Smartcity : tra potere borghese e violenza dell’economia consumistica.
Un contributo di Andrea Golisano, partecipante all’ Assemblea romana contro il greenpass
La smartcity e’ sostanzialmente un prodotto di ingegneria sociale.
Non si tratta tanto di ridefinizione urbana,quanto di ridefinizione della realta’.
Quello della smartcity e’ argomento ancora,per il momento, relegato all’interesse di cerchie ristrette di popolazione.
Certamente e’, da alcuni anni, elemento guida nelle strategie di ristrutturazione del Capitale da parte dei grandi gruppi monopolistici e delle rispettive classi politiche dirigenti.
Un lento ma necessario strumento nel processo di trasformazione delle societa’ in atto.
Innegabile essere cosa interessante e necessaria porre qui in evidenza le caratteristiche con le quali viene presentata la smartcity da parte dei suoi propugnatori.
Tuttavia ho ritenuto affrontare prima di tutto le ragioni storiche che hanno permesso questa ancora graduale affermazione in atto.
Indagare quindi l’arco temporale e le circostanze quindi anche politiche, sociali ed economiche che hanno sdoganato l’idea della smartcity e per riflesso quella della citta15minuti in una parte della popolazione.
Penso di potere affermare che il periodo storico, per facilita’ di intesa riconducibile ala nozione di “fase covid”,sia quello in cui si sono poste le fondamenta per le moderne smartcity.
Parto dall’evidenza,per quel che mi riguarda,che tutte le misure messe in atto.in quella fase,atte a contrastare una presunta emergenza medico sanitaria,non avevano alcun senso sotto l’aspetto epidemiologico.
Che l’emergenza sanitaria e’ stata la necessaria ed intelligente manipolazione per una operazione di carattere politico.
A cio’, l’emergenza covid e’ stata un colpo di stato economico portato avanti in modo globale dalle élite di potere e di governo.
Ceti dirigenti e gotha finanziario assai compositi ovviamente e distinti sotto diversi aspetti.
Ma accomunati dalla necessta’ di prefigurare nuovi modelli e gettare nuove basi di gestione delle societa’.
E’ fuori discussione che gli anni contemporanei vedono una riconducibilita’ pressoché totale di tutti gli Stati e le societa’ alla pratica e all’ideologia del mercato capitalista. I vari G incontri sparsi di volta in volta a tutte le latitudini altro non sono che la plastica raffigurazione di una gestione complessiva di impresa. Tra Stati che entrano anche in guerra tra loro ma dentro la cornice del mercato capitalista.
Tutte indistintamente.
Quindi, la fase covid e’ stato, probabilmente, il piu’ grande consolidamento finanziario del potere nella storia contemporanea.
Ma quale e’ stato il meccanismo messo in campo per la necessaria partecipazione popolare alle indicazioni provenienti dall’alto ?
Se rimandiamo indietro la nostra memoria a questo importante e interessante periodo storico non possiamo omettere di evidenziare tre momenti preponderanti :
1)un potere che crea e diffonde
una narrazione
2)una macchina per la
fabbricazione del consenso
3)la logica repressione per chi
non si assoggettasse
Elemento quindi fondamentale risultava essere il controllo pressoche’ totale dell’informazione per produrre una conformita’ di massa.
Quindi una ridefinizione e consolidamento degli strumenti di potere e di controllo utilizzando il tema della salute pubblica mistificandone e manipolandone i contenuti.
Si tratta di un passaggio storico epocale.
Il modello economico capitalista, se abbisogna della guerra nelle periferie piu’ povere e desolate del pianeta, (la spirale rappresentata dell’aggressione militare NATO alla Russia rappresenta un unicum che riporta le lancette della storia indietro al periodo che precedette lo scoppio della seconda guerra mondiale),altresi necessita di intervenire con modalita’ nuove verso le popolazioni suddito, verso le classi piu’ o meno sfruttate nel cuore dell’ Occidente capitalista.
Chiusa da decenni la fase storica di contrapposizioni di classe che avevano avuto nelle guerriglie urbane degli anni 60 e 70,principalmente in Italia e Germania,il piu’ coerente tentativo di rivoluzione proletaria dal basso,la fase successiva e quella di cui oggi siamo testimoni ci rappresenta tutti, semplici sfruttati o autoproclamate avanguardie, come sudditi o testimoni ,o finanche collaboratori del sistema.
Questo fa si che la repressione poliziesca debba intervenire solo nei casi piu’ irriducibili.
Una classe sconfitta e rifugiata oramai da anni nella passiva accettazione e partecipazione ai meccanismi del mercato, nell’intimismo del proprio benessere,macrobiotico o zodiacale che sia, come nel misticismo dei concerti alternativi e via dicendo, va da se’ che sarebbe stata pronta per essere messa alla prova dal punto di vista della tenuta psicologica.
Non perché essa rappresenti un modello di riferimento per le classi subalterne e quindi un ipotetico pericolo per l’autorita’ costituita.
Quanto per il fatto che,in una fase di “pacificazione” e’ una priorita’ politica per le classi dominanti arrivare alla cooptazione del maggior numero di presunti antagonisti o oppositori.
L’attuale governo nazionale oggi in Italia ha una matrice politica cosiddetta di destra con reali benche’ caricaturali riferimenti nostalgici al fascismo.
Tuttavia va ricordato che siamo inseriti da anni in un contesto politico ed ideologico, non soltanto quello della UE,che ha una chiara radice socialdemocratica.
Per intenderci : quella che e’ diretta filiazione del piu’ compiuto esperimento socialdemocratico realizzato in Europa alla guida di un paese : la SPD tedesca che si fece autrice a fine anni 70, dell’eliminazione fisica in carcere degli oppositori al regime democratico.
E la socialdemocrazia ,ieri la SPD in Germania ,come il PCI ed oggi il PD in Italia, e’ storicamente funzione per la gestione e ricostruzione del Capitale.
Con una propria ottica difensiva strategica e un suo progetto : legalizzazione e statalizzazione della societa’,socializzazione della repressione,un fascismo come strategia istituzionale all’interno dello Stato e a livello internazionale,una strenua difesa del dominio che il Capitale sviluppa contro i movimenti di liberazione alla periferia.
E qui ha oggi pieno titolo l’aggressione alla popolazione palestinese.
Come ieri la aveva l’aggressione alla popolazione viettnamita.
In poche parole ,socialdemocrazia e’ sinonimo di controinsurrezione.
Che e’ cosa militare ma anche politica.
La smartcity puo’ essere compresa solo dentro questo meccanismo complessivo che ha nell’ipocrisia classista ,manipolatoria e mistificatoria della socialdemocrazia borghese qui in
Italia ben rappresentata dal PD e dai suoi alleati, il suo cavallo di Troia ,l’ennesimo, dentro e contro gli interessi degli sfruttati.
Quindi il periodo covid come la fase in cui si e’ avuto modo di mettere in campo un attacco senza precedenti in una suggestiva compenetrazione di politiche repressive e modelli di guerra psicologica.
Questo e’ l’ambito che ha colpito piu’ il mio interesse.
Una volta preso atto che il modello politico attuale,specialmente dopo l’esperienza vincente dell’ emergenza covid, ha previsto il passaggio dal sistema dei “diritti” a quello delle concessioni,per di piu’ premiali, quale fu il greenpass, penso sia necessario comprenderne lo svolgimento,per poi ,forse, meglio cogliere le caratteristiche di una futura smartcity. 15minuti o meno che sia.
Brevemente dico che il passaggio dal diritto alla concessione premiale significa equiparare il diritto a un privilegio che puo’ essere revocato per non conformita’.
Durante l’emergenza covid il dato piu’ significativo e’ stata la partecipazione attiva di vaste aree politiche antagoniste, “compagne e compagni”,alle decisioni prese dall’alto.
Si e’ avuto modo di osservare “movimenti”,collettivi o gruppi politici fino a poco prima impegnati contro le discriminazioni,che improvvisamente celebravano la perdita e privazione dei diritti fondamentali da parte di alcuni strati di popolazione.
Ennesimo ricorso, nella storia,alla creazione di un capro espiatorio,la demonizzazione dei non conformi e’ stata sistematica, sfociando spesso nell’odio.
E in quest’ultimo caso non si e’ trattato solamente di una retorica pesante e fastidiosa operata dai mass media.
Che invece questo ha dato luogo a una precisa programmazione atta a normalizzare le opinioni di odio estremo verso chi si opponeva alle normative statali.
In questo un vasto arco della sinistra ha contribuito a normalizzare la discriminazione e ha celebrato la spoliazione di diritti fondamentali.
E contribuito alla realizzazione di un clima che a prima vista potrebbe essere ascritto a una sorta di psicosi tribale.
Ma penso che fermarsi a questo limiti l’analisi e la pratica politica successiva.Lo strumento antropologico ha senso nel momento in cui gli si da in seguito una dimensione storica e quindi necessariamente dialettica.
Infatti quella psicosi di massa non e’ stata casuale.
E’ stata il prodotto di una sofisticata ingegneria della realta’.
Gli stessi sistemi di fabbricazione del consenso sono stati impiegati per imporre una conformita’ medica e sociale.
La cosiddetta Intelligenza Artificiale e’ stata utilizzata dispiegando il suo potenziale : algoritmi sui social media moderazione dei contenuti, controllo dei fatti narrati e riportati.
Insomma la fase covid come la sperimentazione sul campo di quello che dovrebbe essere un consesso umano abitante una futura moderna smartcity.
Del resto caratteristica basilare di una smartcity e’ proprio questo : al suo interno non si tratta di obbligare le persone ne’ tantomeno di ingannare,quanto di impedire la liceita’ di altre informazioni.
Non si tratta di manipolare e basta, quanto di rendere il dissenso impensabile.
Senza questa condizione non puo’ esservi smartcity. Ne’ citta15minuti che ne e’ opzione funzionale.
Del resto le societa’ del controllo.iniziano sempre con la normalizzazione di una discriminazione verso un gruppo,suggerendo che esso rappresenti una minaccia per il bene pubblico, per il bene comune.
Oggi affrontare il tema della smartcity esplorando le ragioni che renderebbero possibile la sua affermazione con l’ottica su proposta, andando alla ricerca del metodo utilizzato dai gruppi dirigenti ,significa non eludere la fase storica del covid nascondendosi dietro facili ricostruzioni.
Questa analisi richiederebbe innanzi tutto la capacita’ di riconoscere di avere fatto uno sbaglio.
In questo caso tuttavia non e’ cosa da poco in quanto le implicazioni psicologiche sono assai complesse : riconoscere uno sbaglio nel caso della vicenda covid significherebbe riconoscere di avere partecipato a qualcosa di imperdonabile.
Non si tratta infatti solo di ego quanto piuttosto di identita’.
Ammettere di avere sbagliato significa affrontare il fatto di avere contribuito ad imporre e di avere condiviso un sistema di persecuzione.
Una volta che si e’ contribuito a far rispettare una ingiustizia, ammettere la verita’ significa poi affrontare la propria complicita’ nella discriminazione di massa.
Se ripensiamo ai contestatori di greenpass, lockdown, obblighi vaccinali e quant’altro penso che nessuno, nella storia del recente Occidente, ha dovuto affrontare un così completo esilio dalla societa’ : dai luoghi di lavoro,dell’istruzione scolastica o universitaria,dai viaggi, dallo svago o tempo libero e persino dalle cure mediche.
E tutto questo mentre veniva demonizzata e odiata.
E’ stata una parte di popolazione , una cosiddetta minoranza ma sostanziale,la cui storia non ha fatto “tendenza” ne’ moda.
Vi fu un passaggio di una vecchia intervista televisiva a Primo Levi in cui questi ricordava che, ogni qual volta si recava nel dopoguerra in Germania per motivi di lavoro e puntualmente riceveva complimenti sulla sua padronanza della lingua tedesca e gli veniva chiesto dove la avesse imparata così bene lui rispondeva……ad Auschwitz quando ero prigioniero…..
Da quel momento calava il gelo e un silenzio imbarazzato invadeva la scena.
Questo non ha pretesa di dover ovviamente paragonare la gestione del covid alle note vicende dell’olocausto.
Quanto suggerire quali siano stati i paradigmi politico militari sottili,in questo caso di guerra psicologica, che hanno fatto da architrave a suo tempo alla fabbricazione del consenso durante l’emergenza “sanitaria” e che faranno da supporto a qualsivoglia emergenza futura sorretta dal bene comune.
La smartcity viene propagandata come necessita’ ineluttabile ad arginare un’emergenza ,sia essa climatica, della sicurezza, della funzionalità.
Quando essa sara’ semplicemente la sanzione del passaggio definitivo dall’empatia alla conformita’.
Andrea – Milano partecipante all’ Assemblea romana contro il greenpass