Sciopero di quartiere per la Palestina! Autorganizzato e solidale!

Una gran bella iniziativa

Giovedì 18 settembre ci sarà una lunga giornata di sciopero al fianco della Palestina.
Chi vive e lavora nei quartieri del Pigneto, Torpignattara e Quadraro si sta mobilitando: chiuderanno negozi, bar e ristoranti, sono previste manifestazioni e momenti in strada tra persone di tutte le età sin dal mattino.
Il sindacato SI COBAS ha indetto lo sciopero su Roma e provincia proprio per supportare questa giornata autorganizzata nei quartieri. Chiunque può scioperare esclusi i servizi essenziali regolati dalla legge 146/90.
Lo sciopero finirà con una manifestazione serale che partirà da Largo Perestrello dopo una cena in piazza prevista alle ore 19. Un corteo che porterà in strada e nei cuori anche l’esempio di Dario, compagno e abitante del Pigneto conosciuto da tuttx, che ieri pomeriggio è morto.

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Oggi alle 18 e 30 a Roma per Gaza

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12 settembre/Bloccato ingresso Leonardo Alenia a L’Aquila

Sit-in ProPal davanti alla sede di Leonardo, ‘fuori da università’ – Notizie – Ansa.it https://share.google/OQMaK3BcWL9OKhWVN
8:46

“Manifestanti ProPal hanno bloccato da questa mattina la via di accesso principale alle sedi di Leonardo e Thales Alenia Space nella zona industriale ovest dell’Aquila. Tensioni con la polizia si sono verificate alla richiesta di liberare l’accesso alle aziende.

“Leonardo Spa fa i soldoni sul sangue dei popoli”, si legge in uno dei cartelli. Un altro recita: “Fuori Leonardo dalle università”.
Sul posto sono presenti agenti della Digos e un furgone della polizia con agenti in tenuta antisommossa.
Alla mobilitazione, ancora in corso, stanno partecipando attivisti da tutto l’Abruzzo, con azioni di volantinaggio già avviate il mese scorso. Tra i cartelli, anche uno con scritto “Sabotiamo la guerra, blocchiamo tutto”. Nel sit-in anche striscioni di solidarietà nei confronti dei tre palestinesi Anan Yaheesh, Ali Irar e Mansour Dogmosh sotto processo all’Aquila con l’accusa di terrorismo internazionale.”

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 11 settembre 2025

Zardins Magnetics di giovedì 11 settembre 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

-Digitale e informatica spinte, oltre l’apparente comodità, hanno reso povere le nostre esperienze, blindate nell’isolamento… ma “abbiamo tutti il cuore spezzato”

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Blocchiamo tutto!/ Vive la France

Parigi 10 settembre 2025

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Ascoltate questa sera Zardins magnetics/giovedì 4 settembre 2025

Zardins Magnetics di giovedì 4 settembre 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

-Il genocidio parte anche da qui.
Da L’Aquila a Ronchi lottiamo contro la Leonardo spa, fabbrica di morte.
Libertà per Anan, Alì e Mansur.
Sosteniamo la Resistenza del popolo palestinese

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Sabato 4 ottobre a Roma/Manifestazione Nazionale/ORA BASTA!

Assemblea pubblica giovedì 11 settembre ore 17 e 30 piazza dei Mirti Roma

Assemblea pubblica venerdì 12 settembre ore 7.00 a L’Aquila davanti alla Leonardo S.p.a via Gian domenico Cassini

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Prossime iniziative per la Palestina e per Anan, Alì, Mansour

Iniziative in vista delle udienze contro il combattente Palestinese Anan.E contro la soluzione finale…

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Martedì 2 settembre 2025 a L38SQUAT

Un’estate di cantieri e speculazione violenta: ore 18 e 30 discussione aperta per costruire la resistenza collettiva agli sgomberi

https://l38squat.noblogs.org/

Durante questa estate diverse realtà si trovano ad affrontare la speculazione violenta nei propri contesti di vita e di lotta.
Roma e provincia sono cantieri a cielo aperto di progetti mortiferi e di colate di cemento che precedono sgomberi, sfratti e nuove espulsioni dalla città per chi non può permettersela.
A Roma e nella regione intera, per legge le cantine ed i garage diventano luoghi abitabili in linea con la tendenza del governo nazionale che investe sull’edilizia carceraria come unica edilizia popolare consentita.
Come collettivo che autogestisce L38Squat – il Centro sociale del sesto ponte – chiamiamo tuttx a raccolta per discutere gli sviluppi in corso nelle nostre situazioni e per aggiornare la nostra rete di relazioni su cosa sta cambiando velocemente nel nostro quartiere.

Vogliamo organizzare una resistenza collettiva e vogliamo farlo con gli altri focolai di lotta in città e con tutte le persone che vogliono aggiungersi con idee ed energie.
La proposta è stata già raccolta dal collettivo del Bilancione Occupato per le lotte contro il porto crocieristico a Fiumicino, dal collettivo che autogestisce Strike e che vede sorgere un cantiere per una residenza di lusso per studenti nello spazio che BNL ha conquistato nella trattativa con l’ex OZ (Officine Zero), dal collettivo del De Lollis Underground che con uno studentato ci divide lo spazio e tutte le implicazioni questo comporta e dal collettivo del CSOAT Auro e Marco su quello che si muove tra sgomberi e riqualificazione nel quartiere di Spinaceto.

Invitiamo il quartiere e chi vuole lottare fianco a fianco ad aggiungersi:

martedì 2 settembre ore 18.30 a L38Squat, via Domenico Giuliotti 8x, sesto ponte del quartiere Laurentino 38

Apri il link seguente ed ascolta il nostro intervento a Radio Onda Rossa per ricordare a tuttx l’assemblea di domani, 2 settembre, a L38Squat.

http://www.ondarossa.info/newsredazione/2025/09/2-settembre-assemblea-l38squat
Ascolta il nostro intervento direttamente dal player qui sotto:

L38Squat – PALESTINA LIBERA

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Allarme Rosso 25/La guerra a tutti i costi

Una notizia inquietante…

Il ministero della Salute francese ha ordinato agli ospedali di prepararsi ad accogliere migliaia di soldati feriti entro marzo 2026, in caso di conflitto armato generalizzato in Europa. Saranno creati centri medici di transito per smistare i pazienti verso ospedali civili e, al termine delle cure, ai Paesi d’origine.

Le autorità stimano 10.000–50.000 soldati feriti in arrivo nell’arco di 10–180 giorni, con picchi fino a 250 pazienti al giorno per tre giorni consecutivi. Il personale sanitario dovrà gestire risorse scarse, traumi post-bellici e potrà essere chiamato al Servizio sanitario delle Forze armate.

Il governo distribuirà in autunno una guida alla «resilienza» e trasformerà la Giornata della Difesa e della Cittadinanza in addestramento militare per 800.000 giovani l’anno, con esercitazioni, rancio e simulazioni di combattimento.

Fonte @chronocol.media

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Venerdì 5 settembre al Nido di Vespe/Cena sociale!

PER PRENOTAZIONI quadraro@autistici.org OPPURE  340 0875903

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/giovedì 28 agosto 2025

Zardins Magnetics di giovedì 28 agosto 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓ Il furore dei “rustici”: l’esperienza viva delle rivolte contadine, fonte di pratiche di resistenza concreta al dominio

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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<<…se i ruoli fossero invertiti,se i palestinesi…>>

di Nicoletta Poidimani

Malgrado risalga ad alcuni mesi fa, pubblico questo lucido intervento di Susan Abulhawa molto importante dal punto di vista della ricostruzione storica e altrettanto efficace nello smontare la macchina della propaganda sionista e filo-sionista.

In fondo al post, il video originale.

Non risponderò alle domande finché non avrò finito di parlare, quindi, per favore, astenetevi dall’interrompermi.

Al Congresso Mondiale Sionista del 1921 Chaim Weizman, un ebreo russo, in merito al problema di cosa fare degli abitanti indigeni del territorio, disse che i palestinesi erano simili alle “rocce della Giudea, ostacoli che devono essere eliminati come su un difficile sentiero”.

David Gruen, un ebreo polacco che cambiò il suo nome in David Ben Gurion per sembrare appartenere alla regione disse: “Dobbiamo espellere gli arabi e prendere il loro posto”.

Ci sono migliaia di conversazioni di questo tipo tra i primi sionisti che pianificarono e attuarono la colonizzazione violenta della Palestina e l’annientamento del suo popolo nativo. Ma ci riuscirono solo in parte, assassinando o epurando etnicamente l’80% dei palestinesi, il che significa che il 20% di noi è rimasto, un ostacolo resistente alle loro fantasie coloniali che divenne oggetto delle loro ossessioni nei decenni successivi, soprattutto dopo aver conquistato ciò che restava della Palestina nel 1967.

I sionisti si lamentano della nostra presenza e dibattono pubblicamente in tutti i circoli (politici, accademici, sociali, culturali) cosa fare di noi, cosa fare del tasso di natalità palestinese, dei nostri bambini che loro definiscono una minaccia demografica.

Benny Morris, che originariamente avrebbe dovuto essere qui, una volta espresse rammarico per il fatto che Ben Gurion “non avesse finito il lavoro” di sbarazzarsi di tutti noi, il che avrebbe evitato quello che loro chiamano il “problema arabo”. Benjamin Netanyahu, un ebreo polacco il cui vero nome è Benjamin Mileikowsky, una volta si lamentò dell’occasione mancata, durante la rivolta di piazza Tienanmen del 1989, di espellere ampie fasce della popolazione palestinese “mentre l’attenzione mondiale era concentrata sulla Cina”.

Alcune delle loro argomentate soluzioni per il fastidio provocato dalla nostra esistenza includono la politica di “rompergli le ossa” negli anni ’80 e ’90, ordinata da Yitzhak Rubitzov, ebreo ucraino che cambiò il suo nome in Yitzhak Rabin (per le stesse ragioni).

Quella politica orribile che ha reso disabili generazioni di palestinesi non è riuscita a farci andare via. E, frustrati dalla resilienza palestinese, è emerso un nuovo discorso, soprattutto dopo che un enorme giacimento di gas naturale è stato scoperto al largo della costa settentrionale di Gaza del valore di trilioni di dollari. Continua a leggere

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13 settembre/Leonardo s.p.a. fabbrica di morte

13 settembre 2025 a Ronchi dei Legionari ore  11.00/Corteo

5 settembre 2025 ore 17.00 presidio di presentazione del corteo

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Negazionismo

Negazionismo 

di Nicoletta Poidimani

Togliere il monopolio della definizione di genocidio alla Shoah, per far aprire gli occhi sui tanti genocidi – anche coloniali – passati e, soprattutto, sul genocidio in Palestina che si è intensificato ferocemente negli ultimi 2 anni, significa anche attualizzare la categoria di negazionismo.

Ricordo bene l’acceso dibattito sul negazionismo che ci fu una trentina di anni fa, ma ricordo anche che esso riguardava solo ed esclusivamente lo sterminio degli ebrei nei campi nazisti.

Un altro monopolio, dunque, che oggi occorre rompere per svariate ragioni.

In primo luogo, perché si può facilmente rilevare che la narrazione dominante dopo il 7 ottobre del 2023 ha avuto posizioni apertamente negazioniste, malgrado l’immensa documentazione video e fotografica e le tantissime testimonianze dimostrassero in modo inequivocabile ciò che stava succedendo nella striscia di Gaza e, da lì a breve, anche nei territori occupati dagli israeliani in Palestina. I tentativi di impedire ogni comunicazione con l’esterno via web e l’uccisione mirata dei giornalisti non embedded sono funzionali al negazionismo.
Questo negazionismo – non storico, ma ‘in tempo reale’ – ha permesso all’entità sionista di ampliare, col passare dei mesi, la gamma della sua sadica ferocia nei confronti della popolazione palestinese.

In secondo luogo, le vergognosamente tardive prese di posizione di gran parte degli ebrei nel mondo e quelle altrettanto tardive dei governi occidentali, nonché l’improvvisa ‘scoperta’ da parte di molti di ciò che stava veramente succedendo in Palestina da mesi e mesi, non vanno in direzione opposta a quel negazionismo ma, anzi, lo confermano: ora che il processo genocidario ha assunto una dimensione e una potenza terrificanti, i negazionisti vogliono smarcarsi da uno stigma infame che rimarrebbe per lungo tempo sulle loro vite e su quelle dei loro discendenti.

A questo proposito pubblico qui un invito che ho ricevuto e che ritengo molto utile far girare, sperando anche che nessuna/o mi invii più materiali di gruppi di veterani israeliani o gentaglia affine che pensano di lavarsi la coscienza scrivendo comunicati anziché andarsene – finalmente! – da una terra che hanno contribuito per decenni a colonizzare e ricoprire di sangue palestinese.

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