroviaria italiana

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Dilaga la protesta a favore della Palestina nelle università americane!

Dilaga e aumenta la protesta a favore della Palestina nelle università americane nonostante la reazione violentissima della polizia chiamata dalle direzioni dei campus e nonostante i posizionamenti e le dichiarazioni altrettanto violente delle amministrazioni dei vari Stati e dello Stato centrale. Dal 18 aprile oltre mille arresti.

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La parte del torto

Da alcuni studenti e studentesse della Sapienza

La parte del torto

“Voi che di voi vi dite, “Più buoni”
Voi che di voi vi dite, “Più civili”
Voi che da voi vi imbellettate di cultura
Noi che di noi premiamo la paura..”

La ricerca, la logistica e la produzione di armi sono i punti chiave da bloccare, per
sabotare le guerre, fermare il genocidio del popolo palestinese, sostenere concretamente
le popolazioni che subiscono la violenza della guerra sulla propria pelle.
Gli studenti e le studentesse della Sapienza hanno individuato questo obiettivo: bloccare
gli accordi di ricerca tra l’istituzione accademica romana e quelle israeliane, consapevoli
che la ricerca e la cultura non sono neutrali. La chiave di lettura è il ruolo duale delle
tecnologie avanzate che vengono studiate ed elaborate all’interno del complesso
accademico per poi riversarsi sia sul suolo civile, sotto forma di controllo e disciplinamento capillare, che in campo militare tramite l’innovazione tecnologica delle armi.
Mentre il Rettorato scrive che, per amore della ricerca e della pluralità, gli accordi non
possono essere disdetti, l’industria militare e della sicurezza trae vantaggio da questo
“amore per la ricerca e per l’innovazione” potendo testare direttamente sul campo bellico
(e sui civili) le tecnologie militari che, nel contesto di guerra, avanzano e si affinano
esponenzialmente. La commistione tra università e industria bellica è evidente
dall’appartenenza di professori e rettori (tra cui la Rettrice Polimeni) alla fondazione
Med-Or di Leonardo Spa, azienda che conduce sia Master che colloqui tra studenti di
ingegneria e non solo, per influenzare e sfruttare la produzione di conoscenza a loro
vantaggio. Parallelamente gli accordi Maeci promuovono e concretizzano la
collaborazione e la complicità con Stati come Israele per far avanzare la produzione
scientifica e tecnologica. Che l’università cosiddetta “pubblica” si nutra in realtà di
finanziamenti privati e della cooperazione con istituzioni belliche e repressive, nazionali ed
estere, e soccomba dinnanzi ai loro interessi, mostrando pubblicamente il volto
democratico della “difesa della libertà”, è un altro fatto a noi ben noto che le contestazioni
di questi giorni rendono sempre più evidente.
Mettere sabbia negli ingranaggi dell’apparato bellico vuol dire bloccare: bloccare la
produzione di accordi tra istituzioni al soldo dell’industria militare e degli interessi degli
Stati belligeranti; bloccare il trasporto di armi e mezzi militari come avviene nelle lotte dei
portuali; bloccare la produzione di armi o di componenti singole che assemblate diventano
strumenti per la guerra, il controllo o la repressione.
Dalla prima occupazione del Rettorato, il 26 marzo, ad oggi, la mobilitazione in Sapienza
ha cambiato forme e intensità. Risulta evidente come il confronto e la dialettica richiesta
dal corpo studentesco attivo, nei confronti della Rettrice Polimeni, siano stati declinati
facendo interporre tra l’istituzione accademica e i “suoi” studenti la polizia. Quell’apparato
repressivo che si allarga sull’ateneo attraverso la capillare presenza di telecamere, di
guardie private e del commissariato di polizia ha dimostrato la sua funzione. Nella giornata di martedì 16 aprile, durante il secondo Senato accademico, gli studenti e studentesse che si sono mobilitati si sono scontrati coi limiti fisici che la polizia pone all’interno di uno spazio sedicente autonomo e dialettico. Un corteo ha attraversato la città universitaria fino al Rettorato dove si trovavano le barricate della Digos in difesa dell’edificio. Il livello di tensione e di scontro è aumentato per la forte determinazione degli studenti che la polizia non è stata in grado di arginare. Dal Rettorato è poi partito un corteo molto numeroso all’interno della Sapienza, interrompendo lezioni e improvvisando assemblee sul posto.
Proprio durante una di queste, si è saputo dell’arresto di uno studente. Si è così deciso di
recarsi in corteo alle porte del commissariato interno alla Sapienza per richiederne la
liberazione, appurato che il ragazzo non era stato portato in quello spazio, la
manifestazione si è indirizzata verso il commissariato di San Lorenzo. Prima di uscire dalla
città universitaria la polizia, incitata dai dirigenti e dalla Digos, ha caricato più volte il
corteo, picchiando violentemente, trascinando via e arrestando una ragazza. A quel punto
la determinazione dei manifestanti ha invaso le vie di San Lorenzo, chiedendo la
liberazione degli arrestati, si è poi radunata in presidio sotto il commissariato di San
Lorenzo fin quando i due fermati sono stati riaccompagnati nelle proprie case e non
trattenuti nelle celle in attesa del processo per direttissima. Il giorno successivo un nutrito
presidio si è radunato davanti al tribunale, in attesa delle udienze, per non lasciare
nessuno e nessuna sola. Continua a leggere

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1 maggio a Roma

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1 maggio a Trento

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Udine 30 aprile/ contro le smart control room!

Udine, 30 aprile: incontro di approfondimento sulle smart control room

Riceviamo e diffondiamo

Da marzo 2024, anche Udine, come Venezia, Trento, Bolzano, Milano e altre città entra in una progettualità di smart city. Un videowall di ultima generazione, una parete di 20 metri quadri composta da 12 monitor che trasmette le immagini in costante aggiornamento che provengono dalle telecamere di sorveglianza, che per mezzo di un software integrato da algoritmi di intelligenza artificiale, incrocerà dati come ad esempio il luogo, l’orario, il colore degli indumenti, i dettagli dei veicoli, dalle immagini raccolte in diversi contesti dalle telecamere. Tutto ciò nella Control Room del Comando di Polizia Locale di via Girardini a Udine.

Questa sala operativa permette di incrociare i dati ottenuti tramite le 190 videocamere di sorveglianza poste sul territorio udinese, con un totale di 496 obiettivi montati sulle telecamere stesse, cui andranno ad aggiungersi altre 86 ottiche montate su 26 nuovi apparecchi di videosorveglianza, che vanno sommati ai 18 dispositivi per il riconoscimento delle targhe delle vetture, dislocati nei principali nodi di traffico della città.

Nella realizzazione di queste politiche ultra tecnologiche di sorveglianza di massa, l’ente locale non è solo, si avvale infatti della collaborazione dell’Università di Udine – Dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche che sta lavorando a Progetti di videosorveglianza predittiva con l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale in partenariato con MD Systems, ditta leader nei sistemi di sicurezza e sorveglianza.

Inoltre il Comune di Udine ha appena varato un Protocollo di sicurezza partecipata che prevede un sistema gerarchizzato di delazione di quartiere, in diretto contatto con le forze dell’ordine, atto a distruggere ogni possibile forma di solidarietà spontanea tra vicini di casa (e di classe sociale) per affrontare i problemi di vita di ognuno e a potenziare la criminalizzazione della povertà e della diversità dai canoni dominanti della società. La Regione FVG ha poi votato un nuovo regolamento che permette l’acquisto di dronivideocamere fototrappole per contrastare l’immigrazione clandestina e il pericolo terrorismo e blindare ulteriormente il confine italo-sloveno, ora che il trattato di Schengen è sospeso. Questi dispositivi potranno essere acquistati anche dalle forze dell’ordine non di frontiera e impiegati nelle città e nei territori.

La smart city è un luogo che integra i sistemi fisici, digitali e umani nelle reti e nei servizi tradizionali (ad esempio nei sistemi pubblici di mobilità).
La prima ricaduta negativa sulla popolazione di questo modello urbano riguarda la privacy e la sorveglianza. Nell’ambiente della smart cityil sistema Internet delle cose – tra cui sensori, telecamere e Wi-Fi – modifica in modo radicale la consapevolezza situazionale e interferisce con la quotidianità delle persone attraverso il controllo totale e la polizia predittiva. Negli attuali scenari urbani la tecnologia non è una cosa a sé, ma è un soggetto che regola l’ambiente in cui si vive e che viene presentato come lo strumento necessario per la sicurezza, intesa come priorità in uno stato di emergenza permanente. Oggi la necessità di difesa, viene perseguita attraverso dispositivi di separazione e canalizzazione: le persone, diventate utenti della città, possono essere filtrate in funzione della legittimità riconosciuta alla loro presenza nel dato luogo da securizzare. La NATO richiede il proprio coinvolgimento nelle aree urbane in quanto le città stanno diventando sempre più i bersagli principali di attacchi militari, politici e terroristici e sono ambienti di violenza e conflitto. Molti investimenti nel settore della digitalizzazione delle città italiane arrivano dal PNNR, che prevede lo stanziamento di diversi miliardi di euro per la digitalizzazione e la trasformazione di territori vulnerabili in smart city, attraverso il recupero del ruolo dei Comuni e la promozione dei partenariati pubblico- privati. La cooperazione su cui si basano le smart city, vede infatti come soggetti gli enti territoriali regionali e locali, le istituzioni culturali e accademiche, le grandi aziende, i cittadini e i city users, cioè coloro che si recano in città per usufruire di un servizio. Continua a leggere

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Ticket d’accesso a Venezia: perché no.

Dal collettivo Sumud di Venezia 

TICKET D’ACCESSO: PERCHE’ NO.

Raggruppiamo in questo testo le varie riflessioni nate durante il percorso di assemblee
pubbliche fatta nelle Università di Venezia in vista della sperimentazione del ticket
d’accesso per la città.
Partiamo dalla premessa, condivisa in più occasioni, e anche abbastanza evidente nelle
parole di chi promuove questa misura (Comune, istituzioni locali, aziende private
principalmente): questo ticket d’ingresso non serve a limitare il turismo di massa, ma serve semplicemente a gestirlo per guadagnarci ancora di più, dal momento che non è ancora stato fissato un numero massimo di biglietti erogabili.

Il ticket d’accesso non dovrà essere pagato da tutti i turisti, ma solo da quelli che visitano Venezia in giornata che, molto probabilmente, non si faranno limitare da questa tassa. Non è chiara la modalità con la quale si spera di limitare il turismo; quindi, per adesso questa sperimentazione è più che altro una mossa economica (i suoi introiti andranno diretti nelle casse del comune di Venezia) e anche di propaganda politica, dal momento che sono anni che si parla di una misura simile.
Partendo dalla consapevolezza che il turismo di massa non sarà ridimensionato da questa
misura, sorge spontaneo chiedersi il perché la stanno introducendo in questo momento, e
quali diverse implicazioni generali e a lungo termine può avere. Da questa analisi si è
sviluppata una contrarietà oggettiva, proprio per i pericoli che nascono, non solo per chi
vive a Venezia, ma per chiunque. Si pensi che per far funzionare questa misura è stata
costruita ad hoc la Smart Control Room, una stanza che aggrega fisicamente e
digitalmente i vari dati raccolti dai dispositivi di cattura (telecamere, celle telefoniche,
sensori contapersone) diffusi su tutto il territorio della città (a questo link il materiale per
approfondire la Smart Control Room veneziana https://ilrovescio.info/2023/11/23/unorgano-che-tutto-controlla-un-controllo-che-tutto-organizza-opuscolo-sulla-smart-controlroom-di-venezia/ e sul concetto di smart city https://ilrovescio.info/2024/03/30/da-hebrona-venezia-il-lato-oscuro-delle-smart-city/)

Questa misura appare come sintomo di una tendenza molto più generale di rinnovamento in senso “smart” e “sostenibile” della vita, che si traduce in maniera particolare nelle più grandi città d’Italia con diversi progetti.
Parallelamente, ci siamo concentratx maggiormente sulle implicazioni nella vita di tutti i
giorni di chi a Venezia abita, e di conseguenza è nata una critica più soggettiva, incentrata
sulla particolarità veneziana, e difficilmente riproducibile negli stessi termini in altri posti. Ci teniamo comunque a collettivizzarla per spiegare a chi non vive questa situazione il
perché dell’opposizione a questa misura.
PRIMA DI TUTTO, COME FUNZIONERA’?
È stata aperta una piattaforma digitale online apposita per ottenere il Qr code, che si trova
sul sito del Comune di Venezia. In questa piattaforma si dovrebbe registrare chiunque
viene a visitare Venezia (in giornata e non) e anche chi a Venezia vive senza avere la
residenza. Il ticket d’accesso dovrebbe essere pagato solo da chi visita Venezia in
giornata o dorme a casa di amici o familiari domiciliati a Venezia ma non residenti, che
appunto registrandosi sulla piattaforma, dopo aver pagato, ottiene un qrcode che dimostri
il pagamento. Chi appartiene alle categorie esenti dal pagamento (studentx, lavoratorx,
residenti in Veneto ma non a Venezia, e un’altra trentina di categorie) dovrebbe comunque
registrarsi caricando sulla piattaforma i documenti che dimostrino l’appartenenza alle
categorie esenti dal pagamento, e in cambio riceve un qrcode, che dimostri il perché
possono stare a Venezia senza pagare. L’unica categoria che non deve registrarsi per
ottenere il qrcode è chi ha la residenza nel comune di Venezia.
Per ora si parla di forme di controllo a campione, fatti da guardie private affiancate dalla
Polizia Locale, nelle zone maggiormente frequentate dai turisti.
Per chi non paga, o non ha il qrcode, per ora si prospetta una multa da 50 a 300 euro, da
pagare direttamente al Comune di Venezia.
ATTACCO ALLA VITA SOCIALE
L’implicazione più diretta sarà come la vita sociale a Venezia verrà modificata. Le uniche
persone che non si devono registrare sulla piattaforma per ottenere il qrcode sono i
residenti di Venezia, e sono le uniche che possono generare qrcode per chi li va a trovare
nella città. Già questo è un limite: dare i propri dati al comune di Venezia, girare con un
qrcode, seppur non dovendo pagare, può essere un disincentivo per andare a trovare un
residente di Venezia.
C’è poi la categoria degli esenti, ovvero chi si deve registrare per ottenere il qrcode, ma
che non deve pagare. Studenti, lavoratrici e lavoratori che vivono a Venezia ma non hanno
la residenza rientrano in questa categoria. A differenza dei residenti però, non possono
generare qrcode per chi li va a trovare.
Questo significa che se un amico\a o un parente vuole venire a trovarci non dormendo in
una struttura ricettiva (hotel o airbnb) deve pagare 5 euro ogni giorno che sta a Venezia, o
rimanere in città con la paura ed ansia della multa se non si registra e non paga. È
evidente che invitare gente da fuori qua a Venezia per noi sarà sempre più difficile, e di
conseguenza la nostra vita sociale viene strettamente limitata dalle regole del comune,
contribuendo così alla trasformazione di Venezia in una mera attrazione turistica. Continua a leggere

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Il vero 25 aprile dei sionisti.

Il vero 25 aprile dei sionisti.

di Nicoletta Poidimani

«Ti devono stuprare anche a te». Questa frase, urlata da un sionista in piazza oggi a Roma a una militante antifascista, corona tutte le schifezze dette e scritte nelle ultime settimane a proposito del “25 aprile di tutti”. Schifezze prodotte dalla nefasta logica dell’equidistanza che da alcuni decenni è impegnata nello svuotare di senso l’antifascismo – quello vero – ereditato dalla Resistenza.

Non c’è altro da aggiungere al riguardo se non ricordare il 25 aprile sionista del 1948, premessa di tutto ciò che sarebbe avvenuto nei decenni seguenti nei territori palestinesi, fino all’attuale genocidio.

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 25 aprile 2024

Zardins Magnetics di giovedì 25 aprile 2024

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

 un audio potente:
      “Liberazioni”
a cura di Radio Alpi Libere

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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A Venezia 26 aprile/ contro Ticket di accesso e Smart Control Room

A Venezia 26 aprile/ contro Ticket di accesso e Smart Control Room

Da Comit4ato Venezia:

Abbiamo organizzato delle assemblee e del volantinaggio da fare per il 26 Aprile questo il programma:

Ore 10 ci troviamo in stazione per volantinaggio.

Ore 11 S. Geremia assemblea e volantinaggio.

Ore 12 incontro con Anca No e altri gruppi sempre a Venezia

Nelle varie situazioni si consegneranno anche i vademecum.

Le varie attività saranno replicate per il momento fino al 5 Maggio l’occasione oltre che per contrastare il CdA e la SCR è anche quella di incontrarsi dal vivo , di conoscersi e di socializzare.

Questo è un invito a partecipare attivamente quindi vi aspettiamo numerosi.

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25 aprile 2024/ Il fascismo, quello di oggi.

25 aprile 2024
IL FASCISMO, QUELLO DI OGGI

È nella società attuale, in quello che succede oggi, che bisogna riconoscere i caratteri del
fascismo. Le esternazioni contro il fascismo in camicia nera, l’antifascismo strumentale di
Stato, lasciano il tempo che trovano. E non ci riferiamo soltanto al governo in carica, ma a
tutto l’arco partitico, assolutamente intercambiabile, in quanto mero esecutore delle
politiche neoliberiste.
D’altra parte il sistema democratico non è altro che la veste di governo della classe al potere
che ha la pretesa di presentarsi come attenta alle esigenze di tutti/e.
È necessario riconoscere il fascismo sul fronte esterno:
– nel comando diretto della borghesia transnazionale, di cui i governi sono meri esecutori
locali;
– nello stato di emergenza permanente e nella spinta alla guerra come soluzione ai rapporti
internazionali; quella in Ucraina è un esempio eclatante che vede Nato e Usa creatori e
fomentatori;
– nello Stato di Israele, punta di diamante della sperimentazione militare, coloniale, di
oppressione, soggezione, sfruttamento e sterminio della popolazione palestinese con
modalità esemplari ed esportabili.
È necessario riconoscere il fascismo sul fronte interno:
– nella ricerca di collaborazione al profitto come se non ci fossero padroni e sfruttati/e;
– nell’obbligo al pensiero unico, coi mezzi di comunicazione di massa completamente
integrati nel sistema di oppressione;
– nella creazione di una società altamente controllata attraverso la digitalizzazione imperante
e debordante della vita: app e Intelligenza Artificiale per fare qualsiasi cosa, ZTL, Città dei
15 minuti, Smart City, portafoglio digitale dei documenti personali, patenti del buon
cittadino, Ticket di Accesso e Smart Control Room come a Venezia, ecc.; una
trasformazione radicale delle modalità di assoggettamento e sfruttamento della popolazione;
– nella repressione diretta e immediata di ogni manifestazione di dissenso o semplice
protesta (che sia di chi lavora o studia, si oppone al 41 bis o alle guerre, …) con
l’equiparazione della dissidenza a quella che definiscono “delinquenza” e l’utilizzo sempre
più frequente di sanzioni amministrative.
Non combattere i tratti del fascismo nella realtà attuale significa ritrovarsi fra poco
nell’impossibilità stessa di muoversi, lavorare, parlare, curarsi… Vivere se non nella gabbia
che ci stanno costruendo addosso.

ASSEMBLEA ROMANA NO GREEN PASS
nogreenpassroma.noblogs.org

scarica qui il volantino 25 aprile 2024 – Il fascismo, quello di oggi

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Tutta la nostra solidarietà a Lello e a tutt* i compagn* arrestat*!

In  relazione alla manifestazione a Torino del 4 marzo 2023 a sostegno di Alfredo Cospito e contro il 41bis, la polizia di Stato, ha denunciato 75 militanti a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo e sono state messe in atto 18 misure cautelari degli arresti domiciliari, dell’obbligo e/o divieto di dimora e/o dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Fra questi il compagno Lello Valitutti, settantasei anni, disabile a cui sono stati inflitti gli arresti domiciliari. A lui e a tutt* va la nostra solidarietà e il nostro sostegno.

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24 aprile/ GIORNATA IN SOLIDARIETA’ CON I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI E CONTRO LO STATO DI GUERRA PERMANENTE

24 Aprile 2024 a Roma –  Giornata in solidarietà con i prigionieri rivoluzionari e contro lo stato di guerra permanente.

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La Parentesi di Elisabetta del 20 aprile 2024/ Questioni di genere nella sinistra di classe

Questioni di genere nella sinistra di classe.

Elisabetta Teghil

Mi sta a cuore mettere qualche punto fermo sulla questione che viene chiamata ormai abitualmente < questione gender> (anche se già chiamarla così e definirla come se fosse una questione a parte significa che stiamo facendo il gioco del potere che mette un gruppo sociale contro l’altro, una guerra tra poveri insomma) perché è necessario sapere da dove si parte e se ci sono delle premesse condivise. Io sono materialista e parto da questo terreno. Quindi, per me, ne discendono alcuni posizionamenti di fondo.

Penso che l’approccio etico alle questioni, quali che siano, non ci dovrebbe appartenere, noi non ragioniamo in termini di giusto-sbagliato, bene-male, buoni-cattivi… riteniamo che la storia sia lotta di classe, verità di una classe contro l’altra, rapporti di forza… È chiaro che abbiamo dei valori, ma la scala di valori non è una premessa da imporre, viene dalle lotte che portiamo avanti contro lo sfruttamento, l’oppressione, la soggezione… dove possiamo trovare compagni/e di strada con cui sperare di uscire da questa società e con cui sperare magari di costruire una scala di valori comune.

Dovremmo evitare accuratamente di parlare di natura, di naturalità delle cose, di natura come riferimento perché sappiamo che tutto quello che ci circonda è un prodotto sociale e una costruzione sociale, natura compresa. A quale naturalità dovremmo fare riferimento? a quella del neolitico? a quella del secolo scorso? a quella di ieri? Illuminanti in questo senso sono gli scritti di Colette Guillaumin, femminista materialista francese, di cui in Italia è stato tradotto poco ma è uscito nel 2020 Sesso, razza e pratica del potere. L’idea di natura.

Ci sono esseri umani che hanno organi riproduttivi di un tipo e vengono chiamati maschi, esseri umani che ne hanno altri e vengono chiamati femmine, altre varianti minoritarie che non vengono nemmeno prese in considerazione e, in questa società, corrette alla nascita, ma questo è un dato, evitiamo di aggiungere la specificazione di natura perché ci trascina su un terreno senza costrutto e che non ci appartiene. Continua a leggere

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Sabato 20 aprile/Difendere la razza

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