https://ilrovescio.info/2024/07/20/torino-lo-chiamano-bene-comune/
Torino. Lo chiamano bene comune…
CONTRO I BENI COMUNI
CONTRO LA CITTÀ GREEN E SMART
FUORI I BUONI DAL QUARTIERE!
Nella notte di mercoledì 10 luglio, alcune anime cattive hanno pensato di guastare la festa che la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo (nella nuova veste di Fondazione Community Land Trust Terreno comune) aveva organizzato per l’indomani, per celebrare l’acquisto con fondi di Compagnia di San Paolo, terzo settore e privati, con l’appoggio del Comune PD e SE dell’immobile sito in corso Giulio Cesare 34.
A questo indirizzo si trova un palazzo che fino a qualche anno fa era occupato e che è stato sgomberato nel silenzio in epoca pandemica. Qui la classe dei “buoni” che governa la città vuole sperimentare una nuova frontiera della speculazione urbana, una speculazione dolce, come piace a loro, secondo il paradigma dei beni comuni.
Alcune scritte sono apparse sui muri del palazzo “-filantropi +licantropi”, “PD e SE per ogni sgombero un bene comune”, “fuori i buoni dal quartiere”, “PD ama Molino”, insieme ad un foglio murale per comunicare ai passanti l’ennesimo perverso capitolo della guerra ai poveri portata avanti dai padroni di Torino.
Foto e foglio murale in allegato.
Qui un articolo della stampa locale:
https://www.torinoggi.it/2024/07/12/leggi-notizia/argomenti/attualita-8/articolo/aurora-il-community-land-trust-vede-la-luce-ma-trova-ad-aspettarlo-le-scritte-degli-antagonis.html
p.s. le scritte sui muri abbassano i prezzi delle case. E per i flâneurs più temerari, è consigliata una visita a OASI 45, in Corso Giulio Cesare 45. Là dove c’erano le Serrande ora c’è…. https://www.immobiliare.it/annunci/110882537/
p.p.s. dichiarano con questo progetto di contrastare la “grande” speculazione immobiliare… attraverso la “piccola” speculazione immobiliare. Come non apprezzare la geniale realpolitik di lorsignori!
Corso Giulio Cesare 34
Community Land Trust
LO CHIAMANO BENE COMUNE
È GUERRA AI POVERI
-filantropi +licantropi
In questo palazzo fino a pochi anni fa vivevano persone che si erano prese da sole un luogo in cui vivere fuori dalle logiche della proprietà privata, occupando, in una città in cui avere un tetto sopra la testa per molte è impossibile. Sono state sgomberate.
Oggi la Fondazione di Comunità di Porta Palazzo, grazie ai finanziamenti della Compagnia di San Paolo e di privati cittadini ed enti del terzo settore, ha comprato l’intero palazzo per 500.000 euro. Vuole ristrutturare gli appartamenti investendo 1,5 milioni di euro e venderli a famiglie selezionate dagli stessi borghesi della fondazione di comunità insieme ai padroni della città. Alcune famiglie del quartiere verranno scelte per comprare gli appartamenti facendo loro aprire un mutuo in banca. Vogliono vendere il mito della proprietà privata a chi vive in Aurora, facendo soldi con i risparmi di chi a fatica raggiunge la fine del mese. Promettono un guadagno del 2% l’anno a chi investe nel progetto, scommettendo sull’innalzamento dei valori immobiliari e del suolo, con l’appoggio del Comune e dei partiti di sinistra.
Il profitto sarà controllato da un Consiglio di Amministrazione, che promette di “riqualificare” queste strade e quindi aumentare i prezzi delle case. Immancabile la promessa di ristrutturare il palazzo aderendo al mito green e smart, che – tra pannelli fotovoltaici e videosorveglianza – significa che le case vecchie di cui Torino Nord è piena a breve non saranno più “a norma” e dovranno essere ristrutturate a caro prezzo.
Nel complesso, il Community Land Trust è una operazione per escludere gli abitanti più poveri e senza documenti dal quartiere e favorire i guadagni degli immobiliaristi e delle banche spacciandosi per “buoni”, così da sfruttare un capitale morale, mica come quel mostro di Molino (che da anni collabora con il Comune)!
Parlano di “abitare bene comune”, di “diritto alla casa” di “lotta alla gentrificazione e alla speculazione”: è guerra ai poveri. Le banche, i politici e i cittadini delle fondazioni manipolano il significato delle parole. “Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso”. Parlano di “co-progettazione” e “partecipazione”, in realtà vogliono cooptare gli abitanti che considerano meritevoli nel governo del quartiere, legittimando moralmente la loro speculazione. Così, le pratiche informali e illegali, come le occupazioni, che permettono a tanti, per scelta o necessità, di vivere a Torino, diventeranno ancora più difficili.
CONTRO I BENI COMUNI
CONTRO LA CITTÀ GREEN E SMART
FUORI I BUONI DAL QUARTIERE!