Venezia1 marzo/ Corteo/con laPalestina fino alla fine

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Mestre, 22 febbraio/Assemblea pubblica verso il corteo del 1marzo a Venezia

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 20 febbraio 2025

Zardins Magnetics di giovedì 20 febbraio 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ “La rivoluzione francese ci ha lasciato in eredità l’autorità e la subordinazione politica…”. Una serie di contributi sull’idea di rivoluzione, secondo frammento
✓ Presentazione delle iniziative di sabato 22 febbraio a Udine

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Venerdì 21 febbraio alle 17 a Roma davanti all’ambasciata USA

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Sabotata la sperimentazione dei nuovi OGM (TEA) a Verona

Sabotato il campo di vite Tea a San Floriano, nel vigneto sperimentale dell’Università di Verona – dipartimento di Biotecnologie. La scorsa notte (12 febbraio 2025 n.d.r.) un gruppetto di ignoti si è introdotto nel campo, recintato e video sorvegliato, e ha sradicato tutte le piante di vite Chardonnay ottenute tramite tecnologie di evoluzione assistita (Tea). Ingenti i danni e a rischio la sperimentazione scientifica in corso.

“I danni sono notevoli, non sappiamo al momento se e quando potrà ripartire”, ammette David Bolzonella, direttore del dipartimento di Biotecnologie che si trova nella sede universitaria in Valpolicella     https://www.larena.it/territorio-veronese/valpolicella/campo-vite-tea-universit%C3%A0-verona-vandali-san-floriano-1.12587512.

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Sabato 22 febbraio Udine/ Dall’Europa alla Palestina, al fianco dei prigionieri in lotta

DALL’EUROPA ALLA PALESTINA, AL FIANCO DEI PRIGIONIERI IN LOTTA!

Sabato 22 febbraio, dalle 18.00, saremo allo spazio autogestito di via de Rubeis 43, a Udine, per una serata di informazione e dibattito sui prigionieri palestinesi, del loro ruolo fondamentale nel processo di resistenza all’occupazione, come dimostrato anche dalle ultime vicende della guerra a Gaza. Proietteremo il documentario BEYOND THE WALLS – DIETRO ALLE MURA (D. Lambert, 2012), che raccoglie la testimonianza di prigionieri palestinesi e libanesi nelle carceri sioniste, le quali costituiscono un modello di segregazione anche per gli Stati europei.
Ci sarà da bere e da mangiare e il ricavato andrà alle spese legali per il procedimento condotto recentemente a Trieste contro il compagno Georges Ibrahim Abdallah, da 40 anni ostaggio dello Stato francese per la sua militanza nelle Frazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi.

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22 febbraio a Udine/ No Zone Rosse/ No DDL Sicurezza

22/02/2025, ore 11.00 a Udine, Piazza della Repubblica.

NO PACCHETTO SICUREZZA – NO ZONE ROSSE

Invitiamo a partecipare SABATO 22 FEBBRAIO 2025 al presidio contro il “PACCHETTO SICUREZZA” (ddl 1236 ex 1660) , attualmente in fase di approvazione al Senato e contro l’applicazione delle “ZONE ROSSE”.

Il “PACCHETTO SICUREZZA” prende di mira tutte le persone marginalizzate, dissidenti e ribelli, colpendo in primis quelle prive di cittadinanza italiana, passando a chi si trova a lottare per non soccombere alla violenza statale nelle carceri e nei Cpr fino a chi esprime dissenso e solidarietà contro la repressione.
Vengono aggravate quindi di molto le pene e severamente punitx chi lotta con le forme più basilari di protesta. Tutto questo in un quadro legislativo che vede invece aumentare spropositatamente e indiscriminatamente il potere della polizia e la sua arbitrarietà nell’usarlo.

Ma se il “pacchetto sicurezza” non è ancora definitivamente approvato, le zone rosse sono invece già una realtà effettiva.
Dopo una direttiva emanata a dicembre 2024 dal Ministro dell’interno, questa ordinanza ha iniziato ad essere applicata in numerose città italiane.
A Udine è stata stabilita una zona rossa che copre buona parte della città che durerà dal 16 gennaio al 10 marzo e sarà probabilmente estesa nel tempo secondo un non meglio definito “stato di emergenza“.

Cosa può succedere in questa zona rossa?
La polizia può disporre l’allontanamento di tutte quelle persone che, a suo arbitrario giudizio, stiano manifestando “comportamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”, oppure che abbiano precedenti penali (anche non definitivi) relativi a diverse fattispecie di reato commesse nei pressi delle infrastrutture di trasporto pubblico.

Risulta evidente la totale discrezionalità del potere decisionale conferito alla polizia al fine di reprimere e controllare, creando le premesse per una progressiva restrizione della libertà, oggi di alcunx e domani di tuttx.

Il diritto a vivere gli spazi della città che abitiamo non è oggetto di trattativa e non ci arrenderemo facilmente davanti a disposizioni che calano dall’alto, dal sapore spesso propagandistico che non fanno altro che aumentare disagio ed esclusione.
Lotteremo per difendere ogni centimetro che vorranno portarci via e per solidarizzare con tutte lx indesiderabili che in questo modo finiscono sempre più marginalizzatx e isolatx.

Assemblea NO DDL Sicurezza NO zone rosse di Udine

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23 febbraio ore 11 al Laurentino 38!

Mentre la speculazione divora i posti dove abitiamo, dal Laurentino 38 abbiamo lanciato un invito a chi lotta sul litorale di Fiumicino.

Dal decreto Caivano in poi è sempre più chiaro che il governo delle periferie è sul modello carcerario. Dal Quarticciolo al Laurentino, passando per le zone rosse dell’Esquilino e il Tuscolano, il cerchio repressivo si stringe intorno a certe aree della città ma ogni quartiere è un “campo da gioco” dove ognunx può fare la sua parte di lotta.

Che sia la Royal Caribbean a devastare il mare e ogni forma di vita o sia un progetto di riqualificazione a deportare, impoverire e distruggere a noi resta una bellissima possibilità: resistere e farlo insieme.

Ore 11 Appuntamento nel cortile di L38SQUAT (sesto ponte del Laurentino 38 lato via Domenico Giuliotti) per chiacchiere, aggiornamenti, pranzo, laboratori e stare insieme.

GIÙ LE MANI DALLE OCCUPAZIONI

L38Squat – il Centro sociale del sesto ponte
Bilancione Occupato

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Neve al popolo

da https://ilrovescio.info/

Neve al popolo

“Scusa eh, ma se i torpigna dopo averci invaso Piazza di Spagna ci invadono anche Cortina allora, allora non lo so vendiamoci la casa e amen, è vero? Che ne dici Giovanni?”

vacanze di natale

Sulle pagine di cronaca hanno primeggiato per qualche settimana le notizie riguardanti un fatto originale: I napoletani hanno invaso Roccaraso. La notizia è arrivata anche su importanti testate internazionali.

Domenica 26 gennaio la stazione sciistica abruzzese, oltre alla consueta presenza turistica, è stata raggiunta da 200 autobus provenienti da Napoli che hanno trasportato circa diecimila gitanti.

Questo afflusso eccezionale sarebbe dovuto ad alcuni tiktoker (Sic) che hanno pubblicizzato ed organizzato le gite. Sotto i riflettori in particolare è finita Rita de Crescenzo, i cui video superano il milione di visualizzazioni, la quale, proprio dalla piste da sci di Roccaraso, in un suo precedente video-messaggio, aveva decantato la bellezza delle montagne innevate ed invitato i suoi fans a raggiungerla.

La località montana quindi è stata meta di un numero di turisti maggiore di quello medio, dando vita al fenomeno del cosiddetto overtourism. A causa di questo evento, in seguito agli ordini del prefetto e dei sindaci dell’Alto Sangro, sono stati predisposti per le settimane successive il numero chiuso e la prenotazione obbligatoria per gli autobus, inoltre sono stati predisposti varchi di accesso alla località presidiati dalle forze dell’ordine.

Al di la dell’immondizia lasciata a terra, dei problemi di viabilità e di sicurezza, la problematica reale, se si parla con gli addetti del settore, è che i turisti mordi e fuggi degli autobus “non lasciano soldi”, cioè è un turismo da cui si ricava poco profitto e che disincentiva la presenza di clienti più facoltosi. Comprensori sciistici come quello dell’AltoSangroSkipass vogliono rivolgersi ad una clientela di prestigio non a chi si porta il panino da casa.

A difesa degli interessi degli imprenditori del turismo si è schierato l’esercito dei media che ha fatto fuoco con tutto l’armamentario che usa abitualmente quando deve annichilire qualche nemico dello Stato creando l’emergenza di turno – e sono volate parole pesanti. I gitanti sono stati accusati di sporcare, di rubare, di riciclaggio, di collusione con la camorra, di essere unni, di avere attuato un invasione. La palma d’oro va al deputato di AVS Francesco Emilio Borrelli che che ha apostrofato gli innocui gitanti con la gentile frase “la monnezza siete voi”. Insomma, per l’occasione è stato dato lustro a tutto il più bieco arsenale dei luoghi comuni razzisti contro i napoletani sommato al disprezzo borghese verso i proletari che “non sanno stare al loro posto”.

Va aggiunto che Roccaraso è un grande comprensorio sciistico, predisposto per accoglier nelle giornate di maggior afflusso fino a 30.000 turisti. Non è un quindi un luogo incontaminato e sperduto, bensì una località destinata dall’industria turistica al turismo di massa. Si tratta della meta abituale per gli sciatori del centro sud Italia, e visto che dista solo 140 km da Napoli, i napoletani a Roccaraso ci sono sempre andati.

Si potrebbe quindi derubricare questa vicenda come una giornata di turismo più caotica e folkloristica del solito, in cui una serie di coincidenze ha prodotto la tempesta perfetta, tutto in seguito ingigantito da una becera narrazione mediatica.

Ma, al di la dell’episodio di costume italiano, il fatto appare significativo in quanto illustra la crescente tendenza alla privatizzazione degli spazzi e mostra come nel vivere quotidiano si afferma la sempre più invasiva società del controllo.

Se viaggiare, visitare e conoscere è da sempre parte dell’esperienza umana ed un piacere della vita, l’industria del turismo interviene su questi bisogni mercificandoli attraverso pratiche di condizionamento, di omologazione, di concentrazione, di selezione e conseguentemente di esclusione.

Amene località, bellezze naturali, città d’arte, destinazioni esotiche, sono trasformati in prodotti verso cui l’industria del turismo indirizza il flusso di consumatori. Quando l’afflusso diventa eccessivo, al punto da compromettere la fruibilità dei luoghi e conseguentemente i profitti, va predisposto un dispositivo di selezione al fine di favorire i clienti più facoltosi e disincentivare i meno abbienti. A questo scopo predispongono divieti e limiti che spesso si fondano su pretestuose motivazioni di carattere ecologico o di sicurezza, ma in sostanza l’obbiettivo è fermare i barbari invasori che viaggiano sui torpedoni, si mangiano il panino portato da casa, cagano, pisciano e gettano cartacce senza lasciare quattrini perché “i turisti – quelli veri, cioè con il portafoglio gonfio – hanno paura e non vengono”. Così, tanto per fare qualche esempio, una famiglia che va in gita a Venezia dalla vicina pianura padana sgancia 10 euro a testa di “contributo di ingresso” – che fa la differenza – mentre un ricco che soggiorna in hotel di lusso non paga nulla. Cosi, mentre chi arriva a Roccaraso in autobus viene trattato quasi come un clandestino sbarcato abusivamente, non ci sono controlli e divieti per chi va a sciare con il suo inquinantissimo SUV.

Dispositivi di discriminazione economica sono applicati in qualsiasi attività commerciale, se non hai i soldi non puoi permetterti vestiti di marca, auto di lusso e ristoranti stellati – anche per questo motivo vogliamo distruggere questa società e prenderci la merce. Ma quando questi criteri di selezione ed esclusione vengono applicati ad un luogo pubblico, ad esempio una montagna, una bella città, una spiaggia, siamo di fronte alla privatizzazione dello spazio, qualcosa viene sottratto a tutti per renderlo accessibile solo ad alcuni, in sostanza ci viene rubato dai ricchi.

La privatizzazione dei luoghi turistici, anche se può apparire un fenomeno meno grave di altri, non va distinto da una più generale gestione dello spazio che assume un carattere sempre più classista e poliziesco. Contributi di accesso o numero chiuso sono tasselli di un sistema di controllo più complesso che comprende molteplici dispositivi: dalle zone a vigilanza rafforzata, al daspo urbano, dalle ZTL ai progetti della città dei 15 minuti, all’imperversare delle telecamere in ogni dove. Continua a leggere

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Zone Rosse: La guerra è qui! Il nemico sei tu!

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Daspo prefettizio “in bianco” e “zone rosse”

Un articolo estremamente interessante e utile

Daspo prefettizio “in bianco” e “zone rosse”: prove generali di distopie sicuritarie

di Federica Borlizzi   osservatoriorepressione.info

Introduzione

Il 17 dicembre 2024, il Ministro dell’Interno Piantedosi ha emanato una Direttiva, rubricata “iniziative di prevenzione e sicurezza urbana,  in cui si chiede ai Prefetti di istituire delle c.d. “zone rosse” nelle città, al fine di evitare la presenza di persone indesiderate nei luoghi pubblici.

La Direttiva evidenzia la necessità di accrescere “tanto la sicurezza reale quanto quella percepita” contrastando l’insorgere di comportamenti che, “anche quando non costituiscono violazioni di legge”, sono di “ostacolo al pieno godimento  [da parte della cittadinanza] di determinate aree pubbliche” (sic!).

Per raggiungere tale fine, il provvedimento ricorda l’arsenale di strumenti messi a disposizione dei Sindaci e delle Autorità di pubblica sicurezza: a cominciare dal c.d. Daspo urbano; passando per le ordinanze sindacali ex art. 50 TUEL fino alle ordinanze prefettizie ex art.2 del TULPS.

Proprio queste ultime sono oggetto di una specifica richiesta di applicazione da parte del Viminale, che sollecita i Prefetti ad emanare dei provvedimenti per disporre l’allontanamento dalle aree “sensibili” (es. infrastrutture ferroviarie; luoghi della movida e turistici) di soggetti che possano rappresentare un pericolo per “l’ordinato vivere civile”, sulla scia di quanto già verificatosi – ad ottobre 2024 – nel contesto bolognese e fiorentino.

Rispondendo in maniera tempestiva a tale monito, i Prefetti di alcune metropoli (Milano, Napoli, Roma) hanno emanato delle ordinanze che, a livello giornalistico, sono state fatte passare come limitate alla notte di Capodanno ma che, in realtà, hanno un’applicazione temporale molto più estesa, avendo una efficacia trimestrale.

Il sentore, insomma, è che si stia attuando una ulteriore ed ennesima strategia securitaria nelle nostre città, consentendo alle autorità prefettizie di riesumare dei sempreverdi “residui assolutistici” (le ordinanze ex art. 2 TULPS) funzionali a rendere i luoghi pubblici inaccessibili a determinate tipologie di soggetti, selezionati sulla base di vere e proprie presunzioni di pericolosità impregnate di razzismo e classismo.

In questa prima parte proveremo ad analizzare: (i) il potere di ordinanza prefettizio previsto dall’art.2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza; (ii) i precedenti utilizzi di tali ordinanze da parte dei Prefetti per limitare il diritto di riunione. In un secondo momento, verranno approfonditi i provvedimenti adottati da parte delle autorità prefettizie per la tutela della “sicurezza urbana”, anche in seguito alla Direttiva sulle “zone rosse” del Ministro Piantedosi.

L’art.2 del TULPS: un pericoloso “residuo assolutistico”

La Direttiva sulle “zone rosse” del Ministro Piantedosi richiede ai Prefetti di utilizzare un potere di ordinanza previsto in una legge di epoca fascista, ancora in vigore nel nostro ordinamento: il Regio Decreto n.773 del 18 giugno 1931, più comunemente conosciuto come Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Continua a leggere

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 13 febbraio 2025

Zardins Magnetics di giovedì 13 febbraio 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

-Noi rifiutiamo di fare parte di una società sottomessa che guarda un marchingegno illuminato mentre tutto va in rovina, vogliamo invece guardarci attorno, metterci in mezzo, cogliere gli sguardi dei fratelli e delle sorelle, dei compagni e delle compagne, lottare insieme per continuare a lottare, ancora e ancora…

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Fascista, fascisti, fascismi e lavoro…

Giorgia Meloni intervenendo all’ Assemblea generale della Cisl, in corso qui a Roma, ha auspicato «Una nuova alleanza» tra imprese e lavoratori, ma anche tra governo e sindacato in qualla logica del confronto che implica «un fare un passo in avanti sempre per i lavoratori, per le realtà del tessuto produttivo e per la crescita della nazione» e ha dichiarato che serve «innovare il nostro modello economico produttivo coniugando sussidiarietà e crescita. Il che significa rifondare la dinamica fra impresa e lavoro, superando una volta per tutte questa tossica visione conflittuale che anche nel mondo del sindacato qualcuno si ostina ancora a sostenere».

Ora confrontate queste dichiarazioni con queste del Patto di Palazzo Chigi fra Confindustria e Confederazione generale delle Corporazioni fasciste, 21 dicembre 1923

“Il principio che l’organizzazione sindacale non deve basarsi sul criterio dell’irriducibile contrasto di interessi tra industriali ed operai, ma ispirarsi alla necessità di stringere sempre più cordiali rapporti tra i singoli datori di lavoro e lavoratori, e fra le loro organizzazioni sindacali….”

Però per non dimenticare come siamo arrivate fino ad oggi, leggete anche qui

Il neoliberismo fascista

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Anche a Ravenna il 27 febbraio/Immaginail futuro della tua città

Opuscoli in distribuzione

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La guerra chiama…nessuno risponda

da ilrovescio.info

LA GUERRA CHIAMA… NESSUNO RISPONDA

Qui il testo in pdf:

TESTO IMPAGINATO A4

A partire dal febbraio 2022 la guerra è tornata alle porte dell’Europa. Il conflitto ancora in corso in Ucraina ha interessato non soltanto quello Stato e la sua popolazione, ma anche tutti gli altri Stati membri della NATO che hanno inviato finanziamenti, armi, munizioni e uomini (fino ad ora “solo” incaricati di addestramento e formazione) al governo di Kiev.

Inoltre la situazione in Medioriente – il genocidio a Gaza, le ostilità fra Israele e Hezbollah, gli attacchi degli Houti nel Mar Rosso e il riassestamento politico in Siria – evidenziano quanto gli equilibri fra gli Stati siano sempre più precari.

In questo scenario di guerra incombente e minacce nucleari, numerosi Stati europei stanno cambiando le loro politiche militari e di sicurezza prevedendo un allagamento del fronte del conflitto.

Ogni governo ribadisce la necessità di implementare la propria capacità militare in termini di uomini e mezzi in vista di una escalation degli attuali conflitti che potrebbero portare alla guerra guerreggiata in Europa.

Assistiamo quindi ad un incremento delle spese militari dei singoli Stati (anche per raggiungere la quota del 2% del PIL imposta dalla NATO; l’Italia ad esempio spenderà nel 2025 oltre 30 miliardi per il settore bellico: il 60% in più rispetto a 10 anni fa) e della militarizzazione della società con ripristino della leva militare in Lettonia e, in Germania, con l’introduzione di un questionario obbligatorio per tutti i maschi diciottenni, in seguito al quale, ogni anno saranno selezionate 5000 reclute con l’obiettivo di avere un esercito “in grado di affrontare una guerra entro il 2029”.

Il ministro Crosetto nell’introduzione del Documento programmatico pluriennale per la Difesa 2023-2025 dichiara che: “l’Italia non può più permettersi il lusso di utilizzare il suo Strumento Militare prioritariamente nella conduzione di operazioni e missioni per il mantenimento della pace e della stabilità internazionale nonché in operazioni di concorso, con le altre amministrazioni dello Stato, in particolari casi di straordinaria necessità e urgenza”. E indica la volontà di creare una schiera di soldati riservisti come già esiste in alti Paesi.

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