<La memoria femminista degli anni settanta ingarbugliata e tradita / nodi da sciogliere per capire il presente>
Stiamo attraversando un momento politico-economico-sociale veramente problematico. Il capitale sta cambiando la società dalle fondamenta e può permetterselo perchè con un lavorio di anni ha scombinato e travisato completamente i riferimenti politici degli oppressi/e compresi quelli del movimento femminista. Il panorama di guerra sul fronte esterno attraverso dichiarazioni addirittura esplicite, manifestazioni di piazza dell’arco costituzionale in favore del riarmo, approvazioni di finanziamenti per le armi e l’esercito europeo astronomiche, si lega indissolubilmente alla creazione di una società fatta di gabbie visibili e invisibili in cui i subalterni sono costretti ogni giorno di più ad una velocità impressionante: dalla digitalizzazione imperante che monitora ogni nostra scelta, azione e movimento alla creazione di veri e propri ghetti urbani, dai tentativi di condizionare perfino le nostre emozioni e di mettere le mani sui corpi nei modi più disparati per piegarli ai desiderata del sistema di potere.
In questo quadro devastante il femminismo non esiste, a parte alcune sacche di resistenza silenziate e marginali, ha perso completamente i riferimenti di fondo che dovrebbero guidare la lotta delle donne trasformata ormai invece in un emancipazionismo collaborazionista che sostiene di fatto gli obiettivi del potere. Come è stato possibile?
Proviamo ad usare la memoria per cercare di capire come può essere successo.
1)DELEGA E AFFIDAMENTO/ “VIOLENZA” POLITICA