Riceviamo e pubblichiamo
Interruzione di uno spettacolo al Teatro Argentina in solidarietà con gli anarchici imprigionati in sciopero della fame contro il 41 bis
(Roma, 26 novembre 2022)
Oggi, 26 novembre 2022, è stato interrotto lo spettacolo “Amleto” al teatro Argentina a Roma. Nonostante i lavoratori del teatro si siano trasformati in un vero servizio d’ordine a tutela degli interessi padronali, siamo con determinazione riusciti a salire sul palco, a srotolare uno striscione con su scritto “C’è del Marcio in Italia: NO al 41 bis”, a lanciare dei volantini e a leggere parte del comunicato che, qui sotto, riportiamo integralmente:
Siamo qui perché Alfredo Cospito è al 41 bis. Il 41 bis è un regime di detenzione studiato appositamente per annichilire l’individuo. Siamo qui perché Alfredo è da più di un mese in sciopero della fame. Non siamo qui a piangere su una ingiustizia subita dal nostro compagno anarchico, perché non lo è. Come non è un’aberrazione giuridica. Essa è la reazione logica dello Stato-democratico agli attacchi sferrati da Alfredo. Prima fisici, con il ferimento del burocrate Adinolfi, a suo tempo amministratore delegato della Ansaldo Nucleare e per il quale ha finito di scontare la pena a cui era stato condannato. Poi con le parole con cui, durante la detenzione in alta sicurezza, ha contribuito ai dibattiti del movimento anarchico. Il 41 bis ad Alfredo non è solo vendetta, è anche volontà di togliere la parola. Perché la parola, quando non resta un mero esercizio retorico: è un arma.
Alfredo è in sciopero della fame da più di un mese per ottenere il suo declassamento e contro l’ergastolo ostativo.
A lui si sono aggregati i prigionieri e le prigioniere anarchici ed anarchiche Juan Sorroche, Ivan Alocco ed Anna Beniamino. Usano lo sciopero della fame perché nella condizione d’isolamento in cui si trovano è, forse, l’unica forma di lotta a loro disposizione. Con forza e coraggio mettono a repentaglio la loro incolumità, la loro vita… mentre voi siete seduti qui ad assistere ad una messinscena e non vi rendete conto che tutto lo è. Quotidianamente vi viene sottratto qualcosa, per il momento, su di voi non ha conseguenze ed allora vi girate dall’altra parte. Accecati dai vostri privilegi pensate che la democrazia sia il miglior sistema possibile e guardate indignati nazioni esotiche dove le persone vengono calpestate. Volete verità e giustizia per Giulio Regeni e ve ne fottete dei 14 morti fatti in carcere l’8 marzo 2020 dalla democrazia italiana. Ve ne fottete degli 80 suicidi di carcere avvenuti da gennaio ad oggi. Ve ne fottete dei campi di concentramento per migranti disseminati per il bel paese.
Non siamo venuti a sensibilizzarvi. Se ancora dormite sonni tranquilli… il divertimento ve lo roviniamo.
Rompiamo la pace sociale in cui vi beate.
Morte allo Stato!
Viva l’Anarchia!