13 MAGGIO ORE 16:00
Piazza G. Belli (Trastevere)
Presidio separato femminista e transfemminista
PER GIORGIANA, PER NOI.
Giorgiana Masi venne uccisa a Roma sul Ponte Garibaldi, colpita da un
proiettile sparato alle spalle dalle forze dell’ordine, il 12 maggio
del 1977 nell’anniversario della vittoria del referendum sul divorzio.
L’allora ministro dell’interno Cossiga aveva vietato la
manifestazione, sostenendo che i gruppi extraparlamentari stessero
fomentando una situazione che avrebbe messo a rischio lo Stato e
l’ordine pubblico, ma il movimento ha rotto il divieto riversandosi in
massa nelle vie della capitale.
Giorgiana, diciannovenne, studente del Liceo Scientifico Luis
Pasteur, era tra le manifestanti rimaste fino all’ultimo in piazza.
All’epoca – seconda metà degli anni ’70 – la partecipazione politica,
la voglia di cambiamento di studenti, operai/e e femministe aveva
pervaso ogni ambito della società.
La lotta di classe, le mobilitazioni di autodifesa contro governo e
provocazioni fasciste si facevano spazio nonostante la repressione di
Stato che provava ad arrestare “per decreto”ogni forma di conflitto .
Da quel 12 maggio 1977 ogni anno le compagne sono scese in strada per
ricordare Giorgiana e la violenza patriarcale e repressiva dello Stato
che l’ha uccisa.
Quest’anno ci incontreremo in piazza Gioachino Belli, il 13 maggio
alle ore 16, per un appuntamento di lotta femminista e transfemminista
con parole d’ordine antiautoritarie, antimilitariste, antirazziste e
anticapitaliste per noi irrinunciabili.
Continuiamo ad essere in guerra: a quelle armate dallo Stato in tutto
il mondo corrisponde una guerra interna che colpisce le persone
oppresse e chiunque scelga di lottare.
Il militarismo e il nazionalismo marciano in sincrono e la guerra
rende ancora più evidente – se mai ce ne fosse bisogno – l’incapacità,
intrinseca alla cultura capitalista e patriarcale, di guardare in
faccia l’altrx senza sottometterlx e sfruttarlx.
Lo stesso Stato responsabile delle stragi in mare delle persone
migranti, complice della violenza capitalista che devasta e saccheggia
il pianeta, si serve strumentalmente della costruzione di nemici
pubblici per scaricare le responsabilità politiche del proprio agire e
spezzare la complicità tra oppressx e sfruttatx, nel tentativo di
mettere lx unx contro lx altrx.
Viviamo un tempo in cui la cultura reazionaria e autoritaria si mostra
in tutta la sua ferocia, rivendicando il potere di disporre dei nostri
corpi e attaccando frontalmente la nostra libertà di
autodeterminazione: cercano di impedirci di abortire, ci trasformano
in imputate nei processi per le violenze che abbiamo subito,
riaffermano con forza paradigmi eteronormativi e binari, militarizzano
i nostri quartieri in nome del decoro e del contrasto alla criminalità
quando il vero obiettivo è criminalizzare chi è oppressx, costringerci
a rimanere chiusx in casa.
Eppure la casa e la famiglia sono spesso gli spazi in cui ci sentiamo
meno al sicuro, dove la violenza patriarcale si manifesta in modo
ancora più feroce e pervasivo.
Questo Giorgiana lo sapeva bene: lottare per il divorzio è stato il
primo passo per liberarci da un contesto di relazioni che impone
ruoli, generi e genitorialità definite.
Ieri come oggi vogliamo riprenderci la vita, rivendichiamo
l’autodifesa e l’autorganizzazione, continuiamo a costruire memoria
collettiva e a riattualizzarla perché ci parla sempre.
Vogliamo riprenderci tutto e non sarà la repressione a fermarci.
qui il volantino Volantino 13 maggio (1)