Il cervello umano come “materiale da laboratorio”
[…] eccoci alla commercializzazione delle prime «Intelligenze Biologiche Sintetiche», cioè di «cellule cerebrali umane derivate da staminali» e «coltivate su un chip di silicio dotato di una griglia di microelettrodi». Con l’immancabile squillo di trombe: saremmo così vicini «all’alba di una nuova era in cui computer e cervello saranno termini intercambiabili». Il cervello umano come materia prima di un cyber-mondo da cui espellere gli umani: il capitolo ultimativo della «guerra alla sussistenza» con cui si è imposto il capitalismo.
L’idea di Cortical Labs: l’intelligenza artificiale fatta con neuroni veri
Al Mobile World Congress di Barcellona, la startup australiana ha lanciato il CL1, il primo biocomputer disponibile commercialmente: potrebbe segnare una nuova era nell’informatica
Un po’ defilato tra smartphone e antenne 6G, al Mobile World Congress di Barcellona quest’anno c’era anche il piccolo stand di Cortical Labs. Mentre sotto i riflettori finivano robot e auto elettriche superveloci, la startup australiana aveva in mostra solo una serie di scatolotti bianchi e verdi, che però potrebbero segnare una svolta nella storia dell’informatica. O nella storia e basta.
Un computer vivente
Fondata a Melbourne nel 2019 dal medico Hon Weng Chong (CEO) e dal ricercatore Andy Kitchen, la startup costruisce computer viventi, dove circuiti di silicio e neuroni umani coltivati lavorano insieme.
L’idea è semplice: invece di simulare un cervello umano su un chip di silicio, usare cellule biologiche reali come “hardware” di un computer. Reti neurali, insomma, ma di veri neuroni. Nei primi anni, il team di Cortical Labs – composto da esperti in neuroscienze e informatica – ha sviluppato prototipi in cui neuroni di topi e neuroni umani derivati da staminali sono cresciuti su microchip con migliaia di elettrodi. Questi elettrodi fungono da ponte tra il mondo biologico e quello digitale: possono stimolare elettricamente i neuroni e allo stesso tempo registrare l’attività elettrica prodotta dalla rete di cellule cerebrali. In questo modo, i neuroni sentono segnali dal computer e possono reagire, permettendo una comunicazione bidirezionale uomo-macchina del tutto nuova.[…]