ISRAELE COME MONDO: il tecno-colonialismo 4.0

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ISRAELE COME MONDO:
IL TECNO-COLONIALISMO 4.0

Il conflitto globale in divenire, e in particolar modo il genocidio in atto a Gaza, oltre a suscitare doverose mobilitazioni, azioni di sabotaggio, occupazioni
e boicottaggi in svariate parti del mondo, sta anche generando contributi alla messa in discussione dell’intero modello occidentale, rendendo maggiormente
evidente come la sua ristrutturazione in chiave iper-tecnologica sia finalizzata alla gestione capillare degli individui e dei territori.
A nostro avviso non c’è niente di meglio del modello democratico israeliano che possa rappresentare ciò che è il fine ultimo del progetto denominato
smart world. Come già ribadito in altre occasioni, siamo di fronte ad una ristrutturazione sociale che avrà conseguenze devastanti sull’intero vivente, e ciò
che comporterà lo possiamo vedere chiaramente in Palestina: analisi dei territori, raccolta dati sugli individui, elaborazione e predizione algoritmica,
calcolo dei danni collaterali, confinamento e infine attacco militare.
E’ un dato di fatto che gli sviluppi tecnologici testati in Palestina (ma in generale nelle guerre) vengono venduti all’occidente per essere utilizzati all’interno dei
contesti urbani, diventando parte fondamentale della trasformazione in corso. Lo Stato di Israele è ad oggi leader mondiale per ciò che riguarda le tecnologie
biometriche e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Traguardo raggiunto in decenni di occupazione, durante la quale ha potuto sperimentare tutto ciò direttamente
sulla popolazione palestinese. Ci teniamo a sottolineare inoltre, che sono molteplici i progetti direttamente commissionati e finanziati da alcuni Stati occidentali, il
che evidenzia ulteriormente quali strumenti si prefiggono di utilizzare anche qui da noi.
Le smart city, spacciate come eco-sostenibili e luoghi inclusivi, in realtà sono progettate e realizzate per monitorare, gestire, reprimere ed escludere gli individui
proprio come accade in Palestina. Troviamo pertanto opportuno definire tale processo di trasformazione globale tecno-colonialismo, per via del fatto che
l’implementazione dei sistemi bio-tecnologici-digitali stanno letteralmente colonizzando sia i luoghi che i nostri corpi, arrivando a modificare anche i nostri
pensieri e le nostre percezioni, nel tentativo di imporsi come unico paradigma universale.

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