¿Dónde está Santiago?

¿Dónde está Santiago?

In anteprima dalla fine[ndr] PS: sicuramente qualcuna/o si aspettava che, in questi giorni, intervenissi a proposito dei carabinieri stupratori di Firenze. Non intendo farlo, perché quello che è successo non è affatto una novità e sono arcistufa di ribadire cose dette e ripetute da noi femministe radicali già anni fa. Che rompano il loro silenzio assordante e si pronuncino, invece, quelle che appoggiano le politiche securitarie dei governi in nome della “difesa delle donne” e quelle che pensano di poter fare le leggi antiviolenza con lo Stato e i suoi servitori!

http://www.nicolettapoidimani.it/?p=1147

Diversi artisti hanno composto una canzone – ¿Dónde está Santiago? – per far conoscere al mondo la vicenda di Santiago Andrés Maldonado, “desaparecido” della democrazia argentina da oltre un mese. Il “patto di silenzio” tra governo e gendarmeria sulla sparizione di Santiago ci dice molto del capitalismo neocoloniale e neoliberista e dei suoi cani da guardia e come molto ci dicono gli intrallazzi del governo argentino col boia sionista Netanyahu.

Inutile dire che di questo gravissimo fatto in Italia si sa poco-nulla, dato che di mezzo c’è l’immancabile gruppo Benetton, in prima linea nel lento genocidio della popolazione indigena Mapuche – il Popolo (che) della Terra (mapu) che da oltre un secolo lotta per riavere indietro i territori che gli sono stati sottratti dai governi argentini e cileni – in Patagonia, per mano di gruppi militari e paramilitari.  La famiglia Benetton è, infatti, il più grande gruppo proprietario terriero in Argentina, possiede circa 900.000 ettari di campo nelle provincie di Chubut, Rio Negro, Buenos Aires e Santa Cruz. Quelle terre, espropriate ai loro abitanti ancestrali, vengono deforestate e ridotte a pascolo per le migliaia e migliaia di pecore che diventeranno, poi, quei “bei” maglioncini, che grondano sangue indigeno, esposti nelle vetrine dei negozi Benetton.

Santiago Maldonado è “desaparecido” proprio quando, all’inizio di agosto a Cushamen, nel nord-est della provincia di Chubut, manifestava con un gruppo di Mapuche  in difesa del territorio e per chiedere la liberazione di Facundo Jones Huala, attivista della RAM (Resistencia Ancestral Mapuche) incarcerato in quanto figura di spicco nelle occupazioni delle terre appartenenti alla famiglia Benetton.

Come spiega un interessante articolo pubblicato su Resumen latinoamericano riportando le parole di Walter Barraza, del popolo tonokote, di Néstor Jerez, del popolo Ocloya e di Néstor Gabriel Velázquez, del popolo Guaraní – Lo scenario della repressione nella quale è avvenuta la sparizione forzata di Santiago Maldonado è il territorio delle comunità indigene, che sono costantemente vessate dai proprietari terrieri e dalle aziende impegnate nel settore minerario e in quelli della deforestazione e del petrolio, dal progressivo avanzare della frontiera dell’allevamento. […] “C’è una differenza abissale [tra terra e territorio]“, spiega il camache Barraza. “La terra parla di proprietà privata, è un concetto mercantilistico e, invece, il territorio ci include come persone, quindi ci obbliga a curare la natura. Noi nativi viviamo in armonia con i fratelli animali, le piante, l’acqua; siamo parte del territorio, che ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno. Deforestare è come amputare. La cultura occidentale ha un altro modo di vedere. Loro vengono per le risorse naturali, mentre noi viviamo in armonia con quelle risorse”.

Dal giorno della sparizione di Santiago Maldonado, in Argentina si susseguono oceaniche iniziative di piazza a cui partecipano con energia anche le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo. D’altra parte, dopo la fine della dittatura militare, il fenomeno dei desaparecidos non è cessato, anzi: secondo il Coordinamento contro la repressione della polizia, in Argentina dal 1983 si contano circa 210 scomparse per mano dello Stato e di organizzazioni clandestine ad esso affiliate. Ma la lotta non si ferma, né si fermerà, come ha ribadito in un articolo Osvaldo Bayer, autore del libro (parzialmente tradotto in italiano) Patagonia Rebelde.

Per chi volesse approfondire i lato oscuri di questa ennesima, infame vicenda, consiglio sia il  sito dedicato a Santiago, dove si trovano notizie in continuo aggiornamento, sia Resumen Latinoamericano, dove quotidianamente vengono pubblicati nuovi articoli ed interventi.

Stella, madre di Santiago

Chiudo questo post con le toccanti parole che Santiago, come spiegano i familiari, “ha lasciato in un quaderno. […] Oggi sono un po’ di lui e le leggiamo di fronte a tutti, perché paradossalmente, alludono ai meccanismi e agli interessi di chi lo ha fatto scomparire”:

Hola querida población somos el gobierno, somos tu gobierno, los que nos apoderamos de tu vida cada segundo cada minuto, cada hora, cada día, cada instante que pasa por tu reloj y por tu cabeza y te decimos cómo tenés que vivir. Somos los que premiamos a los represores, torturadores explotadores y castigamos a los que no son como queremos que sean.
Y como si fuera poco, aparte de que existe la cárcel, la tortura, la represión y la explotación en la vida cotidiana perpetuada por las autoridades, ejércitos, jueces, policías, fiscales, políticos y demás mequetrefes, cómplices como empresarios y mercenarios sustentan está miseria y esclavitud instalándolas en todas las relaciones de nuestra vida.
‘Instalaremos muchas cámaras de vigilancia para no dejarte ser libre, a todos lados que vayas quedará tu grabación capturada y te podremos ver cuando queramos y comentar cualquier tema sobre ti.’
Si no eras libre hasta ahora menos lo serás bajo el sistema “Gran Hermano”, donde el Dios que todo lo ve y todo lo sabe responde a los poderosos para controlarnos mejor. Se dice que el problema es la inseguridad, que los delincuentes son el problema de todos nuestros males, pero nadie se cuestiona la raíz de los problemas.
Un mundo artificial donde el valor de intercambio material es el dinero genera desigualdades, porque hay distintos tipos de clases sociales y costumbres por las cuales comienzan a aparecer sometidos/as y sometedores/as, por lo que viene al caso el poder y el dinero.
Corrompen a las personas porque el dinero genera poder y el poder es respaldado por el verdadero dinero y viceversa, dejando atrás todo tipo de buenos valores, relaciones humanas, sentimientos y honestidad.

AGGIORNAMENTO: mi segnalano che la Rete in difesa del popolo Mapuche di Milano ha organizzato, per il 30 settembre, un presidio per Santiago dalle ore 15 alle ore 18 davanti al negozio Benetton di Corso Buenos Aires (Milano).

Per ulteriori info ed aggiornamenti su (auspicabili) altri presidi in Italia, segnalo il blog della Rete Internazionale in Difesa del Popolo Mapuche.

PS: sicuramente qualcuna/o si aspettava che, in questi giorni, intervenissi a proposito dei carabinieri stupratori di Firenze. Non intendo farlo, perché quello che è successo non è affatto una novità e sono arcistufa di ribadire cose dette e ripetute da noi femministe radicali già anni fa. Che rompano il loro silenzio assordante e si pronuncino, invece, quelle che appoggiano le politiche securitarie dei governi in nome della “difesa delle donne” e quelle che pensano di poter fare le leggi antiviolenza con lo Stato e i suoi servitori!

 

Questa voce è stata pubblicata in Internazionalismo, Violenza di genere e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.