Il nostro destino è forse scomparire? Rimanere in silenzio? Morire lentamente?
“Veniamo sterminati, uccisi, lasciati morire di fame, e al mondo semplicemente non importa”.
di Rita Baroud ( Originale in inglese da The New Humanitarian. Traduzione: La Zona Grigia.)
Rita Baroud, giornalista palestinese di 22 anni, scrive articoli semi-regolari per The New Humanitarian sulla sua vita nella Striscia di Gaza durante la campagna militare e l’assedio di Israele
DEIR AL-BALAH, GAZA: Ogni volta che raggiungiamo il punto in cui pensiamo che le cose non possano peggiorare ulteriormente, il limite della nostra capacità di sopravvivere, il limite della nostra sofferenza e disperazione, ci sorprendiamo nello scoprire che c’è ancora di più, che ogni punto più basso è seguito da uno ancora più basso. Questa volta, la fame è tornata a Gaza. E anche la sete è tornata.
I mercanti speculatori, anziché contribuire alla sopravvivenza, sono diventati complici del nostro soffocamento. Alcuni di loro accumulano beni, aspettando che il bisogno diventi più doloroso, per poi rilasciarli a prezzi spietati. Nessuno osa opporsi. Tutti hanno paura, tutti hanno fame.
Io e la mia famiglia non siamo ancora stati costretti a lasciare le nostre case, ma centinaia di migliaia di altre persone lo sono state. La casa parzialmente distrutta in cui viviamo è vicina alle zone che hanno ricevuto l’ordine di evacuare. Sento chiaramente i bombardamenti a Khan Younis e Rafah.
Tutto è terrificante. Il rumore è troppo forte e troppo vicino. La paura mi ha completamente sopraffatta.Più di una volta, ho sentito come se il mio cuore stesse per fermarsi per l’intensità del rumore. ..continua qui la bottegadelbarbieri.org