5 aprile 2025 al Nido di Vespe/Per Barbara e per noi/ Disertare e sabotare

PER BARBARA E PER NOI/ DISERTARE E SABOTARE

Riflessioni e pensieri sullo stato presente delle cose

PER BARBARA E PER NOI 

Disertare e sabotare/Riflessioni e pensieri sullo stato presente delle cose

Barbara Balzerani ci ha lasciate da un anno. Vogliamo ricordarla al di là della ricorrenza, perché il suo pensiero è quanto mai vivo proprio perché necessario al presente: la società attuale come istituzione totale, lo scientismo imperante, le mille gabbie che la fase attuale del capitale ci sta costruendo addosso, la guerra e la società delle emergenze. Chiarezza nell’analisi, capacità della critica e autocritica, attenzione alle dissonanze della vita collettiva e ricerca incessante, come militante rivoluzionaria e come scrittrice, di pratiche possibili di sovvertimento del sottovivere, di riconnessione con comunità di resistenza che il capitale non riesce a uniformare. E coraggio nel prendere posizione, sempre.

È di questo che vogliamo parlare. L’esperienza passata condiziona quella futura e si configura dunque come codice dell’attività riproduttrice; pertanto, la declinazione e la traduzione della memoria assumono un’importanza enorme, possono diventare strumento di lotta collettiva o essere funzionali al potere. Barbara è riuscita a tradurre la sua esperienza personale e politica in patrimonio di lotta per tutt* noi.

Vi aspettiamo!!

-ore 18, 00   presentazione dell’iniziativa

– 18,30   proiezione del video <Quattro passi con Barbara> 

19,00   interventi e a seguire dibattito

– 21,00   cena sociale

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Massimo incarcerato in “semilibertà”

Tutto il nostro affetto e la solidarietà

Da ieri, mercoledì 26 marzo, il nostro caro amico e compagno Massimo si trova nel carcere di Spini di Gardolo (Tn), nel regime detto di “semilibertà”, per un cumulo di condanne definitive di 2 anni e 7 mesi (la principale condanna, di poco superiore ai 2 anni, è relativa agli scontri avvenuti a Rovereto in occasione della venuta di Salvini: uno degli episodi per cui si trova in carcere anche Giulio). Essendo stata accolta la sua richiesta di poter scontare la pena in semilibertà, nel giro di un paio di settimane potrà uscire per lavorare: cosa che attenua, ma non estingue, la rabbia di saperlo rinchiuso. 

Sappiamo che sta bene, in compagnia di un borsone di libri, di un lettore MP3 caricato a metal e della sua serena risolutezza. In attesa di riabbracciarlo, gli mandiamo tutta la nostra solidarietà e affetto .https://ilrovescio.info/2025/03/27/massimo-incarcerato-in-semiliberta/

Per scrivergli:

Massimo Passamani

C.C. Spini di Gardolo

Via Cesare Beccaria 13

38100 Trento

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2 aprile a L’Aquila

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ALL’ARMI, ALL’ARMI LA CAMPANA SONA!

ALL’ARMI, ALL’ARMI LA CAMPANA SONA
Come l’Europa ci costringe a vivere il riarmo

di Noemi Fuscà

L’Europa (intendiamo l’apparato politico) sta letteralmente prendendo in giro
l’intera popolazione con la questione del riarmo.
Soldi da investire nella guerra quando intere nazioni sono completamente allo
sbaraglio, con stipendi da fame, condizioni di lavoro al limite dello schiavismo e
totale distruzione di ogni tipo di politica welfare perché oggi se vuoi qualcosa
che sia anche un diritto basilare devi essere un Buon cittadino se no non ti
meriti nulla. E come femministe ve lo possiamo certificare che comportarsi da
brave bambine non è mai servito a nulla se non a essere più assoggettate.
Togliere autonomia economica infatti è una forma di violenza antica e
dovremmo farci i conti, anche solamente attraverso la consapevolezza perché
spesso possiamo poco e non è facile sottrarsi dall’oppressione in una società
completamente alienata. Siamo carne da macello per loro che parlano di pace
e riarmo, che falsificano l’idea di comunità e i diritti per toglierci ogni
autodeterminazione in nome del nostro bene.
In queste settimane prima Macron, e ora l’Ue stanno proponendo kit di
sopravvivenza alla guerra e incitano la popolazione a fare scorte per
sopravvivere almeno per 72 ore.
Ci perculano.
Stanno solo creando una hype per una guerra che nessuno vuole ma che loro
devono sostenere avendo sbagliato tutto nella gestione del conflitto tra Russia
e Ucraina since 2014 (se non prima). Ci sono come al solito molti interessi
economici ma a questo si aggiunge l’aver capito con il Covid che esistono molti
modi per assoggettare con la paura un’intera popolazione. E la paura della
morte in una società che non vuole più morire, che vorrebbe pensare che la
medicina sia infallibile e la scienza solo esatta e mai errata, distrugge tutto,
annienta lo spirito critico, mette ansia e aumenta disturbi psichici, toglie il fiato
e annebbia il giudizio.
La guerra ci sarà perché loro, chi governa il mondo, vogliono la guerra e
stanno cercando ogni modo di rendere reale questo desiderio.
Le soluzioni per evitare tutto questo sono alla luce del sole tant’è che molti di
colori e pensieri diversi oramai ci sono arrivati, ci sarebbero soluzioni che come
femministe ci piacciono pochissimo, siamo piene di soluzioni contro un nuovo
conflitto su territorio europeo ma a loro non interessa, tant’è che piuttosto che
ammettere la debacle in cui stanno portando l’intero continente, consigliano kit
di sopravvivenza. Propongono palliativi per soffrire, forse, meno, che ci tolgono
totalmente l’autonomia di movimento e pensiero grazie alla paura di una
guerra imminente e devastante come nessuna guerra fino ad oggi è stata.
Più facile demandare a noi il compito di tutelarci. Continua a leggere

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Venerdì 28 marzo/Cinema e distopie/ via Passino 20

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/Giovedì 27 marzo 2025

Zardins Magnetics di giovedì 27 marzo 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

✓Riflessioni, pratiche, lotte contro le TEA – nuovi OGM
✓”Il carnefice cade nella tomba della vittima”. Rileggendo In presenza di assenza di M. Darwish

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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29 marzo/ Corteo a Roma per la Palestina

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28 marzo/presidio ad Albano per la Palestina

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Dal fiume al mare/ 27 marzo allo Sweet Bunch/Racconti e poesie dalla Palestina

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Giovedì 27 marzo siete invitate/i allo Sweet Bunch, in via Casilina 283/A, per una nuova presentazione romana di  “Dal fiume al mare”, raccolta di poesie e racconti dalla Palestina, a cura delle Edizioni Rapporti Sociali.

Con le parole della sua “letteratura della resistenza” il popolo palestinese ha lanciato e continua a lanciare al mondo intero il suo manifesto di denuncia e di liberazione dal regime di apartheid e pulizia etnica portato avanti dallo stato sionista d’Israele.  La raccolta “Dal fiume al mare” è un contributo alla conoscenza delle ragioni oggettive della resistenza palestinese, della forza d’animo dei suoi combattenti, del loro spirito rivoluzionario. Di questi argomenti tratteremo nel dibattito di presentazione del libro che avrà inizio dopo le 18.

Dedicheremo questo nuovo appuntamento del tour di presentazione di “Dal fiume al mare” anche alla causa della liberazione di Annan Yaeesh, Alì Irash e Mansour cccg, rifugiati politici in Italia e soprattutto partigiani palestinesi che dall’inizio del 2024 lo stato italiano perseguita  con false accuse di terrorismo internazionale e che il 2 aprile a L’Aquila saranno nuovamente sottoposti a processo. Chi vorrà potrà contribuire alle spese legali dei tre compagni.

La serata si concluderà quindi con un reading delle poesie e racconti contenuti nella raccolta.

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29 marzo a Parma/ Fermiamo i nuovi OGM(TEA) a Parma e ovunque

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Comunicato del Collettivo Sumud di Venezia.

Con la Palestina nel cuore, Padova un po’ meno

Il 18 marzo, i Giovani Palestinesi di Padova hanno lanciato una giornata di lotta in città, contro le collaborazioni universitarie intrattenute con “Israele”, contro Maersk, azienda con sede all’interporto di Padova attivamente coinvolta nel trasporto di armi verso il sopracitato Stato illegittimo e contro la ripresa evidente del genocidio con gli attacchi sulla striscia di Gaza della notte precedente.

A giornata conclusa, una compagna e un compagno del nostro collettivo che hanno partecipato alla manifestazione sono stati “colpiti” da un foglio di via dalla città, rispettivamente di due e tre anni, dopo essere stati portati in questura con altri 3 manifestanti, dopo essere stati seguìti da una decina di volanti per quasi un’ora. Ci teniamo a partire da quanto successo, non tanto per parlare delle misure repressive in sé, che ci interessano poco nei loro tentativi strumentali e materiali, ma come pretesto per dire due cose che ci stanno a cuore.

Prima di tutto, ci rivendichiamo totalmente il senso della giornata: un presidio statico di denuncia e contro-informazione si è trasformato in un tentativo di occupazione dell’università complice del genocidio, per poi prendersi le strade con un corteo spontaneo e partecipato; questo, secondo noi, è segno di una variabile umana che, prendendo esempio dal popolo palestinese, si mette ancora in gioco ed è ancora pronta a lottare provando a superare divieti e cordoni di polizia. Perché se il genocidio continua e le collaborazioni sono ancora attive, noi non possiamo fermarci. La giornata del 18 a Padova fa sperare che la lotta a fianco del popolo palestinese continui, tutto il resto passa in secondo piano, a nostro avviso. Siamo felici di poter condividere piazze, percorsi, lotte con i Giovani Palestinesi, che da più di un anno riescono a dare indicazioni precise su come e dove agire in quanto solidali con il popolo palestinese.

In secondo luogo, spendiamo alcune parole circa le “conseguenze legali” che hanno colpito i compagni: le rivendichiamo assieme al senso della giornata e delle azioni che sono state portate avanti. La repressione non è solo fogli di via, indagini, denunce, persone portate in questura e così via; la repressione è, secondo noi, un insieme di pratiche molto più ampio, che non viene portato avanti solo da polizia, ma è un modo di fare che si insinua ovunque e al quale ci si deve opporre con tutte le proprie forze per poter continuare la lotta. Non vogliamo fare la parte delle vittime che vengono colpite dalla “repressione” senza motivo; siamo due militanti presi in quanto “appartenenti” ad un’area politica che cerca nella coerenza una pratica di lotta, e gli atti repressivi che si presentano e tornano non vogliono che far pagare questo (o provarci).

Concludiamo ringraziando con il cuore in mano tutte le persone che sono state fuori dalla Questura di Padova ad aspettare il rilascio dei cinque fermati per due-tre ore. Essere in quel luogo infame e sentire fuori i cori e il rumore dei solidali, è un’emozione difficilmente traducibile a parole. Un’emozione che chi ha compagne e compagni che fanno della solidarietà una pratica reale e concreta può provare, e che dà una forza incredibile, per la quale ringraziamo di condividere le lotte con persone così. Uscire e trovare volti conosciuti e no, fa dimenticare tutto il resto, e fa capire la potenza della solidarietà. Per questo ringraziamo sinceramente chiunque era lì fuori.

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Trento: Stecco condannato a 3 anni e 6 mesi

Trento: Stecco condannato a 3 anni e 6 mesi

Ieri (21 marzo 2025 n.d.r.) si è svolto, presso il tribunale di Trento, il processo di primo grado contro il nostro amico e compagno Stecco, accusato di aver favorito la latitanza dell’amico e compagno Juan e di aver contraffatto dei documenti di identità. Stecco è stato condannato – con rito abbreviato – a 3 anni e 6 mesi di carcere (una pena più alta di quella chiesta dallo stesso PM). Questa sentenza sembra decisamente un monito: chiunque aiuti fuggiaschi e latitanti, la pagherà cara. La condanna di ieri fa il paio con il dispiegamento davvero impressionante di uomini e mezzi che ha portato all’arresto dello stesso Stecco. Su quest’ultimo aspetto, per come emerge dai faldoni dell’operazione “Diana”, uscirà una sintesi di ciò che è utile che compagne e compagni sappiano dell’armamentario del nemico.

Fuori dal tribunale, si è svolto un presidio di solidarietà con Juan e Stecco, in particolare contro l’ennesima imposizione della videoconferenza.

Questo il volantino distribuito:

Un calcolo sbagliato

Questo è il tuo segreto, Butch. Continuano a sottovalutarti.

Pulp fiction

Oggi il nostro amico e compagno Stecco (in carcere a Sanremo) è a processo qui a Trento perché accusato di aver fabbricato dei documenti falsi per un altro nostro amico e compagno, Juan (in carcere a Terni), quando quest’ultimo era latitante. La cosa in sé non richiede grandi parole. Se Stecco ha fabbricato quei documenti, ha fatto bene, perché servivano ad evitare il carcere a un compagno ricercato. Sottrarsi alla polizia politica è una necessità che accompagna da sempre chi lotta per la libertà e per la giustizia sociale. La differenza è che oggi – con la fine dell’“asilo politico” su cui hanno potuto contare per decenni gli esuli e gli oppositori, e il drastico aumento delle forme di controllo tecnologico – è sempre più difficile riuscirci. Una volta introdotti, i dispositivi di sorveglianza possono colpire chiunque (come si è visto, su scala di massa, con il green pass), per cui è necessario non farsi abbindolare dai pretesti con cui vengono giustificati. Continua a leggere

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Venerdì 28 marzo a Cesena/ Immagina il futuro della tua città

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Ascoltate questa sera Zardins Magnetics/ giovedì 20 marzo 2025

Zardins Magnetics di giovedì 20 marzo 2025

Questa sera ascolta Zardins Magnetics su Radio Onde Furlane, dalle ore 20 alle 21 e 30 circa.

Gli argomenti:

-Contro guerra e repressione. Come i/le palestinesi insegnano, la lotta non finisce al cancello della prigione: la prigione è una continuazione della lotta

Ascolta la diretta:
FM 90.0 MHz
https://radioondefurlane.eu/

Riascolta le trasmissioni passate:
https://zardinsmagneticsradio.noblogs.org/

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Giovedì 20 marzo/ Il genocidio continua, fermiamo Israele!

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